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Puff Purple - Puff Purple
( 1860 letture )
Le generazioni nate a partire dalla fine degli anni sessanta sono state le prime a stabilire con la televisione, il media supremo prima dell’avvento di internet e ancora forse dominante, un rapporto che si svolgeva sin dalla prima infanzia e per il resto della vita. La programmazione televisiva, infatti, a partire da quella decade, identificò nel pubblico preadolescenziale una fascia di consumatori ideale, fortemente influenzabile e a sua volta capace di influenzare pesantemente l’andamento dei consumi familiari. Fu così che nelle prime ore del mattino e nel primo pomeriggio, si creò una vera e propria riserva nella quale inserire programmi dedicati ai bambini e poi agli adolescenti, che videro nei cartoni animati il Cavallo di Troia per entrare in casa e nelle tasche dei genitori. Da allora, l’appuntamento con i cartoni animati è divenuto appuntamento fisso e, col tempo, i cartoni stessi, così come i fumetti, sono divenuti sempre più complessi e articolati, tanto da piacere e coinvolgere anche il pubblico nel frattempo divenuto adulto. E’ così che tanto nelle conversazioni dei bambini, quanto in quelle degli adolescenti, fino a quelle dei trentenni e perfino quarantenni, arriva sempre il momento dell’argomento cartoni animati. Il tutto si sublima ovviamente per le fasce di pubblico adulte, nella reminiscenza dell’infanzia e della prima adolescenza, quando tutto era “più facile e bello”. Cavallo di battaglia di questo tipo di conversazione sono inevitabilmente le sigle dei cartoni stessi, altro pezzo di leggenda e nostalgia che, come solo la musica può fare, sanno evocare istantaneamente ricordi e sensazioni e trasportarci indietro nel tempo all’epoca dorata.
Inevitabile quindi che prima o poi si venissero a creare gruppi interamente dediti alla riproposizione di quel tipo di repertorio e, d’altra parte, se a distanza di anni la celeberrima Cristina D’Avena, interprete suprema di tante di quelle sigle, riscuote grandissimo successo e attenzione, permettendosi anche tour estesi, perché non agganciarsi a questo treno? Ovviamente, l’idea di base è quella dell’intrattenimento, più di ogni altra cosa. Eppure, sono molteplici nel tempo i progetti che hanno preso piede nel settore, andando a creare un vero e proprio settore di spettacolo dal vivo.

Che a qualcuno venisse in mente l’idea di riportare questo tipo di esperienza anche in ambito heavy metal era pleonastico e, nel caso dei Puff Purple, l’idea è di Francesca Bonvini, musicista e cantante e di Michele Broglia, anche lui cantante e vocal coach. Ad affiancare i due troviamo Marco Vitali alla chitarra e Leonardo Ciccarelli al basso, entrambi impegnati con note band metal tricolori (Ibridoma e Antagonist). Il primo demo arriva nel 2012 e propone interamente cover di sigle di cartoni animati. Con lo stabilizzarsi della line up arriva anche il debutto del 2013, il qui presente Puff Purple – Le Sigle dei Cartoni dall’80 ad Oggi come non le Avete Mai Ascoltate!.
Da un punto di vista musicale, siamo di fronte ad una operazione artistica a somma zero. Da un lato infatti il tutto si regge esclusivamente sul fattore emotivo e sull’intrattenimento puro, con un costrutto che specialmente su disco perde gran parte della propria già scarsa utilità. Dall’altro lato, troviamo arrangiamenti in chiave heavy che però di fatto devono restare necessariamente il più possibile aderenti agli originali, andando di fatto a creare un mero rifacimento in salsa heavy delle classiche e note sigle, per un risultato tutto sommato del tutto fine a se stesso. Se dal vivo infatti l’operazione ha ancora un suo senso, che è appunto quello dell’intrattenimento puro, tutto giocato su divertimento, goliardia e magari anche sulle capacità teatrali dei musicisti (peraltro, tutti vestiti come Cosplay, in modo assolutamente divertente e scanzonato), su disco il tutto tende a stancare dopo pochissimi minuti. Diverso sarebbe il discorso se la band avesse creato degli arrangiamenti particolari o un qualcosa che rendesse appena più personali questi rifacimenti. Così siamo nel campo della sostanziale inutilità e il tutto si regge esclusivamente sull’effetto sorpresa dei chitarroni o del doppio pedale che arricchiscono i brani, mentre le interpretazioni vocali restano assolutamente fedeli all’originale (ok, ammettiamolo, il growl sotto la sigla di Heidi, per quanto scontato, fa ridere per davvero, in senso positivo). Tutto questo, venendo a mancare l’effetto visivo, rende l’ascolto pedante e per quanto il CD duri poco più di trentasei minuti (con ghost track di pochi secondi alla fine) diventa difficile arrivare in fondo per più di due volte.
I ragazzi ci sanno anche fare, ma in effetti la registrazione sa di autoprodotto in modo fin troppo evidente, con un mixaggio abbastanza approssimativo e una produzione inesistente. Le versioni sono tutte ben realizzate e suonate in maniera piacevole, con riffoni e accelerazioni classic heavy a dare dinamicità a brani di per sé piuttosto zuccherosi, come d’obbligo visto la natura di cartoni per bimbi. In realtà, anche l’assenza quasi totale di passaggi strumentali o di assoli di qualsivoglia natura, rende i brani poco interessanti nel loro sviluppo, passato l’effetto “sorpresa” dell’arrangiamento. Il che testimonia quanto margine ancora ci sarebbe di evoluzione per questo progetto, se l’intenzione fosse quella di uscire dal ristretto campo del solo intrattenimento e dare qualcosa di più da un punto di vista musicale ed artistico. La prova vocale è senz’altro piacevole, modellata sull’esempio della citata Cristina D’Avena per quanto riguarda il lavoro di Francesca Bonvini, ordinata e tutto sommato ordinaria invece per quanto riguarda Michele Broglia. Buon lavoro infine quello sui cori, che coinvolgono quasi tutto il gruppo e sono assieme alle voci principali l’elemento maggiormente sviluppato a livello di arrangiamenti, come ben si capisce ad esempio nella citata Heidi, anche se l’assenza di produzione e mixaggio veri e propri in questo settore pesa molto a livello di resa. Tra le versioni più riuscite citiamo l’opener I Puffi Sanno, Una Spada per Lady Oscar, che ben si presta ad una versione più cadenzata e galoppante, con tanto di intervento simil operistico sul finale, What’s My Destiny Dragon Ball che già in origine si presentava come brano rock (e infatti, qui basta distrarsi un attimo per pensare di star effettivamente ascoltando l’originale), Lupin, l’Incorreggibile Lupin che diventa potente brano hard rock, la sorprendente Vola Mio Mini Pony che si presterebbe in realtà ad una ulteriore brutalizzazione, l’altrettanto rockeggiante Gotta Catch’em All! Pokemon (pur nella rivedibilità dei cori, fin troppo in evidenza e troppo “caratterizzati”) e la conclusiva Ken il Guerriero, la quale presenta la chicca dell’ospitata di Spectra, autore e interprete della versione originale; a dire il vero, l’ospitata non risulta particolarmente riuscita, a causa dei suddetti limiti di mixaggio. Abbastanza insopportabile –ma questo già in origine- Piccoli Problemi di Cuore, nella quale peraltro l’esperimento “trasformazione” non risulta neanche particolarmente convinto e convincente, attestandosi molto più vicino a Laura Pausini che a Lita Ford, tanto per dire e finisce per stonare un po’ anche col resto del CD, nonostante l’accelerazione conclusiva.

L’operazione condotta dai Puff Purple risulta quindi nel complesso superflua da un punto di vista strettamente musicale e del tutto inesistente da un punto di vista artistico. D’altra parte, pretendere di osservare con occhio serio e critico un simile esperimento potrebbe essere considerato altrettanto inutile e ingiusto. E’ evidente che qui lo scopo è tutt’altro e che l’ottica corretta sarebbe quella del puro divertimento e del non prendersi affatto sul serio. Eppure, l’impegno profuso dal gruppo e i riconoscimenti che sta ottenendo, fino all’esibizione durante il Lucca Comics, testimoniano che per i Puff Purple l’età dell’incoscienza sta finendo e il tutto potrebbe portarsi ad un livello superiore. Livello per il quale sarà necessario fare molto di più, sotto tutti i punti di vista. Vedremo cosa sapranno fare col secondo album, attualmente in lavorazione. Per adesso, sicuramente più interessante vedere il gruppo all’opera dal vivo.

PS Ma Daitarn III e Vultus 5, piuttosto che Carletto, Ben, DevilMan, Kyashan o i Cyborg 009 quando ce li fate?



VOTO RECENSORE
53
VOTO LETTORI
0 su 0 voti [ VOTA]
giuseppe
Mercoledì 24 Settembre 2014, 19.34.04
7
Che idea ganza quella di fare le canzoni dei cartoni animati in stile hard rock,bravi e originali.
jek
Domenica 14 Settembre 2014, 20.51.10
6
@Samba sarà la versione in cartoons di Beatifull
Sambalzalzal
Domenica 14 Settembre 2014, 13.49.51
5
P.s. ma piccoli problemi di cuore che cartone era su qualcuno cardiopatico!?!?
Sambalzalzal
Domenica 14 Settembre 2014, 13.48.21
4
Ahahahahahahah adesso finalmente ho capito di cosa parlavate!
jek
Sabato 13 Settembre 2014, 21.02.27
3
Boh, se proprio doveva essere rivisitazione metal almeno poteva essere un po' più cazzara.
Gokronikos
Sabato 13 Settembre 2014, 15.16.50
2
W gli Animetal! Quelli si che spaccano di brutto!
Matocc
Lunedì 18 Agosto 2014, 1.49.11
1
io un bel po' di anni fa in un locale della Lomellina avevo sentito un gruppo suonare Daitarn Thrash!!!
INFORMAZIONI
2013
Art Music
Heavy
Tracklist
1. I Puffi Sanno
2. Una Spada per Lady Oscar
3. What’s My Destiny Dragon Ball
4. Heidi
5. Lupin, l’Incorreggibile Lupin
6. Vola Mio Mini Pony
7. Gotta Catch’em All! Pokemon
8. Piccoli Problemi di Cuore
9. Occhi di Gatto
10. 199X
11. Ken il Guerriero
Line Up
Francesca Bonvini (Voce, Tastiera, Cori)
Michele Broglia (Voce, Cori)
Marco Vitali (Chitarra, Cori)
Leonardo Ciccarelli (Basso)
Alessandro Camela (Batteria, Cori)
Sebastiano Ciccalè (Chitarra)
Alex Perugini (Basso)

Musicisti Ospiti
Spectra (Voce su traccia 11)
 
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