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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Blues Pills - Blues Pills
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( 5629 letture )
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Ci sono gruppi i quali, per i più svariati motivi, riescono ad ottenere una grandissima attenzione ed un altrettanto grande contratto ancor prima di giungere all'esordio sulla lunga distanza. Talvolta si tratta di band che colpiscono per look, per estremizzazione assoluta del suono, per innovazione o più spesso per conformismo assoluto. Altre volte invece, si tratta di realtà che ripropongono schemi musicali antichi, per alcuni consunti e certamente in buona parte sconosciuti ai più giovani, ma che evidentemente conservano un potenziale ancora molto elevato a dispetto del tempo trascorso dalla loro esplosione. Ciò a testimonianza di quanto certe cose vadano ben oltre il tempo. Uno degli ensemble che ricade in quest'ultima fattispecie che ha riscosso attenzione oltre misura, è la cooperativa musicale franco-svedese-americana che ricade sotto il moniker Blues Pills. Dopo due EP "d'assaggio" -uno in studio ed uno live- e la partecipazione generalmente acclamata a vari eventi dal vivo anche molto importanti, quale ad esempio l'HellFest, eccoli dunque presentarsi al grande pubblico sotto l'egida della Nuclear Blast con un album dalla bellissima copertina degli anni 60 opera di Marijke Koger-Dunham, intitolato Blues Pills.
Dopo aver dato una rapida occhiata alla scaletta, si nota subito la presenza di tre brani tratti dai lavori precedenti, ossia Black Smoke, Devil Man e Little Sun. Inoltre, Gipsy si rivela essere una cover -tra l'altro piacevole- di un pezzo di Chubby Checker, inventore del twist. Ne consegue che i pezzi realmente nuovi si riducono a sei, particolare forse da tenere presente per chi avesse già gli EP di cui sopra. Condizione primaria ed irrinunciabile per la riuscita di una simile operazione è una produzione coerente con i suoni ed i sapori musicali ai quali si fa riferimento, risultato raggiunto mediante il lavoro di Don Alsterberg, occupatosi di conferire a Blues Pills un suono credibilmente retrò. Buona la partenza del disco con High Class Woman, ed è già chiaro quali siano le prerogative dei Blues Pills: riff semplici, efficaci e coinvolgenti, prestazione molto fisica dei musicisti col basso di Zack Anderson che dal vivo suppongo si occupi ancor di più di riempire i vuoti, visto che su CD l'efficace chitarra dell'appena diciottenne Dorian Sirraux mostra alcune inevitabili sovraincisioni per legare meglio il suono e batteria di Cory Berry (nel frattempo uscito dal gruppo) ad accompagnare pesantemente. Su tutto si staglia la voce di Elin Larsson, capace di passare dal blues puro al rock, dallo psych all'hard rock ed a momenti anche molto dolci con grande naturalezza e spontaneità, rivelandosi come centro dell'attenzione (e degli sguardi) del pubblico. Da Ain't No Change a Black Smoke l'album scorre via che è un piacere, ed anche la lieve River svolge bene il suo compito, nonostante si tratti di un tipo di canzone ad alto rischio di sconfinamento nel mieloso, qui evitato. Da No Hope Left For Me alla conclusiva Little Sun invece, emerge qualche segno di stanchezza. Questo non perchè le canzoni si rendano realmente inferiori a quelle che le hanno precedute, ma perchè emerge la mancanza di un paio di pezzi che si stacchino dal resto, manca completamente l'elemento sorpresa, fatto che a posteriori induce a rilevare come anche le canzoni precedenti siano un bellissimo esercizio di stile, ma rimangono comunque oltremodo citazioniste. Il dato si staglia con maggiore nitidezza se si considera che in questo blocco troviamo l'ottima Devil Man, che però è già nota e Gipsy, la quale è godibile quanto si vuole, ma è una cover.
Blues Pills però si fa ascoltare eccome, giustificando in pieno i soldi spesi per il suo acquisto, ma bisogna valutarlo secondo un certo metro per apprezzarlo pienamente. I riferimenti ad uno stuolo infinito di gruppi anni 60/inizio anni 70 infatti (Led Zep, Fleetwood Mac, Cream, etc.), riportano inevitabilmente a paragoni spesso molto scomodi, sia per ciò che riguarda i brani che per ciò che attiene alle interpretazioni, con accostamenti anche arditi e sicuramente scomodi quali quelli della pur bravissima Elin Larsson a Janis Joplin ed Aretha Franklin. Se analizzato in maniera "totale" quindi, tenendo conto del fatto che si tratta di schemi musicali triti e ritriti, che tutto è già stato detto e fatto e che non una sola nota di questo lavoro aggiunge una virgola alla situazione, Blues Pills si rivela essere un CD gradevole e poco più. Se invece, come probabilmente faranno i più, lo si prende come prodotto singolo fine a sè stesso, può addirittura risultare entusiasmante e fors'anche educativo, spingendo i più giovani a scavare nel passato per capire da dove e da chi vengono certi suoni e certi atteggiamenti musicali che nonostante gli anni risultano ancora freschi, almeno a patto che vengano riutilizzati con l'entusiasmo che i Blues Pills sembrano per fortuna possedere. Peccato solo per la scelta di riprendere alcuni vecchi pezzi invece di proporre solo inediti, ma suppongo che gli EP precedenti abbiano avuto diffusione limitata e quindi anche questa soluzione può essere compresa in un'ottica commerciale. Quel che è certo è che i Blues Pills sono bravi ed il loro lavoro risulta credibile, andando un po' oltre il semplice omaggio ai maestri e ponendosi come band tra le più interessanti del revival blues/rock di questi ultimi anni. Del resto l'album va inteso in un certo modo, poichè come loro stessi dicono:
Violence, hate and poverty are some peoples everyday life whether its from war, racism, gender, love, economy or sickness. We hope this album will bring a pause to people´s worried minds and fill their hearts with love and joy from the groovy tunes.
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Fanno revival, questo è chiaro, ma almeno lo fanno bene. Mille volte meglio loro dei Greta van ciips |
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Insomma, credevo meglio... 65. |
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Bell'esordio; e'evidente che l'etichetta crede molto in questo quartetto carino,coccoloso e globalizzato. Sono sonorità antecedenti alle mie e ben riproposte, ma le loro Piece of my heart e Good times bad times non le hanno ancora messe in musica, gli mancno i pezzi davvero da Ko. Dal vivo però sono anche meglio e stanno evolvendo, se capitano a tiro li vedo volentieri. |
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Magia rock blues. The river è pura sensualità. 80 |
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Ho visto un video, e mi sono piaciuti subito. Certi arrangiamenti, seppur più semplici, mi hanno ricordato i Purple dell'era Tommy Bolin. Ho cercato la recensione per capire se la prima (buona) impressione fosse quella giusta, e tenendo conto di quello che ha scritto Raven e del fatto che di solito è di "manica stretta" ..... |
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Riascoltato ieri, ed è cresciuto molto! proprio bello! |
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Secondo me ottimo disco e classe da vendere. Le canzoni sono tutte molto belle, la voce di Larsson è una figata, e lo stile chitarristico figlio di Peter Green è una gioia da sentire. Grandi! |
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Apprezzo moltissimo il revival rock anni '60 / '70, ma come spesso succede a volte si rischia di imbattersi nel "ripetitivo". I Blues Pills sono una band con un grande potenziale nel riproporre certe sonorità del passato - come ad esempio i Jefferson Airplane, però questo debut non mi ha dato molto a livello emotivo. Sicuramente una buona presentazione con una cantante molto brava (anche secondo me il paragone con Aretha Franklin e Janis Joplin è azzardato) e con dei musicisti preparati. Riassumendo: nella media, aspetto la prossima uscita. |
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Minchia che Grande voce! Un bellissimo disco. |
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Conosciuti al Summer Breeze, comprato l'album, sicuramente di valore e molto piacevoli da ascoltare, ma niente di nuovo e quasi tutto già sentito, quindi non mi sperticherei in lodi "eccessive". Poi sta storia di andare scalzi mi ha rotto  |
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Di suo sarebbe un album più che buono che però viene elevato dalla qualità espressiva della cantante, davvero una fuoriclasse. Ottimo esordio davvero. It's the singer not the song (RIP Jimi). |
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Accontentato  |
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Mio pensiero..... " 73?? lo accetto solo se la rece è di Raven"  |
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Ottima band e lei ha una voce meravigliosa. Il paragone che qualcuno ha fatto con la Joplin vorrà pur dir qualcosa, no ? JJ rimane inarrivabile, ma Elin ci sa fare di brutto. Per il retso nulla di nuopvo chiaro, ma sono d'accordo con LORIN : bellissimo disco. |
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L'onda travolgente Neo Psychedelica/blues rock scandinavo sembra non volersi placare. Dai Baby Woodrose (Danimarca) ai Siena Root (Svezia) per giungere alla splendida, quando portentosa timbrica delle corde vocali della "lady" Blues Pills (Svezia -anche se provenienti da tre diversi paesi). Band decisamente credibile, trascinante, con una collaudata, tanto quanto mistica, musica a cui difficilmente si può rimanere indifferenti e risucchiati nel suo vortice. Tra un disco dei Jefferson, dei Grateful, o dei Big Brother and the Holding Company ed 13th Floor Elevators, ogni tanto mi ascolto il brevissimo "Devil Man", ed ogni volta rimango puntualmente esterrefatto dalla incantevole voce di questa giovane cantante dei Blues Pills. Jimi TG |
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13
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Aggiornamento per quanto riguarda i capelli della band: allora il batterista se li è tagliati e ora sembra una persona normale, il chitarrista per ora non li ha molto lunghi ed è salvabile ma va tenuto d'occhio, al bassista invece bisogna dar fuoco all'istante! |
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visti al Summer Breeze e devo dire che dal vivo meritano. Un po' di "ritorno al passato" ogni tanto non fa mai male  |
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Anche per me la grande Janis e' inimitabile ed e' a pieno titolo nella storia,Elin e' brava davvero ed e' umile non ha certo pretese di eguagliare la Choplin, di questo ne e' conscia, diciamo pero' che nel suo piccolo la sua parte che fa e' molto dignitosa e se la cava bene, sono piuttusto curioso per il loro futuro come evolveranno il loro sound senza essere troppo ripetitivi su loro stessi e con il passato di settantiana memoria?.Chissa' staremo a vedere. Complimenti comunque alla recensione. |
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10
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Mi trovo abbastanza d'accordo con il recensore, se non ché i pezzi già suonati salgono a cinque (anche River era già contenuta nell'EP di Devil Man). C'è però da dire che la versione dell'EP di River era molto più "effetto mantra" con frasi ripetute all'inverosimile, mentre nell'album il testo è modificato e anche la parte centrale della canzone. Incredibile invece la scelta di modificare Devil Man in quel modo: la versione dell'EP è 200 volte più bella, sia come tiro che come suono degli strumenti! Provare per credere (per chi non sapesse, è quella che inizia con lei che urla Devil Man a squarciagola senza base sotto). Comunque hanno il merito di rispolverare grandi sonorità, quindi voto 85. |
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9
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Più che anacronistico, caro HR. Comunque lo ascolterò..se le canzoni sono belle, me lo godrò lo stesso. |
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8
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Assolutamente no, Janis è inimitabile. Elin è solamente brava con una voce potentissima. |
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7
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beh voler fare i figli dei fiori nel 2014 mi sembra molto anacronistico...lei è brava e bella ma mi sembra comunque un imitazione di Janis Joplin, o no? |
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6
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La copertina mi ricorda moltissimo quella di un disco di una band di blues rock psichedelico chiamata ART...il disco si chiamava 'Supernatural Fairy Tales' del 1967. E dalla recensione, sembrerebbe anche la musica si aggiri da quelle parti. Solo che siamo nel 2014 Scherzi a parte, mi hai invogliato ad ascoltarlo...Vedremo |
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5
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Musicalmente sono bravi ma vederli in foto è terribile, 3 tizi con quei capelli nel 2014, menomale che almeno lei è figa. |
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3
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Il disco e' bello e ascoltare la sua voce e' una goduria immensa, ha personalita', grinta , carattere e un timbro di voce magnetico e penetrante, bravissima Elin Larsson, spero un giorno di vederla live. |
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2
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Perfetto. Niente da aggiungere  |
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1
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A me piace tantissimo questa band ed il disco è altrettanto bello. Assomiglierà a questo oppure a quell'altro, lo so bene ma resta un bellissimo disco e lei ha una voce stupenda.......senza fare paragoni con nessuno. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. High Class Woman 2. Ain't No Change 3. Jupiter 4. Black Smoke 5. River 6. No Hope Left For Me 7. Devil Man 8. Astralplane 9. Gypsy (cover di Chubby Checker) 10. Little Sun
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Line Up
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Elin Larsson (Voce) Dorian Sorriaux (Chitarre) Zack Anderson (Basso) Cory Berry (Batteria)
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RECENSIONI |
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