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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Nachtmystium - The World We Left Behind
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( 3290 letture )
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Più che per la loro musica, nell’ultimo paio d’anni gli statunitensi Nachtmystium si sono fatti (ri)conoscere soprattutto per proprie vicende personali, con grande attenzione rivolta dai media ai trascorsi burrascosi dello storico frontman Blake Judd che, dopo essersi intascato i proventi di merchandise mai consegnato e in seguito un arresto legato nuovamente ai suoi problemi di droga, aveva annunciato ufficialmente lo scioglimento della band, per dedicarsi interamente al suo personale recupero, concentrando allo stesso tempo le sue forze in altri progetti, come la ‘riesumazione’ degli Hate Meditation (di cui all’interno di quest’album ritroviamo per altro il batterista, Sam Shroyer).
Fino a pochi giorni dalla sua pubblicazione, dunque, The World We Left Behind si configurava come l’ultima, definitiva produzione (un vero e proprio Epitaph for a Dying Star) nei quattordici anni di vita della band. Invece, apparentemente, questa release ora appare come null’altro che una chiusura di un capitolo, una svolta nuova, dalla quale i Nachtmystium ripartiranno per continuare la loro storia, anche se non è ancora chiaro quando e come. Tuttavia, dopo la necessaria serie d’ascolti di The World We Left Behind, appare chiaro come quest’ultimo cambio di rotta sia stato quello corretto, in quanto quest’album è lungi dall’avere quelle caratteristiche che in molti si aspetterebbero da un vero e proprio ‘ultimo canto del cigno’ o da, come sarebbe stato lecito aspettarsi, disco da ‘uscita col botto’. Se, infatti, l’opening track strumentale Intrusion dà inizio alle danze con un certo brio mantenuto, in particolare nelle ritmiche, dalla successiva Fireheart, arricchita da una buona tastiera dai tratti psichedelici, in breve la produzione si perde tra riffing lontani dall’essere portatori di novità, un basso che sparisce più che convincere e un drumming piuttosto prevedibile, che collimano nella terza traccia, Voyager, che va a ripercorrere e intrecciare, nei suoi sette minuti, buona parte degli stili già portati sulle scene dai i Nachtmystium nell’ultimo decennio. Una maggiore impronta black si può apprezzare in Tear You Down e nella prima parte di Into the Endless Abyss, nelle quali tuttavia, ad una più che buona performance vocale di Blake Judd, rabbioso ed energico, non corrisponde una fluidità tra i brani, rendendo l’atmosfera dell’intero disco piuttosto sospesa, poco creativa e a tratti confusa.
Questo full-length, dunque , pur discostandosi (leggermente in positivo) dal predecessore senza infamia e senza lode Silencing Machine, riesce ugualmente a lasciare un certo amaro in bocca, come se il gruppo avesse voluto confezionarlo per necessità, per obblighi contrattuali, per mancanza di idee, per chiudere un cerchio, come a riflettere i tumulti interni alla mente di Judd (i testi del singolo Voyager e, in parte, del precedente Fireheart, che trattano tematiche come ‘l’inferno personale’ e la volontà di rimettersi in piedi e continuare il proprio percorso, ne sono la prova). Cosa sia lecito aspettarsi dal futuro dei Nachtmystium non è dato nemmeno vagamente sapere. In una recente intervista, è stato annunciata dallo stesso frontman la decisione di non voler più andare in tour con la band, per tenersi lontano dalle ‘tentazioni’ dell’abuso di droga. Non è chiaro, tuttavia, se questo porterà ad un definitivo addio della band alle esibizioni in live, oppure solamente ad una riduzione dei propri appuntamenti on stage. Per una volta, letteralmente, chi vivrà, vedrà.
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9
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Sono un fan dei Nachtmystium da molti anni ormai (dai tempi di Instinct ecay). Li ritengo non solo (probabilmente) la migliore BM band "made in USA", ma anche uno dei miei gruppi preferiti in assoluto. La recensione che ho letto qui sopra non solo è poco esaustiva, ma si perde anche in chiacchiere inutili che poco hanno a che fare col suddetto disco. Parlando di musica, che per un recensore dovrebbe sempre essere il punto focale di un articolo come questo, questo lavoro è migliore di Silencing Machine (già ottimo di per se) semplicemente perché maggiormente rappresentativo del DNA dei Nostri. Ci sono momenti di riscoperta fieramente black metal, ed altri in cui un certo avanguardismo proprio dei dua album Black Meddle (Assassins e Addicts) viene fuori con prepotenza. I pezzi sono ispirati e ricchi di sentimento: quest'ultimo infatti si avverte palesemente in più di un'occasione (On The Other Side, Epitaph For A Dying Star, In The Absence of Existence). Si percepisce che si tratta di musica sentita e personale, inoltre il disco possiede un altro grosso pregio, ovvero quello di conservare al suo interno (anche nella struttura dei singoli brani) parecchia varietà compositiva per un genere come il BM (e in generale il metal estremo tutto). Credo che Blake abbia svolto un ottimo lavoro nell'assemblare tali canzoni, sia a livello lirico che musicale. L'apice, secondo me, lo raggiunse con Assassins nel mescolare alla grande tutte quelle influenze (dai Pink Floyd al black metal, per capirci), subito seguito da Addicts (notevoli le sfumature d'avanguardia, tra l'industrial e il prog qui), ma se si preferiscono dei Nachtmystium più legati alle proprie radici black dure e malinconiche, senza dubbio tale lavoro è un'ottima summa di quanto abbiano fatto da Istinct in poi. Se si ama invece il black metal grezzo chiaramente debitore alla scena norvegese, allora il disco da sentire è Reign Of The Malicious. |
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8
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Difficilmente rispondo ai commenti, che siano positivi o negativi. Ma li leggo e ci terrei in questa occasione a fare una precisazione. Non comprendo la polemica a livello di 'incoerenza' voto-recensione, in quanto il voto è una classificazione generale del disco che va al di là della storia della band: che sia un esordiente o un nome famoso, un 73 come detto da Lizard è un "più che buono". Come è questo disco, prendendolo singolarmente, visto che al momento di scegliere un voto cerco di allontanarmi un po' dalla mia visione soggettiva e mi immagino invece la persona che non ha mai sentito nulla della band in questione, che la scopre in home e ne dà un giudizio in base al voto che vede passandoci sopra col mouse, che deve dunque essere rappresentativo della singola pubblicazione in questione. Tuttavia, considerata la discografia dei Nachtmystium e la premessa che questo sarebbe dovuto essere il disco "finale di carriera", ci sarebbe stato da aspettarsi dell'altro imho, per questo lo scritto non è stato dei più gentili. Detto questo, che uno sia d'accordo o no con quello che è scritto in questa o mille altre recensioni, è normale e parte di questo lavoro, che tutti in questa pagina cerchiamo di svolgere con impegno. |
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7
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infatti Lizard non ho criticato il voto di questo album ma la recensione. Troppo semplificativa per un album piuttosto complesso ed incoerente con il voto finale. |
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6
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Non vedo coerenza tra la recensione (duretta, ma che apprezzo e rispetto comunque) e il voto (piuttosto buono), ma transeat. Non capirò mai perché in alcuni generi (es. brutal, old school thrash) la mancanza di innovazione sia vista dai più come un pregio e in altri no. Questo album a me guarda caso piace perché è come me lo aspettavo. |
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5
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Giusto per precisare che 70=buono, 73=più che buono... Tanto per dire eh... |
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4
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Silencing Machine è un album ottimo e questo è più che buono. pessima recensione. |
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3
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Voto troppo basso e recensione non idonea. Lascia la sensazione che il disco non sia stato ascoltato del tutto, o quantomeno in maniera non adeguata a poter esprimere un qualche giudizio in una qualche recensione. Va detto, non è un disco immediato, va assimilato un pochino, e dopo una intro piuttosto epica la seconda traccia lascia un po spiazzati. Tuttavia nel suo complesso a mio avviso almeno 80 li merita. I due migliori rimangono comunque Addicts e Silencing Machine (altro che senza infamia e senza lode...). |
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2
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Io preferivo di gran lunga il precedente, che ho trovato ottimo, questo non è male ma non mi convince, un pò come Addicts... |
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1
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bell'album,per me un 80 ci sta tutto |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Intrusion 2. Fireheart 3. Voyager 4. Into the Endless Abyss 5. In the Abscense of Existence 6. The World We Left Behind 7. Tear You Down 8. On the Other Side 9. Epitaph for a Dying Star
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Line Up
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Blake Judd (Voce, chitarra) Scare Crow (Chitarra) Dustin Drenk (Tastiera) John Porada (Basso) Sam Shroyer (Batteria)
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