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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Belphegor - Conjuring the Dead
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( 6455 letture )
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I Belphegor sono i quei gruppi definibili come “un’ arma a doppio taglio”. Dopo vent’anni di onorata carriera, infatti, sfornano il decimo album e forse ci si dovrebbe chiedere cosa ha portato di oggettivamente valido il passaggio di questo traguardo. Nel mondo contemporaneo del death/black i nomi cool o cult che saltano in mente all’ascoltatore odierno saranno forse i Portal, forse i Mitochondrion, saranno forse i Grave Miasma o i nuovi Bölzer. Saranno forse questi nomi, perché chi ascolta questo genere da anni è riuscito ad apprezzare la genuinità dei suddetti prodotti, band e stili del nuovo millennio, legati da un filo conduttore simile, pressoché impossibile da spiegare a parole. Saranno anche questi nomi suddetti perché, si sa, anche i nuovi ascoltatori vogliono quello che più impazza sulla rete e sulle webzine “che contano” e questo è più o meno quello che succede sulla soglia dell’underground. Ora c’è l’altro lato tagliente della lama: dopo vent’anni, quattro album sotto Nuclear Blast e un’altra manciata sotto Napalm Records, i Belphegor sono inequivocabilmente conosciuti in tutto il mondo del metal estremo, quel mondo che fa i suoi acquisti direttamente dalla label tedesca, oppure nei megastore musicali o nei centri commerciali. Eppure nonostante questa capillare messa in evidenza, i nostri austriaci sembrano non essere affatto conosciuti e ammirati tanto quanto altri nomi noti come, ad esempio, i Behemoth: una cartina tornasole come Last.fm (per quanto possa sembrare di media affidabilità però equivale essere -per la maggior parte dei casi- un’appendice alla vita multimediale di quasi tutti gli ascoltatori connessi col web), infatti, evidenzia subito la discrepanza che c’è fra i polacchi e gli austriaci. E qui si possono cominciare a capire le caratteristiche di queste due ‘lame’. Da un lato, un successo planetario che però sembra non essere direttamente proporzionale ad un effettivo merito; dall'altro lato la massiccia dose di un prodotto musicale che col passare degli anni ha goduto davvero di ben poco rinnovo stilistico (anche se sicuramente ci saranno sempre ascoltatori che si schiereranno in favore della coerenza e dell’oltranzismo).
Questo Conjuring the Dead si descrive con poco: il fatto che i Belphegor abbiano chiamato Erik Rutan come ingegnere del suono e produttore può subito far capire dove si sposterà la messa a fuoco delle sonorità. Gasmask Terror si pone subito sotto il riflettore per la velocità disumana della batteria, puntuale e laccatissima in ogni sua suo momento, e per i tripudi delle pelli, ai quali si aggiungono quelli delle chitarre, affilatissime e luccicanti quanto in realtà innocue: sofisticate e fantascientifiche armi da vetrina. Siamo ancora nel campo tipicamente degli anni ’90, dove si tenta di creare paura e terrore dal di fuori, invece di generare sconforto dal di dentro. Anche dopo le prime esasperazioni dell’omonima traccia, iniziamo a capire qualcosa: che i Belphegor possono rendere meglio sui mid-tempo (come la parte centrale di questo brano, dalle sonorità vagamente mediorientali), piuttosto che sulle ‘corse in autostrada’: Rex Tremendae Majestatis conferma in parte questa teoria. Certo, siamo ancora in mezzo a tanti cliché che inevitabilmente vengono fuori quando si affrontano queste mega-produzioni (il cambio di vocalist e di registro, femminile in questo caso; le chitarre acustiche; il tentare di creare del pathos aggiungendo synth intervallati ad ammassi di doppio-pedale…), ma quantomeno riusciamo ad capire quella mediocrità che alcuni classificano come “coerenza”. Gli atmosferici preludi di Black Winged Torment non sarebbero neanche male se non fossero spazzati via da un ammasso di violenza senza alcun senso né bersaglio, aggressività del tutto sterili, nonostante la magniloquente presenza di Glen Benton e Attila Csihar, chiamati a declamare delle blasfemie che guadagneranno ben poco rilievo. Anche i respiri strumentali di The Eyes sarebbero forse stati più apprezzati se i virtuosismi chitarristici non fossero mai emersi. Anche la parte centrale di Flesh, Bones & Blood poteva essere fatta risaltare in un modo diverso, anziché costellata di fischi armonici. Risulta quasi comico il fatto che il brano più azzeccato è quello posto in chiusura: la giusta dose di elementi aggressivi sottostà all’emersione di buoni particolari melodici e atmosferici.
Alla fine il responso sarà il solito: quelli che hanno sempre apprezzato i Belphegor continueranno ad ascoltarli, ma dubito che potranno urlare al miracolo o al capolavoro. D’altra parte, chi ancora non li ha fatti entrare fra le proprie grazie, non lo farà di certo con questo album.
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Io direi almeno 80. Non vedo l ora di sentir album nuovo! |
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25
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ma come 55?? merita almeno un 75 pieno zeppo di hit! non un punto basso grande album! |
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A quando una recensione di Lucifer incestus? |
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a me piace un casino, visti ieri live sono dei mostri un 85 se lo merita, le canzoni rendono tantissimo |
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album con i controcazzi, voto 83 |
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Totalmente in disaccordo:i Belphegor sono a tutti gli effetti dei pezzi da 90 della scena estrema.Chi non li capisce taccia su di loro.Tra la mia top 5 delle band black/death.Rispetto comunque l'opinione degli altri utenti. |
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20
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Come sempre sono d'accordo con er colica e quoto Vecchio Sunko per il voto! |
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Io ho sempre apprezzato i Belphegor e continuerò ad ascoltarli, dite quello che vi pare per me resta un grande gruppo. E questo disco è pieno di sfumature e buoni spunti, in classico stile Belphegor e molto coerente, io da un nuovo disco dei Belphegor non pretendo altro e sono convinto che sia un'ottimo disco. |
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@Marcio: per fortuna che esisti. Le tue esternazioni hanno illuminato di immenso la mia giornata e d'ora in poi farò incidere su marmo pregiato tutti i tuoi post. O sommo conoscitore dell'arte nera, ti ringrazio per le tue perle. |
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Ottimo album pezzi che spaccano dal vivo |
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Tantissimo guarda. Dovresti togliere la polvere da quel disco e iniziare a usare l'udito. Così tanto per gradire. Saluti  |
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Ascolto i belphegor dagli albori.nella loro discutibile varietà compositiva possono essere ritrovate molteplici influenze che,nel bene o nel male, han sempre giovato ad album di spessore. Ovviamente il sound é cambiato negli anni,ma quale gruppo in fin dei conti non ha provato a evolversi? Pur rispettando gli scritti sopra proposti trovo la recensione prevenuta,scritta da chi probabilmente non ê mai entrato in sintonia col gruppo. Detto questo se posso concludere vorrei ricordare a marcio chi. Lucifer incestus ha molto in comune dal punto di vista compositivo con questo album,un ascolto accurato giova spesso e volentieri. Tipico caso in cui il pubblico mostra il vero valore del disco a discapito del giudizio del singolo. A presto. |
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ecco l'ho potuto ascoltare tutto, ieri non avevo potuto e dico che è un onesto disco stile belphegor , io non pretendevo capolavori e macchine del tempo che ti riportano in dietro in tutto e per tutto quindi mi reputo soddisfatto da sta roba, per me di mestiere ma fatto bene e ha soddisfatto le mie aspettative. e come dice sunko de gustibus alla fine di tutto. |
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13
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Per me è un disco da 70 pieno....in ogni caso de gustibus non est disputandum... |
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Qualcuno ignora la discografia precendente dei Belphegor. Questo disco è insulto al loro passato. E' stato fin troppo buono il recensore. Vado a spararmi Lucifer Incestus, un disco black/death con le palle quadrate al contrario. |
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Forse fin troppo critico nei loro confronti, d'altronde sono paragonabili ai Cannibal per coerenza (anche se a differenza loro sono un po più altalenanti sulla qualità) quindi certi cliché me li aspetto, generalmente è un deciso passo in avanti rispetto al brutto BMN, finalmente con una produzione che non puzza di plastica ad ogni passaggio (Per quanto possibile sotto Nuclear blast). Per la qualità delle canzoni darei un 7 anche se Gasmask terror e In death le trovo più sotto tono rispetto alle altre. In conclusione un buon album di Death/Black il cui sporco lavoro lo fa senza compromessi. |
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10
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In tutta sincerità, questo è indubbiamente il loro disco più vario ed è da classificare fra le loro migliori uscite. Black/death diretto e di qualità superiore, per quel che riguarda la recensione sono invece in accordo esclusivamente sull'utilizzo di cliché, per il resto non condivido assolutamente niente. |
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9
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Io non l'ho trovato così disastroso, anzi...mah, questione di gusti. Per me merita 70. |
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@krendur: hai ragione. provvedo alla correzione  |
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7
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mmm comunque mi stavo un attimo sentendo qualche cosa perché ancora non avevo sentito niente di questa roba nuova, sapete è che questi continuano a ripetersi perché quello fanno, come detto da una parte non biasimo chi si sia scocciato ma dall'altra mi immedesimo anche con chi li conosce da tempo e sa cosa aspettarsi e quindi è contento cosi, anche in questa cosa non posso far altro che rispettarla. io stesso li conosco da tempo so quello che fanno, non mi aspetto altro e non credo che il loro seguito si aspetti chissà che capolavoro, si aspettano roba onesta e targata belphegor , e non nascondo che pure io quello mi aspetto da un gruppo come loro. è come i cannibal corpse ragazzi , mica sfornano sempre capolavori , so anni che fanno roba onesta e con il loro marchio, poi c'è stato qualche guizzo anche tra la roba più nuova ma alla fine è roba gustosa e fatta bene ma mica chissà che mega dischi insomma. poi per il discorso produzione li va a gusti c'è chi alla fine la sopporta anche se non gli fa di certo impazzire, c'è chi l'adora e c'è chi la odia e non riesce neanche ad ascoltare un minuto, non c'è una verità assoluta perché ognuno la prende a modo suo alla fine. |
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6
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E dire che ero fiducio per l'approdo di erik rutan alla produzione. Invece è uno schifo unico. Ormai sono morti e sepolti sotto un death/black finto come una banconota da 2500 euro. |
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5
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"un’altra manciata sotto Century Media" o.O forse Napalm Records volevi dire.....?  |
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4
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li ascolto dai tempi di necrodaemon terrorsathan.... son sempre stato un loro fan e non cambierò idea con questo disco....a chi piacciono e a chi no, la questione dei gusti purtroppo è fine a se stessa. |
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3
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concordo con lux Chaos...ho provato a riascoltare più volte il lavoro di questa band che ho apprezzato nel passato , ma che da "Walpurgis Rites...." non mi aveva più dato soddisfazioni...avevo letto recensioni positive ,ma non capivo il perchè...forse come dice Moro , sono diventati ormai un oggetto luccicante in vetrina (mi riferisco ad una produzione troppo artificiosa...)che attira forse chi non ha mai goduto del marciume sonoro dei primi lavori..in primis Blutsabbath...peccato.... |
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2
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Sia Lodato il Signore (o forse meglio satana in questo caso . E sia lodato pure Moro. Ho ascoltato il disco di questo gruppo di serie b due volte, e l'ho trovato insufficiente, trito, mediocre, noioso, ed ero stufo di leggere voti dal 7,5 al 9 (!!!) per sto dischetto...giustizia è fatta!  |
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1
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azz avevo visto tanto entusiasmo attorno alle canzoni di questo disco, dovrò ascoltarlo per vedere. posso comunque comprendere se uno si rompe un po' le palle ascoltando l'ennesimo loro disco. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Gasmask Terror 2. Conjuring the Dead 3. In Death 4. Rex Tremendae Majestatis 5. Black Winged Torment 6. The Eyes 7. Legions of Destruction 8. Flesh, Bones & Blood 9. Lucifer, Take Her 10. Pactum in Aeternum
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Line Up
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Helmuth (Voce, chitarre) Serpenth (Basso)
Session members: Alexandra “Dollface” Van Weitus (Voce) Glen Benton (Voce in Legions of Destruction) Attila Csihar (Voce in Legions of Destruction) Norwin Palme (Synth ed effetti) Sebastian Lanser (Synth ed effetti) Marthyn (Batteria)
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