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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Theatre Of Tragedy - Storm
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( 6141 letture )
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Dopo una pausa di cinque anni, tornano i norvegesi Theatre Of Tragedy, che i più avevano apprezzato per lavori di tutto rispetto come Aegis e per la loro proposta innovativa fondata su di un gothic/doom affidato alla doppia voce, l'una femminile di Liv Kristine e l'altra maschile di Raymond Istvan Rohonyi. Ma i norvegesi si erano un pò persi per strada con l'andare del tempo dando alla luce album non proprio entusiasmanti che si staccavano da, e che smentivano, tutto ciò che di buono era stato fatto. Bene, Storm può considerarsi un sunto dell'intera storia del combo norvegese, infatti il nuovo album pur presentando un certo ritorno alle origini, al tempo stesso non si stacca del tutto da quella sorta di electro-pop intrapreso in album come Musique e neanche da un gothic/rock alla HIM che sembra voler molto tener d'occhio le vendite. I Theatre Of Tragedy ripartono così da Storm e dalla nuova voce femminile di Nell Singland, che va a sostituire Liv Kristine, forse la figura più carismatica dei TOT. La nuova cantante, proveniente dai Crest, ha il principale merito di dare un apporto non tanto diverso dalla precedente vocalist, essendo infatti sia la voce sia l'interpretazione simili a quelle di Liv, mentre l'interpretazione maschile in alcuni frangenti meccanica, non mi ha affatto convinto, dando l'idea di ascoltare nu metal o crossover. Dei dieci brani presenti nel lotto, Storm, Silence, Begin And End e Debris sono quelli che sembrano aver un qualcosa in più rispetto al resto del platter, nonostane vi sia una certa uniformità e costanza anche a livello di songwriting. Nettamente bocciata la lenta, soporifera e noiosa Fade, ma anche altri pezzi come Exile non convincono del tutto. Storm è quindi un album che inizialmente rilassa ma che alla fine rischia di annoiare, noia accentuata peraltro da quell'uniformità di cui prima parlavo, che alla volte dà l'impressione di sentire e risentire sempre le stesse note e gli stessi ritornelli, ma non è un album da bocciare del tutto in quanto potrebbe rappresentare un punto di ripartenza per l'act norvegese se solo decidesse di abbandonare questo continuo ricorso a sonorità electro/pop e agli odiosi intermezzi crossover-oriented di Rohonyi.
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Dopo attenti ascolti di entrambi, Storm è migliore di Forever Is The World. Per me è un 75 (55 a FITW). |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Storm 2. Silence 3. Ashes and Dreams 4. Voices 5. Fade 6. Begin and End 7. Senseless 8. Exile 9. Disintegration 10. Debris
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Line Up
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Nell Sigland (vocal) Raymon Istvan Rohonyi (vocal) Lorentz Aspen (keyboards) Frank Claussen (guitar) Vegard Thorsen (guitar) Hein Frode Hansen (drums)
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RECENSIONI |
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