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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Demons & Wizards - Demons & Wizards
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( 3919 letture )
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I Demons & Wizards sono un progetto musicale nato dalle menti e dalle penne di Hansi Kürsch, cantante ed ex bassista dei Blind Guardian e dal chitarrista e master mind degli Iced Earth Jon Schaffer. I due musicisti sono legati da una amicizia di lunga data che aveva portato le due band in tour insieme nei primi anni delle rispettive carriere, quando il successo che li coinvolgerà in seguito era ancora una chimera. Siamo nel 1999 quando viene ufficializzato il progetto e sia Iced Earth che Blind Guardian stavano vivendo il momento di maggior successo commerciale raggiunto fino ad allora grazie anche a dischi come Something Wicked This Way Comes per gli americani e Nightfall in The Middle Earth per i bardi tedeschi, che sono giustamente riconosciuti come i rispettivi apici compositivi. Il nome del progetto fu suggerito dalla moglie di Schaffer e fu inizialmente Demons and Angels, a contrapporre l’anima (musicale) più aggressiva di Jon a quella più melodica e raffinata di Hansi, ma fu cambiato in Demons & Wizards per tributare l’omonimo album dei Uriah Heep del 1972.
Il progetto dei due musicisti era quello di fondere i diversi stili della band in un progetto power metal originale, in cui Schaffer si sarebbe occupato delle musiche e Kursch di testi e melodie, oltre che di tutte le parti cantate. Il progetto coinvolse anche il batterista Mark Prator alla batteria e Jim Morris alla batteria, praticamente tutta la sezione strumentale –anche se Jim Morris non era membro ufficiale della band- che era negli Iced Earth. Questa scelta si rivelerà un’arma a doppio taglio, infatti se da una parte era una formazione rodata e indubbiamente di spessore dall’altra inevitabilmente il disco suonerà esattamente come un disco degli Iced Earth con un cantante diverso. Il chitarrista infatti non cerca nuove soluzioni compositive ma persevera con un songwriting improntato sulla chitarra e con il suo sound caratteristico. A sua volta Kursch fa un buon lavoro, soprattutto a livello corale ma inevitabilmente la sensazione che pervade tutto il disco è proprio quella di un disco degli Iced Earth cantato dai Blind Guardian, unendo si i tratti distintivi delle due band ma senza creare nulla di veramente originale. Altro limite del disco proviene proprio dall’origine dei brani, la cui maggior parte venne composta da Schaffer come demo nei primi anni 90 e poi scartati dalla produzione per gli Iced Earth per poi essere riesumati e rivisti per l’occasione. Nonostante il massimo momento artistico e compositivo dei due artisti quindi non ci troviamo di fronte ad un lavoro totalmente fresco ed ispirato, tuttavia lungo i 52 minuti compongono il disco troviamo alcune gemme di bellezza che confermano che nonostante tutto la classe non è acqua. Discorso che vale sicuramente per l’inizio del platter, affidato ad un trittico davvero sopra le righe degno di nota che non può non strappare dei brividi ed emozionare l’ascoltatore. Anche l’intro Rites of Passage, composto da potenti riff di chitarra e cori / vocalizzi molto epici dimostra il proprio carattere, per poi sfociare nella bellissima Heaven Denies, brano straordinario in cui la chitarra inconfondibile di Schaffer sfodera riff granitici e fill di chitarra solista degna del miglior disco degli Iced Earth. La voce Hansi costruisce melodie azzeccate ed emozionali che esplode in un ritornello epico, memorabile e potentissimo. Molto d’atmosfera la parte finale arpeggiata, cupa e mistica. Riuscito anche il brano successivo Poor Man's Crusade, che trova la sua massima espressione anche in questo caso grazie al lavoro corale di Hansi, che cura tutte le voci, compresi i cori. Di tutt’altra pasta la successiva Fiddler on the Green, una ballata acustica basata su pochi accordi arpeggiati, molto intima ed emozionale, in cui tutto il gioco di squadra funziona, sia la prestazione strumentale, semplice ma azzeccata che l’interpretazione sentita di Kursch che conferma, se mai ce ne fosse bisogno, la sua abilità nel creare melodie su brani lenti ed epici. Riff trita ossa ed una ritmica forsennata di batteria per la successiva Blood on my Hands, in cui la mano di Schaffer è ancora inconfondibile, buono anche in questo caso il ritornello, anche se più canonico e meno memorabile di quanto ascoltato nei brani precedenti. Path of Glory, Winter Of Souls e The Whistler scorrono piacevoli ma senza destare particolari emozioni, e potremmo archiviarle come il classico compitino ben fatto ma senza troppa anima, mentre il trittico finale va a comporre una minisuite in cui viene narrato il mito del demone Azrael. Dal punto di vista musicale troviamo ancora le sfuriate power thrash tipiche degli Iced Earth, intervallate da momenti di ampio respiro rallentati ed impreziositi della prestazione di Hansi, che continua incessantemente a creare cori che alternano epicità ad atmosfere tenebrose e tetre. Chiusura affidata a Chant, outro che riprende il tema introduttivo di The Rites of Passage. La prestazione dei due protagonisti Shaffer e Kursch è di tutto rispetto, senza stupire ma a conferma del talento dei due artisti. Non memorabile per quanto buona la prestazione di Jim Morris alla chitarra solista, più a suo agio nel ruolo di produttore che non in quella di guitar hero.
Il disco ebbe un buon successo, tanto da affrontare una serie di concerti e apparizioni in festival di un certo rilievo, basti pensare che nell’edizione del Gods of Metal del 2000 suonarono appena prima degli Iron Maiden, dopo Edguy, Sentenced e Dark Tranquillity, nella posizione analoga in cartellone che il giorno dopo era degli Slipknot. Demons & Wizards è caldamente consigliato ai fans di Iced Earth e Blind Guardian, anche perché rappresenta un periodo storico fondamentale di entrambe le band, che da li in poi -mi perdonino i fans- non sono più riuscite a bissare il proprio apice compositivo e qualitativo. Il progetto Demons & Wizards vedrà solo un secondo capitolo, il buon Touched by The Crimson King pubblicato nel 2005, ispirato alla serie della Torre Nera di Stephen King. Un terzo capitolo è stato vociferato a lungo, prima annunciato per il 2011 o 2012 ma ad oggi non ha mai visto la luce.
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La recensione ha qualche anno , quindi sì il progetto ha avuto fine ( come la carriera di Shaffer?) con l’episodio numero III. I 3 cd non sono affatto male, ma seppure derivativo il primo album oggi lo rivaluto ed in maniera più che positiva, infatti anche se alcuni brani sono B side della prima anima della band di Shaffer dobbiamo ricordare che nel 1999 entrambe le band avevano appena sfornato i loro più grandi capolavori e lo stesso Shaffer aveva distribuito un live GRANDIOSO: Alive in Athens . Quindi come suona questo progetto nel 1999? Come doveva essere cioè una summa delle due anime niente di originale anche perché l’originalità è passata da entrambi i gruppi eppure tra i solchi del power Shaffer-ano troviamo spazio anche per i cori e le voci del Bardo e tutto funziona alla grande ( per lo meno nel primo lavoro ), qualcosa di magico pervade la stanza solo al cospetto della bellissima Fiddler on the green . Quindi per me dopo 23 anni di ascolto del platter in versione digipack ( ancora integro) con annesso popup della copertina ( ad opera del sempiterno Travis Smith) posso confermare un bel 80/100 |
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La recensione ha qualche anno , quindi si il progetto ha avuto fine ( come la carriera di Shaffer?) con l’episodio numero III. I 3 cd non sono affatto male, ma seppure derivativo il primo album oggi lo rivaluto ed in maniera più che positiva, infatti anche se alcuni brani sono B side della prima anima della band di Shaffer dobbiamo ricordare che nel 1999 entrambe le band avevano appena sfornato i loro più grandi capolavori e lo stesso Shaffer aveva distribuito un live GRANDIOSO: Alive in Athens . Quindi come suona questo progetto nel 1999? Come doveva essere cioè una summa delle due anime niente di originale anche perché l’originalità è passata da entrambi i gruppi eppure tra i solchi del power americano troviamo spazio anche per i cori e le voci del Bardo e tutto funziona alla grande ( per lo meno nel primo lavoro ), qualcosa di magico pervade la stanza solo al cospetto della bellissima Fiddler on the green . Quindi per me dopo 23 anni di ascolto dell’’album in versione digipack con annesso popup della copertina ( ad opera del sempiterno Travis Smith) posso confermare un bel 80/100 |
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Un disco che riascoltato oggi è una manna dal cielo, per freschezza e qualità compositiva. All'epoca- era il periodo d'oro del Power - non l'avrei detto. Obiettivamente alcune canzoni valgono da sole il prezzo del biglietto e la classe dei due compositori é fuori scala. 87. |
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14
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al gods del 2000 il cantante dei blind guardian purtroppo non ha fornito una prova maiuscola ,come sempre ci ha abituato,complice forse uno stato di salute non dei migliori… .comunque mi sono sempre piaciuti e spero un giorno che mettano alla luce il terzo progetto… . |
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13
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Mitici! Enorme esibizione al gods of metal di inizio millennio! Disco ottimo 85! |
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12
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eh si... quanti anni sono passati. Ascoltare Fiddler..., Blood on my hands, Tear down the wall mi mette ancora i brividi. Voce stupenda Hansi, voce stupenda... |
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11
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@Giullare io adoro gli Iced Earth e possiedo la discografia completa, ma l'ho apprezzato in parte quanto te...il problema è che alcuni pezzi sono un po, diciamo, di mestiere, mediocri, nella media , ad eccezione di un pugno di grandi canzoni...concordo con Mauro, anche 5 punti sotto per me, solo discreto |
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10
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Ho apprezzato questo progetto solo in parte, probabilmente perché sono un grande fan dei Blind Guardian mentre non so praticamente nulla sugli Iced Earth, comunque mi trovo d'accordo con recensione e voto. Fiddler on the green è da applausi a scena aperta. |
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9
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Mi ritrovo completamente nelle parole e nei ricordi di Radamanthis... 15 anni fa... una vita. Ma brani come Fiddler on the Green hanno la loro innata immortalità, in un certo senso... |
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8
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Ero entusiasta quando a cavallo del nuovo millennio uscì questo disco anche perchè Iced Earth e soprattutto Blind Guardian erano tra i miei ascolti quotidiani (e lo sono tutt'ora...). Pensare ai riff di Jon con la voce di Hansi era qualcosa che provavo ad immagginare e il sol pensiero mi entusiasmava. Poi all'epoca non c'erano samples, trailer e cagate varie....lo immaginavi, lo compravi e lo ascoltavi. Solo dopo un pò di ascolti nel lettore cd lo giudicavi! A tratti mi entusiasmò, a tratti mi deluse anche se i primi tratti erano maggiori rispetto ai secondi. Forse fu proprio la scelta di Jim Morris a far cadere un pò troppo verso gli Iced Earth le musiche, solo in alcune parti ci fu una vera fusione tra i due generi poichè per il resto si può parlare di un disco degli IE con il cantante dei BG, e mi sarai aspettato qualcosa di differente sinceramente. Le mie canzoni preferite in questo disco sono decisamente le prime Heaven Denies, Poor Man's Crusade e la magica Fiddler on the Green oltre alla suite finale sul demone Azrael. Sono in linea col buon Mauro per il giudizio e per il voto anche se quest'ultimo lo alzo un pò e dico 80. |
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7
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Anche io all'epoca mi aspettavo grandi cose. Le due band erano nel loro periodo migliore, e l'unione che ne sarebbe derivata mi intrigava parecchio. Le aspettative sono state un pò tradite, nel senso che qui sono presenti in effetti i trademark delle due band che ci si poteva aspettare (chitarre e voce ricordano in effetti le due band di origine ), ma il songwriting non fu dei migliori (così come nell'album successivo) nel senso che apezzi più che buoni sono stati affiaccati altri che stentevano ad avere una sufficienza o cmq a restare. In definitiva il voto del recensore mi trova d'accordo. |
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6
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comprato appena uscito anche io. subito amato! fusione quasi perfetta tra 2 band giganti del metal e risultato più che buono. bella recensione. voto 80 |
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5
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In quel periodo avevo nello stereo onnipresenti Iced Earth e Blind Guardian quindi mi fiondai sull'acquisto senza tentennamenti considerando anche che nei mesi precedenti all'uscita non si parlava d'altro. Mi immaginavo una creatura a cavallo tra le due bands ma ci rimasi male e non poco. sin dai primi ascolti mi diede l'impressione di un disco composto da pezzi non completamente sviluppati e con il tempo questa sensazione non migliorò. L'unico pezzo che ascolto ancora oggi è la bellissima Fiddler On The Green. Daniele@ li vidi anche io dal vivo e concordo... l'impatto di Iced e Blind Hansi e Jon lo lasciarono ben chiuso a chiave nelle rispettive case! |
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4
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Volevo precisare poi che l´anno di uscita é il 1999, come scritto sul retro copertina. |
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3
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Comprato appena uscito. Mi é sempre piaciuto e lo ascolto ancora oggi con piacere. Molto meglio questo cd di molti lavori successivi delle due band. Anche il secondo album fatto da loro é bello ma leggermente inferiore a questo. |
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2
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ah si ricordo suonarono al gods prima dei maiden. i soliti raccomandati di turno, fecero un live amorfo infarcito di due cover hells bells e una di alice cooper, tristezza |
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1
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Preso appena uscito, mi è sempre piaciuto. L'unione di due stili molto interessante. Poi da fan dei bardi di Krefeld come non si fa ad apprezzarli. Voto 80. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Rites of Passage 2. Heaven Denies 3. Poor Man's Crusade 4. Fiddler on the Green 5. Blood on My Hands 6. Path of Glory 7. Winter of Souls 8. The Whistler 9. Tear Down the Wall 10. Gallows Pole 11. My Last Sunrise 12. Chant
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Line Up
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Hansi Kürsch (Voce) Jon Schaffer (Chitarra, Basso) Jim Morris (Chitarra) Mark Prator (Batteria)
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