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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Civil War - Gods and Generals
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( 3537 letture )
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Quando si parla di power metal, la mente balza subito ad epiche battaglie fra elfi, draghi, stregoni e quant’altro, ambientate in terre fantastiche e senza tempo. Fin dai suoi albori, questo genere ha preso a piene mani da un po’ tutta la letteratura fantasy e dalla mitologia in generale, con una predilezione in particolare per quella nordica (da cui peraltro il genere fantasy discende direttamente). E così, album dopo album, band dopo band, le opere letterarie del maestro e padre del genere, John R.R. Tolkien, così come quelle dei suoi diretti discendenti, sono state “saccheggiate” senza pietà, fungendo da ispirazione per milioni di canzoni ed album. Gli svedesi Civil War invece sono una delle rare band che non segue questo diffusissimo background: nati nel 2012, il gruppo giunge ora al suo secondo full-lenght, Gods And Generals, uscito sotto Napalm Records e che sarà seguito da un tour mondiale come headliner. Il motivo di tanto successo immediato risiede principalmente nel fatto che ben tre dei componenti provengono dai Sabaton, band che negli ultimi anni è riuscita a crearsi un seguito più che discreto nel panorama power/heavy, grazie anche a sonorità piuttosto caratteristiche, uno stile che punta prepotentemente all’immediatezza, e soprattutto alle tematiche trattate nei testi, praticamente tutti incentrati su guerre ed eventi storici affini.
Includere l’ex gruppo di Daniel Mullback, Rikard Sundén e Daniel Myhr era d’obbligo, perché la loro nuova creatura grida Sabaton in ogni suo aspetto: dalle tematiche dei testi (anticipate già dal moniker stesso) alle sonorità, fino all’ispirazione dei brani. Tutto ciò è ampiamente messo in risalto fin dalle primissime note della opener War of the World in cui una maestosa intro orchestrale fa da preludio ad un brano che oggettivamente appare molto curato sul fronte delle melodie, quanto oggettivamente semplice a livello compositivo e strutturale. Altre somiglianze con questo gruppo si possono trovare anche, come anticipato, nell’ispirazione compositiva (ad esempio il brano Braveheart, con le sue strofe fatte di pianoforte e voce, ricorda molto Cliffs of Gallipoli, o ancora i ritmi e le melodie di USS Monitor strizzano piacevolmente l’occhio a brani come Into the Fire). Procedendo con l’ascolto si nota chiaramente che le canzoni mostrano attitudini neanche lontanamente votate all’innovazione o a sperimentazioni di qualunque tipo, proponendo invece una struttura che, salvo sporadiche variazioni, si ripete quasi per ogni brano: massicci riff che fungono da scheletro, ai quali si innestano strofe melodiche che sfociano in un possente ritornello corale. Da qui risulta chiaro che l’intento del gruppo è quello di puntare tutto su epiche melodie che entrano nella testa dell’ascoltatore nella maniera più diretta possibile, sacrificando ogni altro aspetto. Nel complesso il semplice stratagemma funziona, ma bisogna tener conto che una produzione di questo tipo difficilmente troverà molti consensi in quella fetta di pubblico fatta di ascoltatori più esigenti e dal proverbiale “palato fine”. Tutto ciò non è necessariamente una pecca, anche perché, tolto ogni giudizio di carattere puramente soggettivo, i Civil War riescono in buona parte a sopperire alla sensazione di “già sentito”, più che lecita se si considerano le somiglianze di cui sopra, e tutto ciò appare più che evidente soprattutto nel cantato. Già perché la voce di Nils Patrik Johansson è forse la principale punta di diamante della band: dotato di un’ottima estensione e di un timbro piacevolmente sporcato (ma all’occorrenza capace anche di passaggi puliti davvero godibili) che in più di un’occasione ricorda veterani come Ronnie James Dio e Jorn Lande, il cantante, ex Astral Door, riesce ancora una volta ad essere l’elemento cardine dell’intera produzione, oltre che costituire l’elemento chiave in grado di differenziare in maniera significativa il sound dei Civil War da quello dei Sabaton, donandogli al contempo una caratteristica invidiabile a molti altri gruppi. E così, tra i mid-tempo cadenzati ed atmosferici di Bay of Pigs e Schindler’s Ark, le piccole, quanto ben orchestrate, divagazioni folkeggianti di The Mad Piper, ed i malinconici passaggi della “patriottica” Tears from the North, il disco scivola via senza troppi intoppi, complice anche un ottimo missaggio in grado di rendere giustizia alle tastiere di Daniel Myhr, in questo frangente davvero molto curate, ed una sezione ritmica che contribuisce in maniera decisiva a creare un muro sonoro compatto e martellante. Sul fronte chitarristico invece troviamo una ritmica granitica ed una solistica altalenante, che riesce comunque a farsi apprezzare nonostante alcuni momenti in cui forse si sarebbe potuto fare di più.
A conti fatti dunque, questo Gods and Generals non è un brutto album. Oggettivamente ci troviamo davanti ad un disco di buona fattura, che riesce ad intrattenere e divertire, a patto ovviamente di essere amanti del genere e di non essere alla ricerca di un prodotto complesso o di natura anche solo vagamente sperimentale. Il massiccio e diretto power/heavy proposto dai Civil War è chiaramente indicato ad un pubblico in cerca di un sound diretto e senza troppi fronzoli, che farà sicuramente la gioia di tutti coloro che sono già fan dei Sabaton (e perché no anche di coloro che non sono riusciti ad apprezzare appieno alcune caratteristiche del gruppo di Joakim Brodén e soci). L’estro compositivo e le qualità per metterlo in atto ci sono tutte ma forse proprio per questo che, una volta giunti al termine dell’ascolto, balza alla mente il pensiero che forse, se solo la band avesse caratterizzato il proprio lavoro in maniera più personale, invece che seguire terreni già battuti, avrebbe potuto sfornare un vero e proprio capolavoro. Solo il tempo ci mostrerà che strada i nostri decideranno di prendere in futuro, ma nel frattempo preparatevi a tornare sul campo di battaglia. I Civil War sono tornati!
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8
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Dopo anni di ascolto, quest'album mi sembra addirittura anche meglio del debut. Mi piace tantissimo anche il terzo, The Last Full Measures. Per me sono una band fantastica, tra le mie preferite in assoluto. Mi spiace TANTISSIMO che Patrik Nils il cantante sia partito e non so cosa aspettarmi dal prossimo album senza di lui, visto che per me le sue liee vocali erano almeno il 50% del loro pregio. Li ho visti live con il nuovo cantante e non mi è dispiaciuto anche se eguagliare Patrick Nils sarà veramente dura. Incrocio le dita in attesa di acoltare il nuovo lavoro e ovviamente di vedervi live. Grandi CIvil War!!! |
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7
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Concordo con Steelminded bell'album! |
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6
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Grande album, inferiore all'epocale The Killer Angels e purtroppo con tre lenti/ballad che non trovavano spazio nel precedente. Se al posto di questi ci fossero stati tre killer tracks parleremo di una bomba al pari del debut. Comunque adoro questa band! Evviva! |
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5
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Sentiti nel weekend. Non sono i Sabaton di Carolus Rex ma questo ci va molto vicino. Album indubbiamente piacevole, migliore in ogni caso del precedente. Ottimo come soundtrack per le cavalcate sulle colline toscane... Au revoir. |
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4
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Molto interessante. Se siamo nella falsariga dei Sabaton di Carolus Rex, chisseneimporta del fatto che non sono originali. Se siamo sui livelli di Heroes, li manca proprio il songwriting. Vedrò di ascoltarlo. Magari anche il precedente. Au revoir. |
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3
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the killer angels rimarrà ineguagliabile,per mè è stato nella top five del 2013 sicuramente.questo gods and generals però non è male,solo per me meno vincente come brani. |
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2
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Bello. Per me Una spanna sopra heroes tanto per rimanere in tema |
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1
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il debut mi era piaciuta un sacco! qs nn l'ho ancora ascoltato. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. War of the World 2. Bay of Pigs 3. Braveheart 4. The Mad Piper 5. USS Monitor 6. Tears from the North 7. Admiral Over the Oceans 8. Back to Iwo Jima 9. Schindler’s Ark 10. Gods And Generals 11. Knights of Delecarlia (Bonus Track) 12. Colours on My Shield (Bonus Track)
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Line Up
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Nils Patrik Johansson (Voce) Rikard Sundén (Chitarra) Petrus Granar (Chitarra) Daniel Myhr (Tastiere) Daniel Mullback (Batteria)
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