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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Civil War - The Killer Angels
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( 4768 letture )
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Marzo 2012: i Sabaton annunciano la separazione da ben quattro dei sei membri della formazione, da ambo le fazioni ben presto viene annunciata la volontà di proseguire il proprio cammino artistico. Joakin Broden assolda nuovi membri e parte in tour a supporto del disco Carolus Rex, mentre i quattro uscenti dalla band fondano i Civil War reclutando Stefan “Pizza” Eriksson (Volturyon) al basso ed il talentuoso Nils Patrik Johansson (Astral Doors, Lion's Share) alla voce. The Killers Angels è il primo lavoro dei Civil War, pubblicato da Despotz Records. Il genere proposto è un power con inclinazioni heavy ed epic che molto ricorda i Sabaton e che ci fa capire che la separazione non è da ricercare in divergenze stilistiche quanto probabilmente personali. Chiariamo subito un concetto: di innovazione non se ne troverà nemmeno l’ombra in nessuno degli undici pezzi proposti; nell’heavy, nel power, nell’hard rock il concetto di innovazione è infatti più chiacchierato che realmente voluto dagli ascoltatori, quello che però è indispensabile è un buon songwriting ed una certa fantasia nella composizione, oltre ad un livello tecnico discreto che nel 2013 dev’essere scontato. Certo, un minimo di personalità è necessaria, ma in un genere a cui si accosta spesso la parola classico è difficile trovare realmente qualcosa di nuovo.
The Killers Angels è un concept sulla battaglia di Gettysburg e sulla Guerra di Secessione degli Stati Uniti, tema già di per sé non molto originale. King of the Sun ci catapulta indietro di trent’anni, quando una certa Holy Diver scosse il mondo del metal; se poi ci mettiamo pure la voce di Nils Patrik Johansson che si sforza qui più che mai di assomigliare al compianto Ronnie James Dio l’inizio non è dei più entusiasmanti. Il pezzo si lascia ascoltare, ma la sensazione di già sentito è quasi fastidiosa. First to fight solleva leggermente il livello, pur non facendo gridare al miracolo, ma i ritmi serratissimi di batteria ed un ritornello efficace ne faranno un cavallo di battaglia dal vivo. Saint Patrick’s Day è un bel brano in cui troviamo melodie ed influenze folk, peccato che la somiglianza con la bellissima Over the Hills and Far Away di Gary Moore (ripresa tra gli altri dai Nightwish) sia notevole. Un inizio di disco che non convince, non riesce a far presa e risulta colmo di troppi richiami ad altre band; per fortuna da Rome is Falling le cose cambiano in modo sostanziale. Il brano è sicuramente una delle hit del disco -non a caso è stato scelto come singolo: dopo una breve intro elettronica troviamo ritmiche pesanti, atmosfere epiche e un grande ritornello coinvolgente senza essere banale. Più easy listening ma altrettanto efficace la veloce Sons of Avalon; ennesimo centro poi con I Will Rule the Universe, mid tempo sostenuto sicuramente studiato e composto per far sfaceli dal vivo. Senza troppa fatica, infatti, la band riesce ad infilare una serie di brani dai ritornelli immediati, come in Lucifers Court, che segue questa semplice ricetta: riff introduttivo e linea vocale melodica e ritornello d’impatto senza scadere nel (troppo) banale. Anche i restanti brani si mantengono su livelli alti e con spunti parecchio interessanti, dalla cadenzata Brother Judas alla veloce My Own Worst Enemy. La prestazione dei singoli musicisti è impeccabile pur senza segnalare nulla di strabiliante. Rikard Sunden e Oskar Montelius si confermano due buoni chitarristi senza mai sforare nel virtuosismo, Daniel Mullback un batterista che non stupisce ma sempre preciso e vario nella prestazione, supportato dal buon Stefan Eriksson al basso, ed infine Daniel Mÿhr riesce a tessere buone trame e le sue tastiere risultano l’ingrediente in più, quello che non si sente tantissimo ma fa la differenza. Di Nils Patrik Johansson ne abbiamo già parlato, la sua prestazione è molto buona e la sua voce si adatta benissimo ai pezzi dei Civil War, il difetto da segnalare è semmai la mancanza di un’impostazione che la possa rendere più personale, senza ricordare spesso Ronnie James Dio o un Chris Boltental nelle parti meno melodiche.
Un disco ben riuscito quindi, nonostante un inizio per nulla convincente. I richiami ai Sabaton ci sono ed è inevitabile, visto che 4/6 della band proviene da li, ma date anche le differenze dei singer non si rischia di confondere le due band. Riprendendo il discorso iniziale, The Killers Angels ha poco o niente di originale ed innovativo, ma dimostra che brani efficaci e musicisti con le idee chiare possono ancora comporre dischi di power metal ed heavy classico decisamente piacevoli ed interessanti.
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18
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Questo disco è una caxxo di droga. Cannot stop loving it. Voto: 100. Anche i testi molto belli. Evviva. |
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17
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82? Forse ad un primo ascolto.... Poi 95. |
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16
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Il più bel disco degli ultimi dieci anni... Ma siete pazzi? Dico siete pazzi a non esaltarvi co sto capolavoro???? Ready to fight; fire at will We shall die in Gettysburg Ready to fight; fire at will People will cry over Gettysburg |
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15
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Stavo riascoltando questo disco e venivo su Metallized a scrivere di nuovo lo stesso messaggio qui sotto. Questo disco è storia. Se non hanno il successo che meritano, il mondo è fuori di testa!!! Evviva! |
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14
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Disco epocale. Insieme a hammer of the North no dei migliori dischi heavy metal dell'ultimo decennio. Bye bye sabaton. |
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13
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Non mi è piaciuto, mi ricordano molto i Sabaton più heavy (tutte i brani in qualche modo devono qualcosa ai vari Carolus Rex, The art of war ecc)...il cantante poi per me è indigeribile. Sono curioso a questo punto di vedere cosa combineranno i Sabaton con la nuova formazione. |
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12
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L'ho riascoltato di nuovo e mi ha confermato tutta l'ottima impressione che mi aveva fatto al primissimo ascolto... Effettivamente il paragone con i Sabaton ci sta. Il valore aggiunto qui però lo fa il cantante, davvero grandissimo, che come nota giustamente il recensore differenzia parecchio il prodotto finale dai fratelli maggiori Sabaton. Davvero un bell'album, a tratti ottimo! Raramente tra l'altro mi è capitato di essere così tanto in sintonia con l'ottimo recensore. 82 anche per me (ma potrebbe salire col tempo). Evviva! |
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11
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L'ho riascoltato di nuovo e mi ha confermato tutta l'ottima impressione... Effettivamente il paragone con i Sabaton ci sta. Il valore aggiunto qui però lo fa il cantante, davvero grandissimo, che come nota giustamente il recensore differenzia parecchio il prodotto finale dai fratelli maggiori Sabaton. Davvero un bell'album, a tratti ottimo! Raramente tra l'altro mi è capitato di essere così tanto in sintonia con l'ottimo recensore. 82 anche per me (ma potrebbe salire col tempo). Evviva! |
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10
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Ah sono ex Sabaton members. Ora capisco gli accostamenti e il perchè un tour da headliner subito... |
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9
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Da quello che ho ascoltato per me sono molto meglio dei Ciabatton,, ops scusate dei Sabaton - che come si vede non amo molto (chiedo scusa ai fan)... Tra l'altro, questi al primo full-length si fanno già un tour da headliner mi pare... Non male direi... |
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7
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Bravi e con buone prospettive, ma una spanna sotto i Sabaton. Voto: 77 |
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6
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Bello, nulla di originale certamente, una band che naturalmente richiama i Sabaton ma con l'aggiunta di un ottimo cantante che non stanca mai. Heavy con i controcazzi, power suonato come si deve...mettiamola un pò come si vuole ma di certo è un disco che si colloca su livelli ottimali. E' effettivamente sul livello qualitativo dei recenti Sabaton (livelli alti direi) ma viene impreziosito dalla voce di Nils Patrik Johansson e dal lavoro sopraffino di Daniel Mÿhr. Top songs direi: King of the Sun
, Saint Patrick's Day (che però voglio sperare essere un tirbuto a Over the hills...è praticamente identica...) Rome Is Falling
, Sons of Avalon, Lucifer's Court e la speed My Own Worst Enemy. Voto 84 |
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5
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Per me uno dei dischi Heavy/Power dell'anno.non ha un pezzo brutto,cantato divinamente,lo sto continuando ad ascoltare e non mi stanca mai.Davvero Bravi. |
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4
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bella recensione e voto corretto, cmq in linea con i dischi recenti dei sabaton (d'altronde sembra ovvio che il livello musicale e la proprosta musicale offerta sia quella). molto particolare la voce di Johansson. Molto belle le tracce 3, 4, 5, 7. il mio voto è 80 |
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3
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Leggendo la recensione ci si aspetta un 65 o giù di li e poi leggo 82 lol. Comunque già che i Sabaton non mi hanno fatto mai impazzire e in questo periodo il genere mi stufa in fretta lo ascolterò poi. |
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2
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Che il cantante sia bravo non ci piove ( basta sentirlo con gli Astral Doors ) ma che ci voglia poco a fare meglio dei Sabaton degli ultimi tre dischi è una dichiarazione che lascia un po' perplessi. |
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1
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già che alla voce c'è un vero cantante invece di una cornacchia è una gran cosa, sicuramente meglio di qualunque cosa marchiata sabaton, non che ci volesse molto. per il resto onesto heavy metal senza troppe pretese ma godibile per qualche ascolto. 70 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. King of the Sun
2. First to Figh t
3. Saint Patrick's Day
4. Rome Is Falling
5. Sons of Avalon
6. I Will Rule the Universe
7. Lucifer's Court
8. Brother Judas
9. My Own Worst Enemy
10. Gettysburg
11. March Across the Belts
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Line Up
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Nils Patrik Johansson (Voce) Rikard Sunden (Chitarra)
Oskar Montelius (Chitarra) Daniel Mÿhr (Tastiere)
Stefan "Pizza" Eriksson (Basso)
Daniel Mullback (Batteria)
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