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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 1845 letture )
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Un viaggio all’inferno e ritorno per ricominciare di nuovo
Con queste parole si apre la presentazione di Vanità, seconda fatica discografica dei Requiem, band punk\alternative in arrivo da Seregno, da non confondere con l’omonima band di Mario Di Donato, e pronta a spaventarci con immagine e tematiche disturbanti e oscure. Il gruppo si è formato nel 2009, e dopo qualche assestamento della line-up e un demo, ha auto-prodotto e lanciato sul mercato il primo album Eterna Dannazione uscito, guarda caso, il 31 ottobre del 2011 a cui fa seguito questo Vanità, uscito per Bagana Records. I quattro propongono un sound che affonda per bene le sue radici nel punk, ma che si lascia spesso contaminare da tinte alternative e drak date soprattutto per quanto riguarda le tematiche delle lyrics, legate all’horror e ai meandri più oscuri dell’animo umano. La band è composta da Rob Vizio, voce e chitarra ritmica; Loray alla sei corde solista; Armand Jesus, basso e backing vocals e Alvarez dietro alle pelli.
In Vanità, come è facile intuire, si parla principalmente di uno dei danteschi sette peccati capitali in quello che si configura come un vero e proprio concept album. I Requiem raccontano la storia di una donna che, immersa in una certa parte della società moderna basata sull’apparenza e la superficialità, pur di mantenere l’agognata bellezza scenderà a compromessi con tutto e tutti. Il viaggio parte dalla title-track che introduce la protagonista e la sua ossessione, nel susseguirsi delle tracce si potrà osservare la continua caduta e il turbine di follia che la porterà fino al male supremo, passando attraverso l’affiliazione ad una setta e all’omicidio. Ma come dice la frase introduttiva, Vanità non è solo una discesa agli Inferi, ma anche una risalita: la protagonista, infatti, dopo aver toccato il fondo, seppur irrimediabilmente segnata, inizia la sua risalita verso una nuova vita. Il concept è ottimamente realizzato e i testi, pur trattando un argomento non originalissimo, sono decisamente uno dei punti di maggior forza di questa uscita. Quello che invece presenta qualche punto rivedibile è la musica che dovrebbe sostenere la narrazione. Le canzoni che compongono l’album soffrono di una certa ripetitività che alcune volte porta l’ascoltatore a distinguere con difficoltà una song dall’altra, con una struttura, soprattutto ritmica, troppo statica e un riffing poco fantasioso. Il tutto non è aiutato dalla produzione che prende decisamente troppo alla lettera la povertà e la poca chiarezza del sound punk “classico” restituendo un suono troppo impastato e caotico. Nota di merito, invece, all’ottima prova dietro al microfono di Rob Vizio che trasmette bene il crescendo apocalittico del concept.
Seconda prova superata a metà per i Requiem, ottimo il concept e i testi che lo vanno a comporre, da migliorare la parte musicale che forse dovrebbe lasciare più spazio alla vena alternativa e horror, che mostrandosi in alcune delle tracce mette in luce le ottime potenzialità della band, lasciando un po’ da parte la semplicità e staticità delle infulenze punk che frenano troppo la creatività dei quattro. Le basi ci sono e sono più che buone, c’è “solamente” da affinare qualcosa qui e là e smussare qualche angolo per arrivare a qualcosa di veramente valido.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Intro 2. Vanità 3. La Setta 4. Marcia Funebre 5. Caronte 6. L'Ombra del Diavolo 7. Il Patto 8. Vittime 9. Fuori dall'Abisso 10. L'alba che Verrà 11. L'amore Morde 12. Finché Morte Non Ci Separi
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Line Up
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Rob Vizio (Voce e Chitarra Ritmica) Loray (Chitarra Solista) Armand Jesus (Basso e Voce) Alvarez (Batteria)
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