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Negacy - Flames of Black Fire
( 1833 letture )
Altra band proveniente dalla Sardegna che propone ottima musica fatta come si deve. I Negacy giungono con Flames of Black Fire al proprio debutto, sotto l’ala protettrice dell’attivissima Jolly Roger Records proponendo un heavy roccioso e potente che fa della modernità la propria arma vincente. La band nasce dalle ceneri dei Red Warlock, anche se i componenti sono pressoché gli stessi. L’esigenza di cambiare moniker deriva dal nuovo corso musicale, più cupo ed aggressivo, che meglio si rispecchiava, con l’unione delle parole “negation” e “legacy”; da qui il nome Negacy. Le influenze della band sono evidentemente legate al metal anni 80 e 90, ma piuttosto che dalla N.W.O.B.H.M. i cinque ragazzi prendono spunto dall’heavy/thrash di Megadeth, Annihilator, e senza ombra di dubbio Nevermore. La band di Warren Dane e Jeff Loomis è senz’altro la principale musa ispiratrice dei Nostri e risulta evidente specialmente nella sezione ritmica e nel guitar work. La band vanta anche un tour americano che è servito per maturare ulteriormente e giungere alla stesura e pubblicazione dell’album in oggetto col giusto bagaglio di esperienza.

Il disco si apre con la intro Refugees In Wastelands, che per una volta non è un brano con basi di tastiera o cori in stile gregoriano, ma un minuto e mezzo di heavy/thrash cupo ed evocativo che già lascia capire quello che ci aspetterà. Arriviamo quindi a The Great Plague, brano piuttosto articolato e di impatto, che miscela le coordinate musicali già citate, puntando sulla potenza, ma senza sottovalutare l’aspetto melodico ed ovviamente con una buona dose di tecnica. Mind Flayer prosegue con atmosfere cupe ed una dose di malinconia e drammaticità esaltata dalla prestazione vocale di Marco Piu, molto bravo nell’adattare il suo stile di canto con la proposta musicale, passando dallo scream alle parti pulite in modo decisamente naturale, e pur senza raggiungere note altissime dimostra una padronanza delle proprie doti in maniera matura e consapevole. Anche da questo punto di vista qualche accostamento con Warren Dane ci sta, ma nel paragone si è sicuramente influenzati dalla proposta musicale. La title track ci mostra ancora il loro lato più cupo e drammatico, con qualche influenza power, riconducibile però a band più di nicchia, come Angel Dust o Manticora, in cui la vena power classica lascia spazio ad aperture melodiche più teatrali ed articolate. Da segnalare anche una prestazione sopra la media dei due chitarristi Andrea Giribaldi e Gianni Corazza i quali, seppur dotati di una tecnica elevata, non si limitano ad una mera esecuzione della stessa, ma riescono a creare trame chitarristiche intricate ed interessanti. Non da meno la sezione ritmica curata da Tony Rassu al basso e Claudio Sechi alla batteria, precisi ed autori di un’esecuzione sempre varia e non banale. Ogni brano è un piccolo gioiello da ascoltare e sviscerare, e nessuno di essi si può considerare un filler; se proprio bisogna trovare un difetto, lo si può rintracciare nella mancanza di varietà stilistica dei brani, ma nel complesso potrebbe essere proprio l’intenzione della band puntare su questo.

Flames of Black Fire è un disco non banale ed estremamente godibile, curato nel songwriting e nell’esecuzione, così come nella registrazione e nel missaggio, che pur essendo moderni non hanno commesso l’errore di puntare sul muro sonoro distruggendo la dinamica. I Negacy meritano di essere presi in considerazione e di guadagnarsi la giusta visibilità. Promossi e consigliati.



VOTO RECENSORE
77
VOTO LETTORI
87.18 su 11 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2015
Jolly Roger Records
Heavy
Tracklist
1. Refugees in Wastelands
2. The Great Plague
3. Mind Flayer
4. Need No Guidance
5. Flames of Black Fire
6. Eradicate
7. Parasite
8. Nothing Changes
9. Eye of the Thunderstorm
10. Epitaph
Line Up
Marco Piu (Voce)
Andrea Giribaldi (Chitarra)
Gianni Corazza (Chitarra)
Tony Rassu (Basso)
Claudio Sechi (Batteria)
 
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