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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Keep On Rotting - Unforeseen Consequences
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( 842 letture )
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Dopo l’EP intitolato The Beginning e pubblicato nel 2011, escono con il loro debutto i Keep On Rotting, band death metal della Repubblica Ceca. Sono rimasto sinceramente molto colpito da questo Unforeseen Consequences. Dopo una prima traccia d’intro e un pezzo più interlocutorio, si schiude alle orecchie dell’ascoltatore una piccola gemma. Freud’s Secret Desire, con la sua apertura acustica e il suo stupendo svolgersi, tra le pieghe di un death metal tecnico e trascinante, rappresenta uno dei punti più alti del lavoro di un gruppo che potrebbe avere qualcosa d’interessante da dirci in futuro. All’interno del disco è possibile ascoltare le più disparate ispirazioni. Alcune più propriamente melodiche, come il già citato intro di Freud’s Secret Desire, oppure pezzi con una venatura più progressiva come la strumentale Rewarded With Extinction, e altri che riportano alla mente le brillanti intuizioni ritmiche degli At the Gates, come Ones and Noughts Pool. Molto interessante è anche il pezzo Lethe che trae ispirazione dai veloci arpeggi e dalle ritmiche taglienti dei The Black Dahlia Murder, anche se la traccia è quasi irrimediabilmente rovinata dal cantato di Ládin, che si lancia in quella che sembra essere una parodia di King Diamond, e la title-track, Unforeseen Consequences.
Il disco scorre molto bene. Sono offerti grandi spunti puramente tecnici, come nella chiusura di Ručník, který nikdy neuschne, unico pezzo insieme a Lethe ad essere cantato in ceco, altri più melodici. Non vi sono né punti morti né veri e propri momenti di calo, l’unico difetto che si potrebbe imputare alla creatività del gruppo ceco è una certa prolissità di alcuni intro, come Freud’s Secret Desire, soprattutto se contrapposti poi al veloce e forsennato svolgimento del resto del pezzo. Inoltre, è bene sottolineare ancora la pessima prova alla voce su Lethe: sicuramente un esperimento che in futuro non sarà ripetuto. Le chitarre e il basso offrono delle ottime prove, soprattutto Otho che riesce spesso ad emergere dalle pieghe delle distorsioni delle chitarre, mettendo in mostra un’ottima preparazione tecnica e un discreto gusto nel groove, mentre la batteria di Hanzz, pur non lanciandosi in grandi tecnicismi, risulta sempre ben calibrata e ordinata.
Senza scendere in lunghe disquisizioni di natura accademica, Unforeseen Consequences rappresenta un’ottima commistione tra il death metal di matrice più melodica d’area scandinava e quello più tecnico d’area germanica, che riesce a stupire l’ascoltatore in ogni suo momento ed episodio.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Introitus 2. Beneath the Grandma’s Stroke 3. Freud’s Secret Desire 4. Ones and Noughts Pool 5. Rewarded With Extinction 6. To Die On Time 7. Lethe 8. Unforeseen Consequences 9. Ručník, který nikdy neuschne
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Line Up
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Ládin (voce, chitarra) Štěpi (chitarra) Otho (basso) Hanzz (batteria)
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RECENSIONI |
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