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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Presence - Rock Your Life (Reissue)
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( 1151 letture )
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Da piccolo credevo che la parola “amarcord” derivasse dall’inglese come “selfie” e “cocktail”, anni dopo capii il disguido. Amarcord è un neologismo creato dal regista Federico Fellini per il titolo di un suo film. Questo film ebbe talmente tanto successo che amarcord continuò a circolare nella nostra lingua senza problemi; venne introdotto anche nel dizionario italiano. Ma cosa vuol dire in realtà? Si tratta di una contrazione della frase romagnola “a m'arcord” - "io mi ricordo" e significa: rievocazione in chiave nostalgica. Se questa recensione fosse un film il titolo sarebbe sicuramente questo. Tutti seduti prego, sta iniziando il film. Il film è una pellicola strana, di quelle che mettono a Rete 4 dopo mezzanotte: ci sono quattro ragazzi che vengono dalla Francia e giocano a fare le rockstar, vogliono diventare come i gruppi nei loro poster. Hanno con sé manuali del tipo “Come suonare hard & heavy come si deve”, cassette e LP di Saxon e Scorpions, strumenti e si chiamano Presence. Il loro è un film che durerà ben poco, appena un album ed un EP; una pellicola breve ma intensa come solo le cose piene di ricordi possono esserlo. Gustiamoli appieno e capiamone il perché.
L’album si chiama Rock Your Life e presenta al suo interno nove brani (otto inediti ed una cover) dalla durata che va dai tre minuti ai cinque e mezzo di un unico brano. Ciò rende godibile l’ascolto dell’album e fa sì che tanti pensieri scorrano velocemente e si intreccino. Amarcord perché le canzoni composte dal gruppo incarnano alla perfezione l’epoca in cui furono composte; sono la quintessenza dell’hard & heavy, hanno lo stesso patrimonio genetico di Saxon, Van Halen e Scorpions. Pur essendo un lavoro molto dignitoso, è difficile ascoltarlo e scioglierlo dai legami che esso ha con i gruppi citati in precedenza. È troppa la riverenza e l’amore che il gruppo dimostra nei confronti di tali mostri sacri. Tutto è più chiaro facendo partire il primo brano: Danger Zone è una traccia ottimamente composta ma che risulta troppo nello stile Scorpions, il cantante tende a imitare proprio Klaus Meine e questo non giova sicuramente. Proseguendo troviamo il brano più pesante dell’album e anche il migliore insieme all’ultimo, riff al vetriolo e assoli fulminei coprono bene la mancanza di carattere del cantante in certe fasi della canzone. Arriviamo dunque alla traccia che da il nome all’album, un bel pezzo che fonda la sua forza nella strofa molto convincente e negli assoli ben composti dal chitarrista; da rivedere il ritornello. Dopo una ballad che non spicca più di tanto, troviamo la bella cavalcata Com’ on Baby, che si conclude con un lunghissimo assolo di chitarra. Subito dopo la cover dell’album: purtroppo per loro la scelta sarà infelice. L’idea di fare una cover dei Led Zeppelin come i Led Zeppelin ha sortito lo stesso effetto di provare a correre i 100m contro Bolt. Brano dalla riuscita piatta, infantile e monca (manca l’assolo di batteria finale). Fortunatamente i nostri ragazzi si rialzano con un pezzo dal chorus avvincente e dal ritmo piacevole, Stop (Breaking My Heart), che mette in buona luce il lavoro del batterista. Una soddisfazione però se la sono tolti: chiudere l’album in bellezza con una perla che si apre impazzendo e si chiude con qualcosa di inaspettato che lasciamo scoprire a voi; ottima traccia vocale, lavoro alla chitarra massiccio e colpi di scena nei finali sono d’obbligo. Si chiude l’album, Paris’ Burning è un brano meraviglioso e ci rimane l’amaro in bocca per i passi falsi e le pecche di quest’album, dettate dall’inesperienza di quattro ragazzi al primo lavoro con buona tecnica, tantissimo amore per un genere come l’hard rock che in quel periodo spopolava, ma poca personalità, a singhiozzo, poche scene che levano il fiato di un album comunque sufficiente e piacevole. Poco più di mezz’ora di ricordi e musica ben suonata, ma non molto ben composta.
Dopo il 1986 non se ne seppe più nulla, non si seppe più nulla di quei quattro ragazzi francesi, innamorati dei Saxon, con gli album degli Scorpions e le magliette dei Van Halen; col cantante che assomigliava molto a quello dei secondi e il chitarrista davvero bravo. Dove saranno? Da qualche parte nella musica, basta controllare bene. Fine. Pubblicità.
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2
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Non li conoscevo, mi sono andato ad ascoltare l'album sul tubo, e devo dire niente male sul serio, peccato per quegli errori e imperfeazioni dovute ad inesperienza, pero' mica male, l'ultima traccia e' veramente bella e appassionante.Peccato solo un album ed un ep, forse sarebbero potuti migliorare, concordo comunque con la recensione. |
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Bella recensione Nino descrivi molto bene la band. Sentiti sul tubo, effettivamente Pari's Burning e un buon pezzo finale sorpendente. La voce è troppo Meine ma la presenza di Abatantuono nella foto li rende ancora più simpatici  |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Danger Zone 2. Metal Rage 3. Rock Your Life 4. No Way 5. Com' on Baby 6. Rock n' Roll (Led Zeppelin Cover) 7. Stop (Breakin' My Heart) 8. When a Wall Is Made 9. Paris' Burning
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Line Up
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Pat Hynorson (Voce, Chitarra) Gil Di Bravo (Chitarra) Tommy Krueger (Basso) Stephan Crisis (Batteria)
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