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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Queens Of The Stone Age - Songs For The Deaf
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( 16779 letture )
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Il dolore mai pienamente represso per la mancanza (ahimé) di stoner targato Kyuss, fu in parte lenito da questi Queens Of The Stone Age, band che prelevò componenti direttamente dal deserto rock che fu. Nick Oliveri e Josh Homme con il supporto di un certo Dave Grohl (Nirvana e Foo Fighters tanto per non far nomi) e dell'ex cantante dei troppo sottovalutati Screaming Trees, Mark Lanegan, diedero vita ad un progetto alternativo dal forte spessore e dal carisma decisamente elevato. Songs for the Deaf fu il seguito di Rated R (2000) e dell'omonimo esordio (1998) ed ebbe un riscontro di pubblico e stampa specializzata davvero notevole. La grandezza di questo disco fu nel far apparire sonorità ormai date per scomparse (nel buco nero di Seattle) sotto un'altra luce, più stoner e “sottile”. I Queens Of The Stone Age adottarono una linea sintetica e malsana, condita e giostrata a piacimento dal genio di Homme, un'anima perversa e pregna del lento sapore del deserto. I pochi granelli rimasti attaccati, si resero fastidiosi, si fecero, per meglio dire, sentire sul sound. Da qui nacque la sporca litania rock di You Think I Ain't Worth a Dollar, But I Feel Like a Millionaire, la grezza preghiera nirvaniana di Go with the Flow, la filtrata A Song for the Dead, il funkeggiante e lacerante incidere di No One Knows, pezzo di una bellezza disarmante, estrema e sotterranea, il sentito rimando ai fasti di Uncle Anesthesia di God Is In The Radio e il dolce passo di Mosquito Song, l'unico brano acustico, una ballata in puro stile Lanegan (da solista), condita di pianoforte ed archi. Si ravvisarono ombre occulte di gruppi “alchemichi” come Fu Manchu, Monster Magnet, Alice In Chains, Soundgarden (assaporare l’incredibile gusto di First it Giveth per rendersi conto) e le malinconiche marcie degli Stone Temple Pilots che furono (The Sky is Fallin'), in un vortice di rock senza confini, che i Queens Of The Stone Age riuscirono a far loro con disarmante facilità. Il segreto di tale successo fu la percezione della melodia nel perforante territorio stoner/rock, la perfetta penetrazione di un grezzo suono, capace di assimilare i vari trip stoner e di percuoterli su estremismi punk/rock. Ma quel che più colpì di Songs for the Deaf fu la semplice bellezza delle canzoni, la presenza della linearità fra le continue scheggie d’originalità e un mutare essenza praticamente istantaneo: un calderone d’influenze psichedeliche che si scontrarono con quel goccio di maledetta e cara (e a volte tanto criticata) melodia. Da un amante del rosso deserto, un sentito ringraziamento.
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VOTO LETTORI
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79.29 su 135 voti [
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28
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Che bomba, il loro migliore lavoro.Voto 90 |
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Che bomba, il loro migliore lavoro.a oro 90 |
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il 99% dei commentatori non hanno mai ascoltato l'album compreso il recensione. |
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La formazione dei QOTSA di questo disco è un supergruppo della madonna, Lanegan, il simpatico Dave, lo spavaldo Josh, il geniale Nick il cui basso era la cosa più bella dei dischi migliori dei Kyuss, eppure... boh, lo comprai all'epoca convinto da un paio di canzoni orecchiabili e dai nomi dei musicisti, l'ho ascoltato cinque o sei volte e da allora giace in basso alla colonna di cd senza speranza di venirne fuori. I Kyuss erano proprio un'altra cosa, ma proprio di un'altra dimensione. Mi vado ad ascoltare i Vista Chino va'... |
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24
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@Metal Maniac: lo è. Sono d'accordo con te. Se dovessi prendere tre colossi del rock odierno (in senso lato), menzionerei i QotSA, Foo Fighters e Radiohead; il revival rock non vale, nonostante sia un genere che seguo molto e senza Graveyard e Kadavar non posso vivere 😉 |
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@undertow: infatti metaldeprival ha scritto "dei 2000", inteso come "degli anni 2000"! quindi è correttissimo! |
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22
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Line-up da sogno per un album che è diventato fin da subito un tassello storico del “nostro” rock. I miei tre tossici preferiti, Nick Olivieri su tutti, tutti riuniti + una leggenda viventa come Dave. Influenze diverse ben amalgamente, dalla “quasi” danzabile “No One Knows” all’eterea “The Sky is Falin’”, ma la prima traccia per me, paradossalmente, è la migliore del lotto: Nick si staglia su quei 3 minuti scarsi durante i quali canta secondo diversi “umori” (percepisco una commistione tra rabbia, ironia e disperazione) sopra il solito riff da favola di Josh, il compagno di una vita. 90. Si contende la palma d’oro con il precedente Rated R, più stoner e meno radiofonico di questo. |
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21
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Disco del 2000 la vedo difficile visto che è del 2002... o forse intendevi che è talmente storicamente fondamentale da viaggaire indietro di due anni e spazzare via tre annate di rock? 😁 scherzi a parte, album stupendo, ma... sono il solo al mondo a preferire Rated R? In ogni caso, voto 90. Bella recensione. |
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20
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La sparo grossa, IL disco rock dei 2000! Anche questo fa parte della stessa famiglia de "comincia bene e finisce anche meglio" |
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19
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quoto il commento 13...grande album |
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18
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disco ricchissimo ed eterogeneo, un piacere oltretutto ascoltarlo tutto di filato (molto azzeccati gli intermezzi radiofonici, che sembrano voler dare un tocco on the road). Il loro manifesto e l'album più riuscito |
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17
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il capolavoro della band nonchè uno dei fondamentali del rock del nuovo millennio |
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15
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bello...uno dei dischi che mi ha accompagnato per molto tempo al tempo dell uscita... |
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questo disco contiene una chicca, che magari conoscete già, ma io ve la dico lo stesso... non è presente in tutte le edizioni dell'album, ma la traccia n. 1 contiene una traccia fantasma che si può ascoltare premendo "play" e subito dopo "rew" fino a -1:35... si può udire una voce che dice "huh?! what?!" e dopo di che partirà una partitura di basso. la traccia si intitola "the real song for the deaf" proprio perchè attraverso i suoni bassi può essere percepita da una persona sorda (almeno, così sembra)... che figata! |
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13
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Il voto si potrebbe anche alzare a 90, per me. Si tratta di uno dei dischi più importanti del nuovo millennio, nonché del migliore disco Hard Rock dell'ultimo decennio (per me si tratta di Hard Rock, per quanto fortemente influenzato dallo Stoner). E Grohl, finalmente, riesce a prendere parte in qualcosa di grande dopo i Nirvana |
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12
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bel disco! anche se non tutte le tracce mi soddisfano a pieno il loro stile mi piace, duri e melodici allo stesso tempo. e sì, perchè come esistono i "finti duri" esistono anche i "finti molli" e loro sono tra questi, nel senso che ad un primo ascolto potrebbe sembrare un gruppo non molto energico ma in realtà la grinta ce l'hanno eccome. spettacolare il drumming di grohl, la cosa più bella del disco, e bella e sognante anche la voce di homme. voto: 85. |
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11
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Spettacolo di album, il meglio indiscusso dei QOTSA...!! |
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8
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Disco fantastico e Dave Grohl suona come non ha mai fatto in vita sua. Un must! |
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7
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Non mi ero accorto di questa recensione, devo dire che non tanto il disco, ma proprio il gruppo è da inserire nei classici.... di MTV , OVVIO! |
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6
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nn il massimo...disco da 60(regalato a tratti) |
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5
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nn il massimo...disco da 60(regalato a tratti) |
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4
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gran bell' album, molto particolare... la migliore del disco è certamente NOK, veramente stupenda. ottimo lavoro |
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2
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Un Capolavoro della Madonna!!!! |
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1
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Il + bello dei Queens of the Stone Age. D'accordo col recensore. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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0. The Real Song for the Deaf (hidden track) 1. You Think I Ain't Worth a Dollar, But I Feel Like a Millionaire 2. No One Knows 3. First It Giveth 4. A Song for the Dead 5. The Sky is Fallin' 6. Six Shooter 7. Hangin' Tree 8. Go with the Flow 9. Gonna Leave You 10. Do It Again 11. God is in the Radio 12. Another Love Song 13. A Song for the Deaf 14. Mosquito Song 15. Everybody's gonna be Happy
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Line Up
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Mark Lanegan - voce Josh Homme - voce, chitarra Nick Oliveri - basso e voce Dave Grohl - batteria
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