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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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11/11/2015
( 2227 letture )
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Bisogna ammettere che ultimamente l’Australia sta stupendo in modo molto positivo sul piano thrash metal in quanto a qualità tecnica ma soprattutto a livello di gusto musicale e gli Envenomed ne sono un fulgido esempio. Banda nata nel 2005 ma giunta al primo album autoprodotto solo l’anno scorso (e quest’anno ri-edito dalla sempre più attiva Punishment 18 Records di Corrado Breno, vero e proprio talent scout di futuri fenomeni), attraverso vari cambi di line up giunge finalmente a mettere tutti i tasselli al proprio posto, con una formazione stabile e decisa a emergere dalle nebbie dell’underground . La proposta è catalogata e presentata come melodic thrash, etichetta che ne definisce in modo immaginifico il percorso che potremmo aspettarci ma che in verità ne limita le potenzialità, perchè qui oltre al thrash e alla melodia ci sono pure un sacco di groove e di heavy puro e grondante di metallo incandescente, quindi il tutto è più accostabile a un fiero e potente power thrash. Come è ovvio che possa essere per un band tutto sommato rodata ma al debutto discografico, le influenze sono evidenti ma in modo molto personale e coraggioso sono contaminate con altro che sta al di fuori del metal vero e proprio: per essere più chiari ci sono influenze thrash classiche, ma abbastanza sopite e relegate esclusivamente ai suoni delle chitarre, che vanno a nozze con riferimenti più che evidenti ai più cazzuti Iced Earth e inaspettatamente ai più melodici Alter Bridge, che non sono propriamente metal ma che ne sono comunque influenzati pesantemente.
L’intro, che fa anche da tracklist, è una marcia trionfale cadenzata e marziale che fa da opener alla mastodontica Will Of Man, una botta di modernità sparata in faccia all’ascoltatore senza se e senza ma, grazie a suoni davvero perfetti, aperture melodiche che esaltano la voce del cantante chitarrista e leader Anthony “Mav” Mavrikis, una voce fiera, potente e pulita come non se ne sentivano da tempo, il tutto supportato da una batteria carica di doppie casse taglienti e cavalcate da assalto a opera di Adam Bartleson e soprattutto dall’ultimo arrivato in casa Envenomed, cioè Brendan Farrugia: un vero e proprio alieno in grado di suonare in studio basso e tastiere ma soprattutto di convogliare un’energia e una classe sconfinate nelle note prodotte in fase chitarristica, con assoli da applausi a scena aperta ed aperture melodiche degne dei predestinati. Spoils Of Victory non smentisce le parole appena scritte, offrendo uno dei possibili highlights del disco, con un ritornello da cantare a squarciagola e facile da memorizzare per l’impostazione power e dalla presa molto catchy. La melodia la fa da padrone lungo tutto il disco, ma è sapientemente fusa con scelte ritmiche abbastanza “tamarre” che anziché penalizzare la resa generale ne ingigantiscono il valore, e tutto questo è facilmente rilevabile da brani dal tono aperto ma controllato sotto tutti gli aspetti come Burn The Sun e Falling, brani in cui la voce stellare di Mav si staglia attraverso ritornelli azzeccatissimi che si stampano immediatamente nel cervello e rimandano davvero alle migliori produzioni melodiche dei numi tutelari citati prima. Ci pensa un altro pezzo da novanta del disco, una splendida Within Me a confermare quanto detto, grazie a un ennesimo ritornello da cantare per giorni interi, a un assolo di chitarra da incorniciare e a una sezione ritmica martellante e precisa, quasi come l’intero brano fosse davvero uscito dalla mente del migliore Jon Schaffer. La seconda parte conferma solo quanto di buono questa formazione sia in grado di produrre sia in termini di struttura musicale sia in termini di groove: si passa dal mid tempo della cadenzata Disobey The Beast all’articolata Mechanical Enemy (in cui il gusto chitarristico di Farrugia richiama in molti tratti Sua Maestà Marty Friedman e la voce di Mav raggiunge picchi di potenza cristallina purissima), all’up tempo di The Shadowland, che grazie soprattutto al lavoro dietro le pelli di Bartleson e all’ennesimo assolo da pelle d’oca di Mr. Farrugia non sfigurerebbe su perle quali Something Wicked This Way, e ho detto tutto. Gli Envenomed si dimostrano praticamente impeccabili e ispirati in ogni cosa, come se tutto quello che toccassero venisse tramutato in oro e il trittico finale ce lo dimostra appieno: con una monumentale strumentale intitolata Spirit Machine, nel cui assolo si percepiscono addirittura echi di Dream Theater e Death tanta è la bravura dell’accoppiata Mavrikis/Farrugia; con una modernissima Demonocracy, che farebbe la felicità di tanti presunti funamboli delle sei corde e di tantissime vecchie glorie power ormai sbiadite; con la conclusiva e arrogante Global Deception, mix perfetto di thrash e power con ritmi sostenuti e immancabile tasso tecnico elevatissimo, degno capolinea di un album positivamente spiazzante.
La freschezza e l’originalità della proposta degli australiani Envenomed è un qualcosa che mancava da un po’ sulla scena metal mondiale, e appunto per questo “unseen” come accenna il titolo dell’album, perchè i componenti della band hanno imparato a memoria le lezioni di grandi maestri quali Friedman, Petrucci e Schuldiner, le hanno fatte proprie rivisitandole e applicandole a ritornelli di facile presa ma di difficile esecuzione, in puro stile Myles Kennedy; il tutto senza cadere nella facile tentazione della becera scopiazzatura tipica dei neo fenomeni giovanili, ma anzi calcando la mano sui tempi quando c’è da schiacciare a tavoletta e non perdendo mai di vista il risultato di insieme, che già per un’opera prima è davvero di altissimo livello, roba da far impallidire artisti già affermati da tempo. Seguendo questo tipo di strada e con un po’ di fortuna musicisti come gli Envenomed faranno presto a uscire dall’underground, e questo è il nuovo che avanza che vorremmo sempre sentire.
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6
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Evil Unseen from Envenomed is a class act from start to finish, this album has it all!! Heavy Riffs, blistering solos and melodic guitar lines and chorus' that get stuck in your head for days! If this is what these guys are offering up with their debut, I forsee big things to come! |
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5
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boh, sarà che a me ste "contaminazioni" moderne proprio non mi garbano... ho provato ad ascoltare 3 pezzi, ho trovato 3 brani identici, tutti con il medesimo riff e la stessa batteria in mid-tempo, per non parlare della voce, madonna che lagna! |
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4
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sono molto incuriosito dalla recensione del buon Ghost, lo ascolterò anche io |
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3
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Credo sia Liam Wagener, attuale bassista della band che però non ha suonato sull'album, quindi deduco sia entrato in formazione dopo le registrazioni audio ma prima di quelle video... |
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2
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Nonostante che per i miei attuali gusti compaia un po' troppe volte la parola melodico nella recensione li ascolterò bene anch'io specialmente per Farrugia visto che nel poco che si trova sul tubo è un gran bel chitarrista. P.S. @GHOST una curiosità sulla line up di fianco ma se Ferrugia suona chitarra e basso il bassista con le treccine dei video chi minchia è? |
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1
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Bene, lo ascolterò al più presto. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Evil Unseen 2. Will Of Man 3. Spoils Of Victory 4. Burn The Sun 5. Falling 6. Within Me 7. Disobey The Beast 8. Mechanical Enemy 9. The Shadowland 10. Spirit Machine 11. Demonocracy 12. Global Deception
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Line Up
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Anthony “Mav” Mavrikis (Voce, Chitarra) Brendan Farrugia (Chitarra, Basso e Tastiere) Adam Bartleson (Batteria) Chris Themelco (Cori)
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RECENSIONI |
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