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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Scala Mercalli - New Rebirth
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15/12/2015
( 2213 letture )
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Gli Scala Mercalli sono un gruppo di matrice heavy/power formatosi nel 1992 a Fermo, con una line-up differente per 4/5 da quella attuale e fino al 2004 diedero alle stampe solamente tre demo che certo non destarono particolare interesse attorno al loro nome. Il primo album ufficiale, 12th Level, uscì nel 2005 e dell’attuale formazione vide presenti i soli Christian Bartolacci alla voce e Sergio Ciccoli dietro le pelli. La bassista Giusy Bettei entrò nel gruppo nel 2008, mentre le chitarre di Luca Vignoni e Clemente Cattalani fecero il loro ingresso nel 2013. Quella del nuovo album, New Rebirth, è perciò una formazione ancora da testare a livello di uscite ufficiali e non poteva quindi esserci titolo più azzeccato per questo lavoro. Ciò che più colpisce, al di là della bontà o meno della proposta musicale degli Scala Mercalli, è l’aspetto estetico correlato alle tematiche affrontate all’interno dell’album. Il concept principale sembra infatti essere quello del Risorgimento italiano, facilmente intuibile da alcuni titoli (September-18-1860, Hero of Two Worlds (Giuseppe Garibaldi), Still United, The Flag), ma ancor più dalle divise indossate dai membri della band nelle foto promozionali. A livello qualitativo, però, la musica degli Scala Mercalli desta molto meno interesse di quanto le aspettative iniziali potrebbero portarci a pensare. Se da un lato i cinque marchigiani si danno un gran da fare per far valere la loro identità di alfieri della NWOIHM (sigla che si può notare nel centro della copertina, proprio sotto la corona), dall’altro l’elevato minutaggio complessivo dell’album, che tocca i cinquantacinque minuti, e l’estrema omogeneità delle composizioni presenti fanno la loro parte per rendere il tutto non molto fruibile all’ascoltatore di passaggio.
Innegabili sono le qualità dei singoli, a partire dalla bella voce squillante di Christian Bartolacci, passando per il duo chitarristico Vignoni/Cattalani, molto compatto e dallo stile sostanzialmente classico, per finire con una sezione ritmica solida ed anche abbastanza varia. Arduo è in questo caso parlare delle canzoni in modo specifico, dal momento che l’omogeneità cui abbiamo accennato poc’anzi la fa da padrone. Sarà per la lieve sensazione di stanchezza che si avverte man mano che l’ascolto avanza, ma il meglio quest’album sembra proporcelo nella sua parte iniziale. September-18-1860 (che si riferisce alla battaglia di Castelfidardo, con la quale si concluse il periodo risorgimentale italiano e che portò pochi mesi dopo alla nascita del Regno d’Italia) e Nightmare Falls sono due ottime sassate di heavy metal dalle ritmiche potenti e decise, pungenti al punto giusto grazie alla carismatica voce del singer. All the Children Are Disappeared non è da meno sotto l’aspetto della potenza espressa, ma ha dalla sua una più spiccata tendenza melodica che riesce ad ammorbidire un poco il tutto. Molto orecchiabile invece la titletrack, che non spicca però per originalità e risulta anche uno dei momenti meno interessanti di tutto il disco. Da qui in avanti l’album si assesta su livelli medio-alti, senza spiccare mai il volo in maniera convinta. Tra le tracce che più si distinguono abbiamo Eternity, canzone che probabilmente troverà la sua maggior fortuna durante le esibizioni dal vivo grazie ad un reparto cori dal fortissimo impatto e ad una sezione solistica davvero notevole, Hero of Two Worlds, inerente ad una delle figure più importanti del Risorgimento italiano, ovvero Giuseppe Garibaldi, la roboante Face My Enemy, con un Luca Vignoni ancora in primo piano, ed ancora Spit on My Face, una vera e propria mazzata sui denti. Nell’ultima parte dell’album troviamo poi la piacevole ballad Last Leaf a smorzare un po’ i toni, mentre le restanti tracce poco aggiungono al risultato finale.
Tirando le somme possiamo quindi affermare che New Rebirth è un buon ritorno in scena da parte degli Scala Mercalli. Sei anni dopo il secondo studio album, Border Wild del 2009, ritroviamo una formazione in ottima forma, capace di interessanti spunti a livello compositivo. Bisogna però ammettere che questa volta è stata messa troppa carne al fuoco, quando invece un album dalla durata più contenuta e maggiormente incentrato a valorizzare i suoi punti di forza avrebbe avuto tutto un altro impatto alle nostre orecchie. Disco consigliato in ogni caso quantomeno agli appassionati dell’heavy metal più classico e del power a tinte epiche.
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Lo ascolterò, mi ha incuirosito la recensione, anche se non galvanizzato (non mi aspettavo un 70 ma più un 65/66). |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Long March 2. September-18-1860 3. Nightmare Falls 4. All the Children Are Disappeared 5. Time for Revolution 6. Eternity 7. Hero of Two Worlds (Giuseppe Garibaldi) 8. Face My Enemy 9. The Undead 10. Spit on My Face 11. Last Leaf 12. Still United 13. The Flag
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Line Up
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Christian Bartolacci (Voce) Luca Vignoni (Chitarra solista) Clemente Cattalani (Chitarra ritmica) Giusy Bettei (Basso) Sergio Ciccoli (Batteria)
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RECENSIONI |
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