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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Blackslash - Sinister Lightning
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17/01/2016
( 1552 letture )
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L’entusiasmo è cosa sempre apprezzabile e vedere dei giovani musicisti che si approcciano al panorama metal con tanta dedizione non può che far piacere, su questo non ci sono dubbi, ma a volte alcune soluzioni rischiano di diventare una sorta di limite, specie se si tende a strafare; è questo, in parte, il caso dei tedeschi Blackslash.
Formatosi nel 2007 a Donaueschingen, il gruppo dà alle stampe il debut album Separate But Equal nel 2013 e un EP l’anno successivo. Paladini di un heavy metal molto old school, i Nostri non si vergognano di mostrare nella loro proposta le proprie influenze musicali, che scontatamente omaggiano sia gli Iron Maiden, nella quasi totalità dei brani, sia, a loro dire, i Thin Lizzy -qui più che altro per l’uso delle twin guitar- che i Judas Priest (chiedere a Clemens Haas oltre che ai due chitarristi, autori di alcuni assoli e riff interessanti). Sempre a proposito delle vocals, la band tende appunto a ricorrere a certi effetti tanto cari allo stile canoro di Rob Halford e soprattutto a doppie voci onnipresenti atte in qualche maniera a incrementare il sound stesso delle canzoni. Fin qua tutto bene, ma ecco che torniamo all’introduzione di questa recensione: non basta essere in grado di suonare il proprio strumento -e i Blackslash lo sono senz’altro- per “spaccare” davvero, bisogna anche colpire l’ascoltatore; il prodotto in sé non presenta chissà quale pecca, la produzione è molto buona e il songwriting discreto, ma il fatto è che Sinister Lightning non decolla come potrebbe, nonostante non si possa dire che presenti dei brani “brutti” nel senso letterale del termine. Semplicemente, sembra che arrivati ad un certo punto i ragazzi della Foresta Nera tengano il freno a mano un pochino tirato, abbassando l’appeal che altrimenti canzoni come Wild and Free o Don’t Touch Me recano in sé, mentre la semiballad Made of Steel più che di acciaio sembra fatta di burro. Battutacce a parte è un peccato constatare l’eccessiva canonicità di un pezzo che avrebbe potuto riservare qualche piacevole sorpresa in più. Ciò detto il platter si fa ascoltare e, specie se si è amanti dell’heavy più classico e degli smanicati ricoperti di toppe -che il merchandise dei crucchi non disdegna affatto- lo si apprezzerà in ogni sua parte, piccole lacune comprese. Nella versione in vinile è presente una bonus track, Bleed Out, brano già presente nell’esordio del gruppo di cui accennato in precedenza.
Al di là di certi stereotipi tipici del genere (gli stra-abusati spari ed esplosioni all’inizio della melodica opener Empire Rising si potevano tutto sommato anche evitare, per non parlare del titolo della quinta traccia) e alcuni punti deboli, come il ritornello fin troppo “facile” di Lucifer’s Reign, Sinister Lightning è un disco più che accettabile, suonato in maniera impeccabile e con alcuni spunti davvero validi, anche se l’impressione che non riesca a lasciare un segno profondo nella memoria rimane. Ah, dimenticavamo un’ultima cosa, cari Blackslash: Eddie esiste già da qualche anno (anche se meno palestrato rispetto al guerriero che ci guarda dalla copertina dell’album).
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Empire Rising 2. Lucifer’s Reign 3. Stellar Master 4. Edge of the World 5. Rock ‘n’ Roll 6. Steel Stallions 7. Wild and Free 8. Made of Steel 9. Don’t Touch Me
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Line Up
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Clemens Haas (Voce) Christian Haas (Chitarra) Daniel Hölderle (Chitarra) Alec Trojan (Basso) David Hofmeier (Batteria)
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RECENSIONI |
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