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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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23/04/2016
( 3359 letture )
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Tornano finalmente i super finlandesi coloratissimi e scatenati: vedeteveli dal vivo e capirete a cosa alludiamo. A distanza di tre anni dall’uscita del buonissimo Spirit, ecco far capolino il quarto capitolo discografico di questi figli nordici a tinte fortemente glam. I Reckless Love sono, indubbiamente, una delle punte di diamante del nuovo glam/hard 2.0, bravissimi a sgomitare per ritagliarsi spazi e pubblicità, grazie a performance incendiarie sugli stage e capaci di forgiare, in studio, ottimi platter che si attaccano alle orecchie e difficilmente vi lasceranno in pace. Nel periodo di silenzio compositivo il singer biondo-spaccacuori Olli, già con i Crashdiet, si è dilettato con il suo side-project The Local Band, gruppo in cui militano componenti di Children Of Bodom, The 69 Eyes e Santa Cruz, con tanto di dischetto ottico, di cover, uscito verso la fine dello scorso anno. Poi i Reckless si sono ripresentati con un lotto di pezzi grezzi su cui lavorare, ed ecco qui il nuovo platter con una copertina che richiama l’immagine conclusiva di un celebre clip dei Motley Crue dei primissimi tempi…avete indovinato quale? Uno scatto oscuro, che diffonde fraternità tra i membri in line-up, ma diverso dalle copertine coloratissime dei tre precedenti full length. 10 pezzi prodotti da Ilkka Wirtanen, un sound lucido e dinamico, minutaggio non elevatissimo e iniezioni di pop come neve in terra scandinava, peculiarità questa già riscontrabile sin dal loro debutto e mantenuta nel corso della produzione negli anni. Però la band ormai possiede un marchio di fabbrica conosciuto, che sa far brillare, e anche in questa nuova release non mancano tipiche composizioni a nome di Olli-Pepe-Jalle-Hessu.
Si parte con il dorato inno rock di We Are The Weekend, chitarra spezzata, voce classica del singer, un crescendo ricco di vibrazioni e un ritornello stupendo, memorizzabile sin dal primo ascolto, un up-tempo che si incanala tra i classici accattivanti del quartetto. La durezza di Hands sfocia come una diga crepata sulle vostre casse, le sei corde di Pepe segano, tagliuzzando un chorus anthemico stellare, serrato, corale, un’ennesima perla che si infila nel curriculum dei ragazzi come una saetta pompata a velocità siderale, ecco il trademark classico dei Love, solo dell’ascia furioso e brulicante, mentre Monster, primo singolo, è un’altra bomba ad alto potenziale glam con un andamento sinuoso e un inciso semplicemente perfetto, melodico, flessibile e catchy al punto giusto: prestare grande attenzione al bridge quasi gospel con coralità da cattedrale gotica. Ottimo esperimento quest’ultimo, e primi tre pezzi da manuale, autori i Reckless Love. Child Of The Sun è levigatissima con il suo giro funky e porzioni poppettare che sgambettano allegre tra le arie primaverili, una traccia che cerca armonie e incastri non di grande potenza ma che risultano davvero piacevoli e stimolanti in chi ascolta; Bullettime, invece scocca come una staffilata inarrestabile, uno sparo nella notte buia, supportato da un cantato crudele, cattivo il giusto, la drum pesta, il basso si fa muscoloso, e la song deraglia di tetragona forza, ovviamente il ritornello colpisce senza fare prigionieri…chi l’avrebbe detto vero? Insomma, piaccia o non piaccia i finnici ormai sfoggiano uno standard qualitativo che si attesta nelle alte sfere di un’ipotetica classifica di merito compositivo. Scandinavian Girls potrebbe venir vista come una sorta di risposta a California Girls del grande David Lee Roth, una canzone che ha tutto per far breccia nei cuori di chi ama il genere: ancora una volta lo stile del quartetto esce fuori alla grande, il solismo di Pepe a mo’ di inno nazionale, i cori, le melodie circolari e collegate, insomma che accuse si possono muovere a questi ragazzi? Di essere troppo edulcorati con il pop? Beh lo sanno già ampiamente ed è quello che vogliono, la strada maestra tracciata è questa, e non ci pare una colpa così ferale, visto come sanno costruire e plasmare i loro lavori. Insomma c’è un posto al sole per tutti, purché le proposte siano di livello, certo i puristi del metallo grondante sangue, scintille di fonderia e stereotipi storici storceranno alluci e gonadi di fronte a loro, questo è scontato, ma in fondo chi se ne frega, ognuno va alla ricerca del proprio filo di Arianna nella maniera che reputa più congeniale. Pretty Boy Swagger è hard molto melodico, orchestrato alla grande, con un gusto leggero innalzato da una chitarra lancinante: il singing marpionico di Olli Herman, coralità deflagranti e arrangiamenti deluxe, al pari Rock It che diventa più dark rispetto agli scampoli che la precedono, ma il ritornello sberluccicante e intinto nel pop da classifica non manca di certo e nemmeno il break chitarritico di Pepe ,che si dimostra ancora una volta uno strumentista di ottimo livello, sia dal vivo che tra cursori del mixer e vetri della sala regia: buon scampolo, non di certo un top. Destiny è Reckless Love al 139%, marchio di fabbrica fiammeggiante per un incedere ormai sperimentato nelle precedenti produzioni, ma che sa sempre provocare sobbalzi, cosa non da poco, credeteci. Infine la veemenza spiccata della conclusiva Let’s Get Cracking sigilla questo InVader, alla luce di un hard assatanato, segno che quando il quartetto decide di aprire il gas lo sa fare: ottime le armonizzazioni vocali pungenti, le asce sprizzano vitalità e la sezione ritmica intonaca un muro invalicabile. Solo adrenalinico e stordente con il guitar-man che mostra le sue armi atomiche, sì perché Pepe è davvero uno squisito strumentista con tanto gusto e bravura nella scrittura.
Con InVader la band ha, di fatto, operato al meglio per cercare di sperimentare qualcosa di nuovo, per non sedersi sugli allori e diventare ripetitiva e scontata, il sound denota grande personalità, è riconoscibile sempre e la vena compositiva, seppur intinta nel bacino del pop, continua ad esser rigogliosa e lussureggiante, non si spiegherebbero altrimenti le strutture dei pezzi e i ritornelli fantastici. Glam, pop, hard rock, definite voi come volete questi ragazzi, ma è indubbio che, per l’ennesima volta, abbiano centrato il target: sono certo che arriveranno molte critiche a questo nuovo capitolo, ma la forza di una band è proseguire nel solco tracciato. Altrimenti tante realtà ormai consolidate come storiche e seminali, si sarebbero perse nei meandri. Per vincere servono attributi, tiro, personalità, qualità, idee chiare, canzoni e attitudine giusta, i Reckless Love sono tutto ciò.
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Scrivo qui il commento, ma potrei esprimere il mio pensiero tranquillamente sui predecessori di questo album, li considero abbastanza simili ma molto validi (anche se con quest'ultimo mi sembra sia stata fatta una leggera virata più rock). Cresciuto con il glam di fine anni 80, non mi possono non piacere questi ragazzi un po' "plastificati", con le loro songs orecchiabili e scatenati sul palco. Ovvio, non si sono inventati nulla, ma come si può pensare di inventarsi qualcosa se si decide di fare glam...certo, si può provare, con il concreto rischio però di farlo male.
Mi permetto di andare un attimo OT, suggerendovi di buttare un occhio alla bella recensione di Barry sui CRUZH, altro gruppo scandinavo (svedese), all'album di esordio, ma con molta qualità. Tutte canzoni easy listening, ma se vi piacciono i Reckless e il genere, non possono lasciarvi indifferenti. |
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...a mio parere questi ragazzi sono eccezzionali!....riescono ad essere credibili pur non essendo una band hard & heavy....le barriere sono state abbattute da molto tempo....largo alle contaminazioni tra generi...il rock degli anni 2000 deve fare anche questo e i Reckless lo fanno benissimo con canzoni fantastiche....bullettime...hands...california girls..emmmm scandinavian girls...senza dubbio migliori delle americane!!!!! |
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Ho riascoltato questo disco oggi dopo qualche mese che lo avevo accantonato e l'impressione, già negativa, è ulteriormente peggiorata: i pezzi hard rock sono di una banalità e di una piattezza sconcertanti ("Bullettime", "Hands"), mentre il resto del disco è una sequela di pezzi rubati a Duran Duran ("Child Of The Sun" potrebbe stare tranquillamente su "Notorious"), Gibson Brothers (il ritornello di "Monster" è uguale a quello di "Cuba", ricordate? "Cuba / Quiero bailar la salsa"...) oppure a gruppi rap/hip-hop ("Pretty Boy Swagger"). Da salvare solo "We are the weekend" e la bonus-track "Keep it up all night". Bocciato senza appello: 50 |
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Perche' l'inizio di Monster mi ricorda i Backstreet Boys? |
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Si, sono molto inglesi e più hard rock degli Hell sicuramente. |
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Mmm, ascoltato i Giuda: molto bravi, ma troppo "europei", preferisco per il momento gli Hell. |
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Sono comunque molto più conosciuti all'estero che in Italia. Soprattutto in USA e in Francia. |
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I Giuda sono di Roma, e sono gli ex Taxi che prima di fare glampunk con uno stile che ricorda la working class inglese anni 70, facevano un punk HC più cattivo. Adesso però sono decisamente più bravi. Il cantante è una bomba e dal vivo in generale, spaccano davvero i culi. |
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Galilee, io ho visto live i Giuda fiorentini, sono quelli crust però, ahaha, comunque cercherò anche quelli che hai nominato tu.. |
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Bravo, ascoltati anche i Giuda che spaccano di brutto e forse anche di più degli HITC. Sentiti number 10 o wild tiger woman. Paura. |
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Sapete cosa? Ho ascoltato sul tubo qualcosa di questi Hell... mi fiondo a ordinare il cd! |
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Eh no cazzo, gli Uooh Ahaha sono tamarrissimi inside, ce devono sta pe fozza. |
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Conosco gli Hell in the club, cioè li ho ascoltati a volte sul tubo, sanno suonare, l'unica cosa che abolirei, non solo nel genere ma in tutta la musica, sono i cori tipo uoohooh...ahah... |
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Quoto metal shock riguardo agli Hell in the club. Comunque in iatlia ce n'è un sacco di gruppi hard rock ottimi che magari non sono formati da binodni alti con gli occhi azzurri, ma musicalmente spaccano il culo ai passeri. Basta ciatre STP, Fatz Waltz, Giuda etc etc.. |
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provate i santa cruz , i nuovi skid row , visti due volte in concerto , che band. |
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Vorrei fare solo un`ultima considerazione: gli Steel Panther sono musicisti obbiettivamente miglioti, almeno il chitarrista, ma ci sono decine di gruppi glam "seri", che non sono solo una parodia, che sono altrettanto bravi tecnicamente. Per me i Panther sono irritanti, mentre i da me citati Hell in the club, sono bravi allo stesso modo, e credono in quel che fanno, decisamente meglio. |
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Heavy Metal!!!! HEAVY METAL OR NO METAL AT ALL. Hyps and posers... LEAVE THE HALL!!!  |
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LUx Chaos, non è una questione solo di testi ,ma di modo di porsi. E quello degli SP è totalmente demenziale a partire dai testi per finire con le interviste. La qualità artistica delle lyrics non centra nulla. La differenza comunque tra le due band è questa, I Reckless sono una presa per il culo, gli SP ti prendono per il culo...  |
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Secondo me la differenza tra i Reckless Love e gli SP è che i Reckless sono dei in fondo dei frikkettini pop che usano un pò di chitarra per fare scena, gli SP invece sono dei veri amanti del metal che scrivono di cazzate tanto per riempire basi musicali che sono oggettivamente notevoli. Poi dite quello che volete degli Steel Panther, ma si mangiano a colazione i Reckless, che vanno bene per delle fighette bagnate, senza offesa eh, li ascoltavo pure io. |
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Sinceramente nel glam i testi non sono mai stati dei capolavori di letteratura, per cui mi sembrano discorsi un po "peculiari" diciamo...per me conta la musica, all'inizio anche io consideravo gli SP gli Elio e le storie tese del glam, ma poi ho dovuto riconoscere che la musica era troppo di qualità, poi parlino di quel che vogliono...buon consiglio anche gli hell In the club, ma non certo ai livelli degli SP, mio parere ovviamente |
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Stranamente sono d`accordo con Galilee: per me i Steel Panther sono una parodia del glam con testi adatti ad un film porno scritte da adolescenti. Se Lambru vuole un consiglio allora molto meglio gli Hell in the club: il loro ultimo album e`un vero gioiello glam, e sono italiani! Per quanto riguarda i Recklesd Love in appunto per Frankiss: magari invece di hard rock sarebbe meglio scrivere glam/pop. Insomma le prime tre canzoni sono ottime, We are the weekend e` un gran singolo, ma poi Child of the sun e Scandinavian girl sono proprio pop, abbastanza terrificanti. A parte Bullettime e Let`s get cracking, belle veramente, anche le altre hanno, per me un po` troppo pop dentro, soprattutto nei ritornelli, vedi Rock it rovinata con un chorus pessimo. Peccato perche` la band ha un gran potenziale. Voto 70 |
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Concordo con Lux Chaos e Argo, anche se l'ultimo degli SP mi ha parzialmente deluso |
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I primi due dei Reckless love sono notevoli, poi li ho un pò persi.. Riguardo agli Steel Panther non sono d'accordo. Sono si bravi, ma suonano troppo in maniera parodistica e non sono credibili. Mi sembra di ascoltare gli Elio e le storie tese in versione glam. Quindi direi meglio i Reckless love sicuramente. Il loro lato pop inoltre mi piace assai. Ora non ditemi che suonano questo genere per vendere, visto che il glam è il genere di metal meno in voga da metà anni 90 sino ad oggi eh.. |
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Completamente d'accordo con Lux Chaos, avrei potuto scrivere un messaggio uguale. |
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Io ho centinaia di dischi di quel genere, è forse il mio preferito, ma nonostante questo i Reckless Love li trovo carini e simpatici, ma sono troppo pop anche per me, insomma semplici gusti...magari li conosci gia, ma rimanendo tangenziali al genere, gli Steel Panther per me hanno una "botta" ben maggiore, per me attualmente rimangono i migliori esponenti del genere sulla piazza |
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@rik, io questa roba la ascoltavo anche negli anni 80, ahah, tipo i Poison, Motley e tanti altri. Ogni tanto cerco anche gruppi nuovi un po' in tutti i generi, ecco.. |
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@Lambru: hanno ragione Lux e Rik, il 1° è un po' meno infighettato, quindi sono sì più grezzi, ma sempre per gli standard dei Reckless Love. |
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@LAMBRUSCORE : avventurarsi su territori musicali, che io definisco ostici, e te lo dice uno che fine ad alcuni anni fa ascoltava anche glam metal, è all' inizio, (da quello che mi pare di capire dai tuoi post ascolti musica dal punk al thrash/death) un pò complicato. I reckless love sono così da sempre è questo genere è di per sé disimpegnato e sbarazzino, deve piacere. Qui non c'è impegno o messaggi particolari ma solo intrattenimento senza pensieri. Difficilmente troverai chitarre graffianti. Tra i tanti prova ad ascoltare i wrathchild di stakk attakk si sa mai ... |
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Non ti piacerà al 99% Lambru, anche il primo è "infighettato" di brutto , ma tentar non nuoce! |
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Blackiesan, allora provo a sentire quello lì, il genere quando è potente e poco "infighettato" come lo chiamo io, mi piace.. |
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Il problema non è l'attingere al pop da classifica: il glam lo ha sempre fatto e spesso vengono fuori grandissimi dischi. Il problema è che i Reckless Love sanno scrivere occasionalmente alcuni buoni/ottimi pezzi, ma un disco omogeneo, compatto e senza filler non sono più in grado di farlo (ovviamente a mio parere). Dico "non sono più in grado" perché il primo album, che qui non è ancora stato recensito, è una bomba dall'inizio alla fine, senza brani deboli e con una produzione un po' più ruvida e sporca che secondo me giova tantissimo a questo genere. Da "Animal Attraction" a "Invader" questo risultato non riescono più a raggiungerlo. |
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Ho sentito qualche pezzo, non giudico quindi la band, per me i pezzi che ho sentito sono sul pop da classifica, con una chitarra un po' distorta, poi ripeto, magari ho sentito solo qualche pezzo moscio... |
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visti a marzo qui a londra. Concertone. Musica spensierata e allegra , grandissima band e ennesimo grandissimo album. |
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Band in stato di grazia. D'accordissimo con Franco... 85 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. We Are The Weekend 2. Hands 3. Monster 4. Child Of The Sun 5. Bullettime 6. Scandinavian Girls 7. Pretty Boy Swagger 8. Rock It 9. Destiny 10. Let’s Get Cracking
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Line Up
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Olli Herman (Voce) Pepe (Chitarre) Jalle Verne (Basso) Hessu Maxx (Batteria)
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