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Liquid Tension Experiment - Liquid Tension Experiment 2
30/04/2016
( 4218 letture )
Squadra e formula (strumentale) che vincono non si cambiano. A distanza di un solo anno dal primo sorprendente assaggio, i Liquid Tension Experiment tornano a farsi largo sulla scena prog rock con un lavoro decisamente più cool, fluido, fine, meno sperimentale e più concreto rispetto al precedente, in cui si dava maggior spazio all'improvvisazione tecnica, quasi fosse un gioco, senza comunque tralasciare spunti di grande impatto.
Adesso però, Portnoy, Petrucci, Rudess (da poco stabile nei Dream Theater) e Levin non giocano più, sono più seri che mai e pronti a mostrarci la via. Gli alieni hanno deciso di alzare ulteriormente l'asticella nel tentativo di raggiungere altezze vietate per chiunque altro.
Visto il buon riscontro critico suscitato con l'esordio, c'è una maggiore convinzione di metter giù musica incredibile, qualcosa di tramandabile ai posteri non solo dal punto di vista tecnico (che ormai passa quasi inosservato tanto è scontato) ma anche da quello puramente qualitativo. Infatti, paradossalmente, è proprio la qualità della musica, il creare qualcosa che sia allo stesso tempo equilibrato ed apprezzabile, la vera difficoltà di chi possiede doti fuori dal comune e tende a smarrirsi davanti allo specchio.

La prima reazione chimica, datata 1998, ha creato un'esplosione di gusto non pienamente compiuta che è un po' scemata con qualche filler di troppo. Il secondo tentativo ha portato ad una deflagrazione devastante che avrebbe potuto ricordare quanto accade con una supernova se solo non si fossero rotte le acque alla moglie di Petrucci nel bel mezzo dalla sessione di registrazione, evento che ha probabilmente distratto l'ambiente dalle intenzioni originarie. Una disgrazia per i fan in trepidazione, ma una gioia indescrivibile per il chitarrista che ha dovuto chiaramente abbandonare per il tempo necessario il progetto. Va comunque aggiunto che i fan saranno ripagati a dovere con la magistrale When the Water Breaks, brano sospeso proprio dalla notizia della nascita di Kiara e che ricorda il tutto col suo titolo ironico. Un Petrucci ispiratissimo e commovente lascia che sia il suo strumento a parlare. I primi minuti sono qualcosa di inspiegabile. È obbligatorio soffermarsi sulla forma smagliante del co-fondatore dei Dream Theater, riscontrabile sin da subito con l'opener Acid Rain, il cui riff iniziale vale da solo il prezzo del disco. Provate a replicarlo se ci riuscite. È proprio lo State of Grace del chitarrista, richiamato dal precedente album, che contribuisce all'eccellenza di Liquid Tension Experiment 2. Continuando a tirare in ballo il delicato brano passato, il momento di intimità artistica tra Rudess e Petrucci che lo aveva contraddistinto viene riproposto altrettanto bene in Hourglass. Ci sarà tanta soddisfazione per chi ascolta perché è in questi momenti che ci si accorge di quanto possa toccarci nel profondo la musica.
L'assenza di John, però, non ha interrotto la fame di chi è rimasto in sala e ha continuato a scrivere e registrare roba di un altro mondo in una gestualità naturale. Chewbacca, Liquid Dreams e 914 sono il prodotto del temporaneo trio. Il "di nuovo" papà ha provveduto a definire le sue parti una volta rientrato in gruppo, escludendo tuttavia dal suo valido operato la già ottima 914, in cui è Rudess il vero protagonista. Che Chewbacca sia il frutto di una jam è evidente, ma ciò che incanta è un folle Levin in preda al suo chapman stick che userà praticamente sempre tranne che in Biaxident e nei primi secondi di Another Dimension. Il tocco delicato di Rudess apre alla meravigliosa Liquid Dreams e ad una specie di mondo parallelo, il mondo dei sogni, che ti risucchia anche quando si è vigili. Qui sogneremo spesso ad occhi aperti.

Avete presente quando si è in un negozio di dischi ed in sottofondo c'è quella musica che cattura i sensi portandoci a chiedere al rivenditore cosa stiamo ascoltando? Ecco cosa accadrebbe con questo disco in riproduzione. Ne ho scoperti tanti di gruppi in questo modo.
È ovvio che qualcuno potrà preferire il primo esperimento al secondo, ma personalmente ritengo che Liquid Tension Experiment 2 sia un'opera d'arte dove tutto convive in armonia con tutto e questo tutto è migliore di come era prima. Basta a spiegare cosa abbiamo davanti? Spero di sì.



VOTO RECENSORE
88
VOTO LETTORI
93.6 su 30 voti [ VOTA]
Fatal Millennium
Sabato 7 Gennaio 2023, 14.22.14
9
Cmq in when the water breaks avrebbero fatto bene a lasciar perdere i vagiti etc, gli effetti sonori rovinano le canzoni e nn servono a niente.
Kiodo 74
Sabato 25 Aprile 2020, 16.22.15
8
Mi sono rifatto un bel viaggetto di oltre un'ora con gli alieni (citazione presa dalla splendida recensione).....perché fondendo insieme 3/4 di Dream Theater ad una parte di Tony Levin e dargli poi la possibilità di smanettare a proprio piacimento con le loro armi migliori senza trincee viene fuori per forza di cose una creatura di un altro mondo.... Questo disco è semplicemente mostruoso....voto 95. Ossequi!
Mauroe20
Giovedì 16 Gennaio 2020, 23.17.02
7
Da ascoltare e riascoltare, maestri del genere prog metal fusion.Voto ..altissimo
Andry Stark
Martedì 16 Aprile 2019, 22.21.26
6
Decisamente moolto più bello del precedente dove non me lo sono goduto appieno a differenza di questo, è un abum più diretto e tecnico dove non mancano parti melodiche molto emozionanti. Voto 90.
mikmar
Mercoledì 4 Maggio 2016, 12.02.33
5
Capolavoro !!!! Gli ultimi 3 pezzi meno coinvolgenti, ma qui c'è il più bel pezzo strumentale della storia della musica rock per i miei gusti, che è WHEN THE WATER BREAKS. Mammamia che pezzo !!!! Meravigliosoooo !!!! 17 minuti di goduria sonora impossibile da eguagliare.
Steelminded
Martedì 3 Maggio 2016, 14.15.04
4
Signori, sono i dream theater bellezza...
Painkiller
Martedì 3 Maggio 2016, 13.42.49
3
strepitoso, molto più completo del primo, e perfettamente equilibrato. Non annoia mai, a distanza di anni, e per un disco interamente strumentale non è una cosa da poco. Acid Rain adrenalinica, sembra uscita da un videogame degli anni '80
Screamforme77
Sabato 30 Aprile 2016, 15.53.21
2
Io infatti preferisco il primo, però lo preferisco nell'insieme perché qui ci sono le canzoni migliori che sono: Acid Rain, When The Water Braks e Another Dimension.
Metal4ever
Sabato 30 Aprile 2016, 15.27.35
1
Sono d'accordissimo con il recensore sul fatto che il secondo album sia più concreto e "pensato" del precedente. "Acid Rain" mi manda sempre in visibilio ogni volta che la metto, una traccia prepotente e pazzoide di rara bellezza, con un Portnoy strepitoso alle pelli e con gli altri strumenti fusi in un turbinio di tecnica che ti fa godere come un riccio. Ma per me il top dell'album è "Another Dimension", con quel intro oscuro e quella esplosione di cattiveria strumentale che ti trascina via con la forza di un tornado. Vabbé, poco da aggiungere, uno degli album prog metal/fusion più belli che abbia mai sentito. Se non lo avete sentito, fatevi questo regalo. Bella recensione, Davide.
INFORMAZIONI
1999
Magna Carta Records
Prog Rock
Tracklist
1. Acid Rain
2. Biaxident
3. 914
4. Another Dimension
5. When the Water Breaks
6. Chewbacca
7. Liquid Dreams
8. Hourglass
Line Up
John Petrucci (Chitarra)
Jordan Rudess (Tastiere)
Tony Levin (Basso, Chapman Stick)
Mike Portnoy (Batteria)
 
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