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First Fragment - Dasein
02/08/2016
( 3976 letture )
Quanto è durato il parto di questa lista di brani che, finalmente, sotto la Unique Leader Records è venuta alla luce sotto il nome di Dasein? Tanto. Forse, troppo. Ormai stiamo per entrare nel decimo anno di età della band, nonostante il gruppo abbia pubblicato solo un EP The Afterthought Ecstasy nel 2010 e compiuto concerti negli anni successivi a causa della mancanza di un batterista stabile nella loro line-up. Alla fine, questo drummer è stato trovato: dapprima Philippe Boucher che è poi passato con il cugino Simon Girard nei Beyond Creation, poi l’incredibile Samuel Santiago, nel frattempo uscito di line-up dalla stratosferica formazione francese dei Gorod. Tra i due si è posto Troy Fullerton, drummer dei Severed Savior che ha registrato le parti di batteria di questo Dasein, prima di cedere il seggiolino al buon Santiago per il proseguo della carriera. Il resto della formazione è composta da un trio "storico" che ha messo in piedi i First Fragment sin dal 2007, ovvero i fratelli Brault-Pilon e il giovanissimo chitarrista ma già con uno sconfinato curriculum, Philippe "Pat" Tougas. Al basso, invece, vi è la presenza di Vincent Savary, entrato nella formazione al momento della registrazione di The Afterthought Ecstasy. Ora, giusto per dare un’idea a chi non ha idea di chi siano questi ragazzi canadesi, né di cosa propongano, il riassunto può essere fatto in poche righe: un technical death metal che strizza l’occhio alle realtà storiche del genere, tra cui Necrophagist, Gorod e, in misura minore, Beyond Creation ed Archspire, componendo un disco violento ed aggressivo ma, al contempo, estremamente melodico e con chiari riferimenti alla musica latino-americana ed alla musica classica. Il risultato è una tracklist di undici brani, per una lunghezza totale di circa cinquantasette minuti, di cui quattordici esclusivamente di solismi. Una vera e propria manna dal cielo per coloro che apprezzano il technical death più espressivo e melodico.

L’attacco di Le Serment De Tsion mette subito in chiaro le caratteristiche preponderanti dei First Fragment: attacco prepotente, sweep picking a profusione e un mix di violenza e melodia a velocità esagerate che rivela sin da subito una preparazione tecnico-strumentale della band a livelli assoluti. Grandioso lo stacco che ricorda i Gorod di A Perfect Absolution, prima di cadere a spirale in uno scambio d’assoli eccezionale. Si passa dunque alla title-track, dove per la gioia degli appassionati di questa inflessione del technical death non cambia nulla di una virgola: l’intro è molto Cynic, con il basso fretless di Vincent Savary che viene graziato da una produzione pressoché perfetta. Dopo una prima parte più soffusa e melodica, si passa di nuovo alla prepotenza dell’ipertecnicismo strumentale made in Archspire, con buona pace di chi ritenga questa espressione musicale un mero esercizio di stile. Se si poteva scrivere un brano per tacciare di superficialità tali opinioni (che, tuttavia, talvolta risultano anche essere veritiere), allora i First Fragment lo hanno fatto e gli hanno dato il titolo di L’Entité. Completamente strumentale, il pezzo inizia con chitarre acustiche ed un incedere classicheggiante, il basso sempre in primo piano, prima di accogliere l’ingresso consueto delle distorsioni che accompagnano una vera e propria colata di tecnica e precisione: l’accelerazione progressiva che si trova nella strofa è da mani nei capelli, anche per chi ascolta technical death già da un bel po’ di tempo. Per non parlare dei cambi di riff a metà brano, su cui si elevano assoli dalla caratura eccelsa. Nulla di nuovo o di particolarmente innovativo, ma tutto maledettamente suonato alla perfezione. Emergence e Mordêtre et Dénaissance incattiviscono il tutto, mostrando il lato più death della band, dove il growl di David Alexandre Brault-Pilon viene posto in primo piano nella costruzione dei pezzi. L’assolo nel primo brano è di chiarissima scuola Necrophagist, mentre il secondo vede la presenza di Christian Muenzner che offre il suo tocco magico ad un pezzo già di per sé di alto livello. Poi arriva l’altro pezzo da novanta, a livello strumentale, che viene esattamente posto a metà del disco: Prélude En Sol Dièse Mineur è musica classica arrangiata per chitarre classiche e basso fretless, in una continua reminiscenza dei più grandi artisti della classica del periodo barocco. Dopo questo interludio si passa alla seconda parte del disco che, suo malgrado, è un po’ inferiore alla prima: i brani sono sempre di buon livello, suonati alla grande e con una varietà di solismi e di riff piuttosto valida, ma non possiedono tutti lo stesso appeal dei pezzi succitati. Archétype e Gula sono un po’ meno immediati e mostrano una maggiore linearità nella loro struttura e, probabilmente, verranno un po’ tenuti in disparte durante le prime riproduzioni. Ottima invece l’accoppiata Voracité (Apothéose, Partie 1) / Psychan (Apothéose, Partie 2) prima della conclusiva Evhron che attacca con un’incalzante melodia classica tra archi e pianoforte, a cui si sommano chitarre malmsteeniane che ricalcano lo stile sonoro mantenuto sino a quel momento. Sicuramente un modo degno di chiudere un disco come Dasein, ricalcando il tutto in un iniziale mid-tempo (ovviamente per gli standard dei First Fragment) che mette in mostra la qualità strumentale del quintetto, prima della sfuriata finale.

Gli appassionati del genere hanno atteso questa release per anni e, siamo felici di poterlo affermare, difficilmente ne risulteranno insoddisfatti. I First Fragment hanno saputo mescolare sapientemente gli insegnamenti delle realtà technical death storiche aggiungendovi un certo pizzico di personalità e, soprattutto, moltissima "masturbazione strumentale", a livelli da maestri di musica. Certo, alla fine della fiera, è anche lecito domandarsi dove stia ormai l’innovazione in un genere che ha detto praticamente tutto ciò che c’era da dire negli ultimi anni. La risposta è "da nessuna parte". I First Fragment non innovano nulla, ma non se ne curano, in quanto l’obiettivo della release era condensare il meglio di quanto appreso in questi lunghi anni da appassionati del genere musicale. Questo obiettivo è stato innegabilmente raggiunto, sia quando sentiamo gli sweep melodici di casa Suicmez, sia quanto scivoliamo in ritmi più tribali o latino-americani, come già fatto più volte dai Gorod. Ciò non toglie che Dasein sia l’archetipo o, per meglio dirla con un titolo di loro appartenenza, l’Archètype per eccellenza del technical death metal del ventunesimo secolo. In attesa dell’uscita del nuovo disco dei The Faceless e con l’onnipresente ombra di Akroasis degli Obscura, Dasein è destinato a correre per la palma di miglior disco tech-death dell’anno in compagnia della seconda release dei Vale of Pnath. Amanti della tecnica e dell’esagerazione strumentale, fatevi un favore e regalatevi Dasein.



VOTO RECENSORE
82
VOTO LETTORI
92 su 11 voti [ VOTA]
Third Eye
Sabato 18 Marzo 2017, 12.51.52
3
Dei tre dischi in cui ha suonato Philippe Tougas l'anno scorso questo è l'unico che non ho ancora ascoltato e sospetto, tra l'altro, che possa essere il più interessante... difatti, sia "Le Dernier Crépuscule" (Chthe'ilist) che "The Last Witness" (Zealotry) contengono buoni spunti ma non mi hanno convinto completamente.
Doom
Venerdì 17 Marzo 2017, 21.36.21
2
Altra dimostrazione di come l'aria del Canada faccia bene al Techno Progressive Death. Album davvero bello. Voto giusto.
Pink Christ
Lunedì 8 Agosto 2016, 15.48.45
1
Album pazzesco. Nulla di nuovo è vero, ma non per questo banali o ripetitivi. Si fa ascoltare dall'inizio alla fine senza mai cadere nella noia. Produzione eccellente. Non sono un grande amante del technical death metal, in quanto amo sonorità più vecchio stile , ma album del genere me lo fanno apprezzare sempre di più. 88
INFORMAZIONI
2016
Unique Leader Records
Technical Death Metal
Tracklist
1. Le Serment de Tsion
2. Dasein
3. L’Entité
4. Émergence
5. Mordêtre et Dénaissance
6. Prélude en Sol Dièse Mineur
7. Archétype
8. Gula
9. Voracité (Apothéose, Partie 1)
10. Psychan (Apothéose, Partie 2)
11. Evhron
Line Up
David Alexandre Brault-Pilon (Voce)
Gabriel Brault-Pilon (Chitarra)
Philippe "Pat" Tougas (Chitarra, Cori)
Vincent Savary (Basso)
Troy Fullerton (Batteria)

MUSICISTI OSPITI
Christian Muenzner (Assolo in traccia 5)
Mathieu Marcotte (Assolo in traccia 7)
Collin McGee (Assolo in traccia 8)
Malcolm Pugh (Assolo in traccia 11)
 
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