|
27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
|
|
Mithotyn - In the Sign of the Ravens
|
27/08/2016
( 2357 letture )
|
Le meteore sono frammenti di asteroidi che in seguito al loro fulmineo ingresso nell’atmosfera terrestre si incendiano, fino a sfaldarsi su loro stesse o si schiantarsi sul suolo terrestre, disintegrandosi ma lasciando comunque segni evidenti del loro impatto. Certe band sono come le meteore: passano velocissime nella storia della musica, per poi sparire improvvisamente ma con altrettanta rapidità, a volte per volontà dei componenti, a volte in seguito a tragiche vicende, non mancano comunque di lasciare il segno con quanto da loro prodotto. Non è possibile iniziare senza citare i norvegesi e fuggevoli Storm, progetto folk metal ben conosciuto dagli amanti del genere fondato dai noti Satyr e Fenriz, con la collaborazione di Kari Rueslåtten. Pubblicato nel 1995, il loro primo e unico album, Nordavind, risulta un capolavoro del genere, in grado di portare una ventata di innovazione, come in pochi riuscirono. In seguito alle accuse di nazionalismo subite dal gruppo da parte di critica e media, la cantante Kari Rueslåtten decise di lasciare la formazione, che si spense per sempre poco dopo. Poi si trovano gruppi che dopo essere cresciuti nel metal, decidono di abbandonare estremismi per dedicarsi alla musica elettronica, così evolvendosi, senza tuttavia prima aver lasciato segni non poco evidenti. Il massimo esempio vede come protagonisti gli Ulver, capaci di portare alle stampe tre full-length diversi ma equalmente indimenticabili, partendo dal romantico (in senso letterario) Bergtatt - Et Eeventyr I 5 Capitler, passando per il “classico” Kveldssanger e chiudendo col gelido e spietato Nattens Madrigal - Aatte Hymne til Ulven i Manden. Tutti e tre capolavori entrati nella storia e destinati a non essere mai dimenticati. Chiudiamo questo piccolo excursus citando un gruppo di cui è necessario solamente il nome, una formazione su cui sipario è calato troppo presto, inaspettatamente, in seguito a un lutto ma che ha lasciato un segno incancellabile: i Windir. E i Mithotyn, in tutto questo? Scontato affermare che anche loro siano stati una meteora fugace ma potente, che ha saputo scrivere una pagina di storia del viking metal.
I Mithotyn nascono nel 1992 a Mjölby, in Svezia, per il volere di Christian Schütz e del chitarrista Stefan Weinerhall con il nome Cerberus, che viene poi cambiato già dopo la prima demo. Con alle spalle quattro demo e diversi cambi di line-up, i nostri danno alla luce il loro primo album nel 1997, intitolato In the Sign of the Ravens. Il platter è un insieme di chitarre a sfondo black metal e chitarre che rimandano alle scandinave melodie e regalano riff e assoli malinconici ed emozionanti, di una batteria sempre versatile capace di dettare i tempi sia nei brani più estremi che in quelli più folk, componente sempre presente in tutta la durata dell’album, in certe parti di più in certe di meno. Il tutto è accompagnato dal maligno e maestoso cantato in scream e risultano anche immancabili i cori, che in questa opera ricoprono un ruolo non di secondo piano. Analizzando le tracce una ad una si rischierebbe di far perdere la bellezza e la coesione dell’intero lotto, dato che ogni brano richiederebbe lunghe e dettagliatissime descrizioni, in quanto ognuna delle undici tracce che compongono il debutto della band svedese racchiude in sé una quantità di emozioni non indifferente. Per meglio comprenderle e gustarle, bisogna dunque ascoltarle con attenzione in prima persona e ‘sentirle’ sulla propria pelle, visto che una raccolta di mere parole farebbe sfuggire tutta la loro magia. Giusto per citarne qualcuna, a titolo esemplificativo della varietà di un full-length che mai stanca, ecco Enbraced By Frost, pezzo molto black-oriented, così come Stories Carved In Stone, più vicino all’heavy, o il più medievaleggiante Lost In the Mist. L’eleganza con cui i musicisti suonano ogni composizione è impressionante, nonostante la produzione sia “sporca” al punto giusto conciliando così ancora una volta black e viking.
La carriera Mithotyn non durerà tuttavia a lungo: il loro scioglimento avviene infatti già nel 1999, dopo il terzo full-length, Gathered Around the Oaken Table, in seguito alla decisione dei diversi componenti del gruppo di prendere strade diverse. Ecco quindi nascere i King Of Asgard e i Falconer, i primi sempre concentrati su folk/viking, i secondi più vicini al power metal. La meteora Mithotyn ha iniziato la sua vertiginosa discesa con un capolavoro obbligatorio sia per chi è amante del genere da tempo, sia per i neofiti, destinato a rimanere “scolpito nella roccia” anche dopo il Ragnarok.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
8
|
È da una settimana che lo ascolto, riesce ad essere addirittura meglio del suo successore, tirando le somme penso che siano tra le migliori band del genere, nel viking fra i più cattivi visto il molto uso del black metal, anche se a parer mio i windir restano lassù, come miglior band del genere. |
|
|
|
|
|
|
7
|
Gruppo ed album indimenticabili. |
|
|
|
|
|
|
6
|
In the Forest of Moonlight miglior brano del lotto.. Rispetto ad altri Album del genere, almeno questo ha le Voci pulite al minimo ed addirittura, oltre allo Scream, presenta pure il Growl.. |
|
|
|
|
|
|
5
|
Monumentale capolavoro capace di esprimere un\'epicità semplicemente unica. Emozioni che non si cancellano.Eroico. |
|
|
|
|
|
|
4
|
Sicuramente uno dei miei gruppi preferiti. Adoro questo disco.......Semplicemente FANTASTICO Voto 100 |
|
|
|
|
|
|
3
|
Sicuramente uno dei miei gruppi preferiti. Adoro questo disco.......Semplicemente FANTASTICO Voto 100 |
|
|
|
|
|
|
2
|
Devo ammettere che non l'ho mai ascoltato piu di tanto...la scintilla non e' mai scoccata, ma forse dovrei ridedicargli del tempo per vedere se riesco a percepire quelle sfumature e sensazioni di cui si parla. Eventualmente ripasso.. |
|
|
|
|
|
|
1
|
Tra i mei tre, quattro gruppi preferiti. Confermo e sottolineo il "...racchiude in sé una quantità di emozioni non indifferente." |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
Black Diamond Productions
|
|
|
Tracklist
|
1. Upon Raging Waves 2. In the Sign of the Ravens 3. Shadows of the Past 4. Lost in the Mist 5. Embraced By Frost 6. In the Forest of Moonlight 7. Tills Dagen Gryr 8. Stories Carved In Stone 9. Freezing Storms of Snow 10. Where My Spirit Forever Shall Be 11. Let Thy Ale Swing
|
|
Line Up
|
Stefan Weinerhall (Voce, Chitarra) Karl Beckmann (Voce, Chitarra, Tastiera) Rickard Martinsson (Basso, Voce) Karsten Larsson (Batteria)
Musicisti Ospiti Annica Larsson (Voce)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|
|