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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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14/10/2016
( 1890 letture )
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Munitevi di carta e penna, un post-it appariscente, o un qualunque altro strumento da utilizzare come promemoria e bollateci l'esordio degli Psychoprism, perchè tra non troppo tempo potreste ritrovarvi a crogiolare nel "te l'avevo detto". Il quintetto da monitorare proviene dalla costa atlantica degli Stati Uniti, per l'esattezza New Jersey e New York, e si è formato nel recentissimo 2012. Andando a spulciare tra le pubblicazioni della band troviamo soltanto un modesto EP di quattro tracce, tre delle quali riproposte nel disco attuale, che nonostante gli sforzi non ci aiuta proprio a capire dove e soprattutto quando i cinque musicisti abbiano acquisito mordente e maturità in dosi così elevate.
Ci si potrebbe dilungare nel dibattito sulla definizione del sound della band che si mostra a tutti gli effetti come un raffinato ricettacolo delle più disparate influenze del metallo d'oltreoceano. Dall'heavy più classico dei Virgin Steele, passando per quello più raffinato dei Queensr˙che, fino a sfociare in sonorità decisamente powereggianti, moderne e comodamente etichettabili come neoclsassiche. Questo splendido abito da arlecchino però rischia di calzare ancora un po' stretto agli Psychoprism che, senza la presunzione di intaccare il manuale su come scrivere canzoni metal vincenti e scorrevoli, riesce alla grande nell'arduo compito di proporre un sound personalissimo ed assolutamente credibile.
Creation ci sbatte in faccia dieci brani esplosivi, ma anche ricercati e ben studiati, come a sfidarci a trovarne anche soltanto uno sottotono. Difficile. Alpha, l'intro, è un giro di lancette esatto che lascia l'ascoltatore ad interrogarsi su quali scale stravaganti agiscano le sei corde di Bill Visser, un quesito abbastanza ricorrente in ognuno dei deici episodi in questione. La title track si presenta con un riffing nervoso ed incalzante, sul quale abbiamo il piacere di fare la conoscenza dell'eccentrico vocalist Jess Rittgers, alle prese con un'interpretazione vocale davvero folle e sopra le righe, anche quelle del pentagramma. Al terzo brano abbiamo già la certezza di avere nelle mani un prodotto davvero sostanzioso: Shockwaves infatti, oltre a lanciare l'ugola dietro al microfono semrpre più in alto, chiama in causa le pelli di Kevin Mayers che, a braccetto di Herick Hugo e il suo basso, gettano le basi di una sezione ritmica davvero impeccapile. A completare l'opera ci pensa lo splendido assolo malmsteeniano dell'incontenibile Bill Visser. Con The Acclaimed il gruppo non sembra voler togliere il piede dall'accelleratore, le tastiere di Adam Peterson vengono delicatamente fuori dal guscio ed impreziosiscono un brano che fa del refrain travolgente il suo caposaldo. Chronos conferma tutto quanto di buono detto in precedenza ma sa anche sorprendere grazie ad un ritornello decisamente catchy che ammorbidisce lievemente la piacevole spigolosità di Creation. Calano invece i ritmi con Friendly Fire, unica vera e propria ballata del lotto costruita su un delicato arpeggio in pulito su cui si poggiano le toccanti linee vocali di Jess Rittgers. La creazione degli Psychoprism si riguadagna poi tutta la sua dinamicità con la successiva Against The Grain, traccia che si snoda su quasi otto minuti di tecnica, grinta, e melodie vincenti. Le orchestrazioni cinematografiche prima e il riffing martellante di chiusura poi, sono la ciliegina su una torta davvero deliziosa. La seguente Defiance non è da meno, e regala alle squillanti tastiere rhapsodyane di Adam Peterson un meritato primo piano. The Wrecker invece è il pezzo decisamente più heavy del lotto, basato su riff granitici, ritmiche serrate, e sulla solita prestazione di spessore del leader Jess Rittgers, che si rivela ancora una volta come il vero valore aggiunto della giovane formazione a stelle e strisce. A chiudere il cerchio ci pensa quindi Stained Glass, altro pezzo riuscito e ben strutturato, dove sono i soliti assoli vorticosi di chitarra, assistiti dalle splendide tastiere pompose ed incalzanti, a fare la differenza.
Siamo giunti così alla fine della creazione e, guardandoci attorno, non possiamo che essere estremamente soddisfatti del risultato. È doveroso anche sottolineare come il prodotto sia stato confezionato in maniera magistrale e come la produzione del suono faccia risaltare tutti e cinque i lati del pentagono in egual misura senza lasciare proprio nulla al caso. Non ci resta allora che complimentarci con la Pure Steel Records per averci visto davvero lungo quando ha deciso di gettare i suoi artigli affilati su una preda così giovane ma succulenta come quella degli Psychoprism, gruppo che ha saputo sfornare un esordio coi fiocchi come Creation, magari non perfetto, ma dotato di un'identità forte e ben precisa. Forse quegli assoli frenetici e così frequenti peccano un po' in fantasia e varietà e rischiano di provocare un indesiderato effetto Dragonforce, alcuni brani poi potrebbero rischiare di assomigliarsi un po' troppo l'uno con l'altro, ma insomma, a questo punto si tratta di cercare il pelo nell'uovo più che altro. I debutti come questo solitamente appartengono ai big e se gli Psychoprism ancora non fanno parte di quella categoria ristretta, beh, non si può certo dire che siano partiti col piede sbagliato.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Alpha 2. Creation 3. Shockwaves 4. The Acclaimed 5. Chronos 6. Friendly Fire 7. Against the Grain 8. Defiance 9. The Wrecker 10. Stained Glass
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Line Up
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Jess Rittgers (Voce) Bill Visser (Chitarra) Adam Peterson (Tastiera) Herick Hugo (Basso) Kevin Mayers (Batteria)
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RECENSIONI |
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