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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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26/10/2016
( 956 letture )
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Terzo album da studio di questi canadesi dediti allo stoner dalle scarne sfumature. La band nasce a St. John's, capitale dello stato di Newfoundland and Labrador in Canada, nel lontano ‘93 con il monicker Green Machine, nome che verrà mutato un anno dopo vista la perfetta omonimia con un combo operante negli States. Il repertorio con cui si confrontano i ragazzi sono cover dei Kyuss e alcuni pezzi originali con cui compongono un EP Slaves To Fashion, e l’esordio in vinile, titolato Blue Sky Mind, editato nel 1996 dalla Dallas Tarr Records. La seconda prova, The Electric Sleep, uscita due anni dopo, viene accolta dalla stampa con l’entusiasmo di una prossima ‘next big thing’ del panorama hard/ metal, cosa che poi non si rivelerà aderente alla realtà dei fatti.
Quindi si giunge a questo terzo capitolo, Celestial H-iFi, datato anno 2000, che non mantiene le grandi promesse del passato e si presenta come una release divisa a metà, alcune situazioni davvero interessanti e buone, mischiate ad altri episodi al rallenty e non propriamente brillanti e appetibili. Fatta salva la voce di Steve Hennessey, ancora più Ozzy dello stesso Osbourne ovviamente indietro negli anni e con una timbrica lucente, la miscela musicale di questi canadesi paga dazio al passato della nostra musica. Registrato nell'estate del ‘99, Celestial Hi-Fi è composto da 11 pezzi per circa un’ora di musica, gode di una produzione asciutta e diretta e viene pubblicato il 2 giugno del duemila sotto l’egida della label Rise Above Records. Il disco ha punti di forza che risiedono in brani quali l’opener Hyper Faster, dura con lisergici interventi della guitar, una track come Stingray che macina chilometri e orecchie senza colpo ferire con un corpo centrale granitico di basso-batteria e una chitarra che punge e jamma alla grande, mentre What’s Up Mr Zero? risulta più allegra, saltellante ma non brilla di eccellenza; insomma sin dai primi vagiti si assiste ad un lavoro con up and down di rendimento che non fanno apprezzare appieno la proposta. In questa direzione va anche la seguente Solar Sphere, alla lunga l’ascolto si fa sempre più pesante per una resa troppo monolitica che sa di stilemi odorati nel passato, va detto oggettivamente che il genere è questo, però alcune innovazioni e partiture più fresche e meno monotone, avrebbero giovato al prodotto finale che non si discosta dai riff sulfurei dei Black Sabbath di antica memoria. Anche nella costruzione dei pezzi la band tende a sposare matrici che troppo si adagiano su schemi assai sfruttati e che alla lunga non partoriscono entusiasmo. Strange Gods, Strange Altars picchia come un pugile dei mediomassimi senza conoscere il significato del gettare la spugna, ma la troppa compattezza non è sempre sinonimo di piacevolezza; belle le chitarre e il susseguirsi circolare dei riff. Celestial Hi-Fi, la titletrack, sciorina ottimi spunti ad inizio del minutaggio, per poi scivolare nel mare magnum del trito e ritrito, un vero peccato, mentre Persona galvanizza delle delicate striature darkeggianti che convincono e spostano il focus da alcune lunghissime parti strumentali contenute nel platter, che a scanso di equivoci, diventano noiosette.
In definitiva questo terzo lavoro degli Sheavy è un onesto, a tratti, buon lavoro di stoner, ma non riesce a penetrare la coltre spessa della media delle uscite nel genere. Buoni, a volte ottimi colpi di coda che fanno ben sperare nel prosieguo della scaletta, salvo poi ricadere in una certa atmosfera opaca che non consente ai brani di innalzarsi. Lavoro certamente sufficiente ma che non fa gridare al mezzo miracolo. Se cercate tonnellate di riff, parti strumentali fiammeggianti qui le troverete, a discapito dell’immediatezza e delle composizioni smaglianti. Ipse dixit.
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INFORMAZIONI |
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Rise Above Records / The Music Cartel
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Tracklist
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1. Hyper Faster 2. What’s Up Mr Zero? 3. Stingray Part 2 4. Solar Sphere 5. Strange Gods, Strange Altars 6. Celestial Hi Fi 7. Mountain Of Madness 8. Persona 9. A Utopian Interludi 10. Gemini (The Twins) 11. Tales From The Afterburner
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Line Up
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Steve Hennessey (Voce) Dan Moore (Chitarra) Keith Foley (Basso) Ren Squires (Batteria)
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RECENSIONI |
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