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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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White Zombie - Astro-Creep: 2000
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19/11/2016
( 4378 letture )
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Correva l’anno 1985 a New York City quando i White Zombie prendono vita per mano dell’eccentrico e poliedrico leader Robert Bartleh Cummings, in arte Rob Zombie. Solo dopo un paio d’anni, avviene ufficialmente l’esordio discografico con Soul Crusher a cui seguì in rapida successione Make Them Die Slowly. Questi due album rappresentano la primissima era della band e sono decisamente lontani da quello per cui i White Zombie verranno ricordati. In questi due album, infatti, si potrebbe parlare di un gruppo con caratteristiche piuttosto tradizionali riconducibili a un noise rock con decise striature punk. Suoni, quindi, oggettivamente piuttosto distanti dall’immaginario comune che tende a identificare nella band americana una delle protagoniste dello sviluppo dell’ondata groove/alternative/industrial, generi trasversali e di difficile catalogazione, ma sicuramente non inseribili nel contesto heavy-thrash dominante negli anni ’80. È pratica diffusa considerare quindi solo il successivo album La Sexorcisto Devil music Vol1, come lo stesso Rob Zombie ha dichiarato in diverse occasioni, il vero esordio discografico della band e, Astro Creep: 2000 - Songs of Love, Destruction and Other Synthetic Delusions of the Electric Head, l’album dell’ulteriore consacrazione. Considerato da molti il picco qualitativo della band, sviluppa e alimenta il trend dominante di quegli anni (l’album venderà oltre due milioni di dischi, vincendo due dischi di platino e svariate menzioni). Rob Zombie, infatti, prosegue convinto sulla strada della sperimentazione, spingendo ulteriormente la ricerca di nuove sonorità e concetti musicali, a volte dissonanti e in contrasto fra loro, ma di sicuro impatto nel delicato universo musicale, non solo metal, degli anni ’90.
Caratterizzato da una copertina fumettistica dai toni acidi e psichedelici - il frontman ne curò personalmente gli aspetti grafici -, l’album presenta undici tracce diverse e complementari tra loro in cui atmosfere futuristiche post-nucleari dettate da suoni compressi e sintetizzati fanno da tappeto alla diabolica performance vocale di Rob Zombie, capace più che mai di interpretare le malefiche liriche. La poliedricità dei brani necessiterebbe di una specifica analisi puntuale in grado di elencare e sviscerare le molteplici sfumature, nonché le diffuse citazioni cinematografiche presenti. Per ovvie necessità di sintesi, ci soffermeremo principalmente su alcuni episodi chiave del disco, come l’opener Electric Head Pt. 1 (The Agony) che, introdotta da dei sinistri organi e da suoni campionati, ben presto lascia spazio a un riffing granitico e cadenzato, su cui le ipnotiche liriche restituiscono un’atmosfera horror. Sulla falsa riga, ma con un accenno più melodico e venature hard-rock, la successiva Super-Charger Heaven, uno dei brani più conosciuti della band, grazie all’immediato refrain e i cori, restituisce un pezzo trascinante. Decisamente più rivolta a sonorità groove Creature of the Wheel, episodio cadenzato e infarcito da elementi sintetizzati e dissonanti, in cui si manifesta l’importante contributo alla batteria di John Tempesta con variazioni e cambi di tempo. La seconda parte di Electric Head (The Ecstasy) riprende le coordinate iniziali del disco, ovvero ritmiche più accelerate e vigorose, ma è con More Human than Human e soprattutto Blur the Technicolor che Astro Creep: 2000 tocca il suo picco grazie a due pezzi trascinanti e destinati a rimanere impressi negli estimatori dei White Zombie, grazie in particolar modo alla performance di Rob Zombie dietro al microfono. Il cantante statunitense, nonostante non possegga un’estensione vocale particolarmente ampia, riesce con la sua interpretazione, quasi teatrale, a modulare ed enfatizzare l’impostazione cybernetica delineata dai riff di Jay Noel Yuenger. Breve menzione anche alla conclusiva Blood, Milk and Sky, pezzo piuttosto lento e introspettivo che, con i suoi oltre undici minuti di durata complessiva, tende ad avvolgere l’ascoltatore in un ambiente oscuro e ipnotico in cui si lascia spazio all’immaginazione assuefatta dall’angosciante pausa di metà canzone che si interrompe alcuni minuti per poi riprendere lo psichedelico delirio sonoro che porta a chiudere il disco.
Con Astro Creep: 2000 si conclude di fatto la discografia dei White Zombie. Anche se per dovere di cronaca è doveroso annoverare anche il successivo album remix Supersexy Swingin' Sound, l’album analizzato è di fatto il capitolo conclusivo dei White Zombie i quali da lì a breve si scioglieranno definitivamente per dare spazio alla carriera solista di Rob Zombie che ben presto sfocerà anche in progetti paralleli come il cinema. La band, fortemente supportata dal colosso discografico Geffen Records, cavalcando in pieno il mood industrial-groove dei primi anni 90, compone questo album forte del successo musicale del disco precedente, riuscendo addirittura a migliorarsi in quantità di copie vendute e ad incrementare la propria aura di gruppo di riferimento del genere grazie anche a un’immagine e promozionale fortemente studiata. Al netto di tutti questi elementi collaterali, rimangono però evidenti le doti artistico-compositive del gruppo e del suo leader indiscusso, in grado di nutrirsi di molteplici influenze esterne, metabolizzarle e rielaborarle in maniera sempre nuova e, soprattutto, capaci di cementare ancora di più uno stile personale e distintivo. Astro Creep: 2000 è un album che, a distanza di oltre vent’anni, regala spunti di riflessione e, indipendentemente dalle inclinazioni e gusti musicali personali, non può che essere considerato un lavoro ricco di creatività e fondamentale per comprendere l’evoluzione e le derive che l’universo metal ha percorso in particolar modo negli anni ‘90.
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15
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Un 100 come voto ci sta tutto. Bella la recensione. |
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14
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I White Zombie al loro apice, contaminato a manetta, figlio dei propri tempi ma caricatura più che fotografia. Caricatura si, perchè Rob e soci sono qualcosa tipo famiglia addams e ci deliziano con la loro visione di quel che passa. La sexorcisto affondava le radici in suoni e stili più canonici, pur rielaborando in chiave zombie. Astro Creep, come giustamente dice la recensione, ammicca di più all'industrial pur restando Zombie al 100%, perchè la band non ha un suono esclusivo e riconoscibile, ma ha stile e attitudine unici.
Purtroppo ad oggi Rob si è un po' perso fra lavori solisti non troppo indovinati ed i suoi progetti alla cinepresa... ma il capitolo capitolo conclusivo della saga white zombie ha un merito ed un primato: è un bel disco, sicuramente il più tamarro di quegli anni. |
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I White Zombie al loro apice, contaminato a manetta, figlio dei propri tempi ma caricatura più che fotografia. Caricatura si, perchè Rob e soci sono qualcosa tipo famiglia addams e ci deliziano con la loro visione di quel che passa. La sexorcisto affondava le radici in suoni e stili più canonici, pur rielaborando in chiave zombie. Astro Creep, come giustamente dice la recensione, ammicca di più all'industrial pur restando Zombie al 100%, perchè la band non ha un suono esclusivo e riconoscibile, ma ha stile e attitudine unici.
Purtroppo ad oggi Rob si è un po' perso fra lavori solisti non troppo indovinati ed i suoi progetti alla cinepresa... ma il capitolo capitolo conclusivo della saga white zombie ha un merito ed un primato: è un bel disco, sicuramente il più tamarro di quegli anni. |
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12
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Album stupendo,come tutti quelli dei white zombie.meglio rob qui che da solista! |
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11
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Capolavoro!!voto 99!!!! |
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10
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Astro-Creep: 2000 è un album bellissimo senza filler un capolavoro dall'inizio alla fine. More Human than Human è una perla, voto 95/100. |
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9
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Album spettacolare, una bomba metal industrial che influenzera` non poco tante band future. Partendo da La Sexorcisto la band aumenta la dose di campionature e sfodera un sound bestiale con chitarre micidiali ed un Tempesta formidabile, ed uno Zombie al massimo dell`espressivita' . Disco da 95, come e forse piu` del precedente. Peccato che sia siano sciolti e che non abbia potuto vederli dal vivo, per una data saltata all`ultimo! |
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8
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sì Sean in quella foto in alto a sinistra è bellissima...  |
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7
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bellissimo disco, pezzi come creature of the wheel ed electric head sono delle vere mazzate, johnny tempesta tra i batteristi più sottovalutati di sempre, sean sogno erotico irraggiungibile |
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6
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finalmente il loro capolavoro! album che ho ascoltato tante volte, bellissimo! il voto non può che essere 95... le migliori "super-charger heaven" ed "electric head pt. 2"... una band troppo sottovalutata e che avrebbe meritato maggior fortuna e una carriera più lunga, la preferisco di gran lunga al rob solista... comunque un artista che ha fatto 3 grandi album: "la sexorcisto", "astro-creep: 2000" ed "hellbilly deluxe"... |
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5
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Che capolavoro!! E il video di electric head che passava su mtv?? Spettacolo |
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4
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Una potenza!capolavoro del genere! voto 99!! |
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3
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Fantastico come il precedente, anche se molto diverso. Una produzione 'bombastica' che per me ha fatto scuola (vedi Rammstein), unita ai deliri psicotici di Rob e ad una vena techno-psichedelica lo rendono un classico. |
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2
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Una band che non ho mai amato ma che rispetto, nel loro genere davvero bravi, nulla da dire. |
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1
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Un classico del Metal industriale. Da avere assieme a Hellbilly deluxe. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Electric Head Pt. 1 (The Agony) 2. Super-Charger Heaven 3. Real Solution #9 4. Creature of the Wheel 5. Electric Head Pt. 2 (The Ecstasy) 6. Grease Paint and Monkey Brains 7. I, Zombie 8. More Human than Human 9. El Phantasmo and the Chicken-Run Blast-o-Rama 10. Blur the Technicolor 11. Blood, Milk and Sky
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Line Up
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Rob Zombie (Voce) Jay Noel Yuenger (Chitarra) Sean Yseult (Basso) John Tempesta (Batteria)
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