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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Riverside - Eye of the Soundscape
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17/12/2016
( 3549 letture )
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Poco più di un anno fa ci eravamo congedati dai Riverside con Love, Fear And The Time Machine, un disco importante per la compagine polacca per due motivi: in primo luogo perché questo album segnava una sorta di transizione tra il loro progressive metal verso un rock, sempre progressivo, ma dalle sonorità ben più soft e intimiste, tanto da sfiorare in certi passaggi elementi ambient. In secondo luogo la penultima fatica in studio dei Riversideè da considerarsi come una chiusura di un ciclo, dal momento che è stato anche l’ultimo lavoro che ha visto la partecipazione del chitarrista e mastemind della band, Piotr Grudzinski, deceduto proprio lo scorso marzo a causa di un improvviso arresto cardiaco. Nonostante il duro colpo subito, i nostri tuttavia non si sono persi d’animo e, per onorare la memoria del compagno scomparso hanno deciso di continuare il percorso artistico soltanto come trio, ospitando alla chitarra diversi musicisti vicini alla band. Va comunque detto che la volontà di continuare a suonare da parte del gruppo e soprattutto la ricerca di sonorità più intimiste facevano parte di un piano artistico precedentemente pensato alla quale si è poi tristemente aggiunta la luttuosa coincidenza.
Per chi si aspettasse un nuovo lavoro in studio da parte dei polacchi, rimarrà parzialmente deluso, dal momento che questi cento minuti di musica sebbene siano suddivisi in diverse tracce (Shine, Sleepwalkers, la titletrack) più una raccolta di brani rari o bonus presi dal materiale più remoto della band. Queste nuove composizioni, tuttavia mettono in luce sin da subito la nuova direzione artistica intrapresa. Difatti, sin dall’iniziale Where The River Flows, la musica abbandona i lidi del prog rock, per addentrarsi in confini decisamente ambient ed elettronici, caratterizzati da lunghe jam session strumentali, con i synth e le tastiere in primo piano, una batteria tutto sommato semplice e minimale, seppur ossessiva e arpeggi di chitarra liquidi e dilatati, tanto da ricordare a momenti i Porcupine Tree più elettronici (quelli di Voyage 34: The Complete Trip). Sono brani spesso lunghi e stratificati, in cui i dettagli ben celati su una struttura apparentemente ripetitiva emergono solo con gli ascolti ripetuti. Questa è musica decisamente intimista, raccolta e a tratti ossessiva nel suo andamento. Potremmo dire che i quattro brani poc’anzi citati possono essere visti come la quintessenza dell’intero lavoro e sono la vera novità in casa Riverside, però è anche giusto spendere due parole sul resto della raccolta, che vanta alcune gemme, come le due lunghe strumentali Night Session Part One e Night Session Part Two, dove la prima, più della seconda è graziata da un sax sofferto ed ispirato. Le tracce rimanenti di entrambi i CD, come detto in precedenza sono brani già editi del combo polacco e sono per la maggior parte b side o bonus track presenti negli album più datati dei Riverside. Ovviamente però questi pezzi sono qui riproposti in una veste completamente differente rispetto alle versione originali. Anche qui difatti i nostri si dilungano in lunghe jam strumentali ricche di effetti e tastiere sulfuree, oltre a linee di chitarra dilatate da lunghi arpeggi densi di atmosfera, si prenda ad esempio la lunga Rapid Eye Movement. In altre parole, questa riproposizione rimane perfettamente in linea col nuovo corso artistico intrapreso dal gruppo, quindi proprio per questo motivo ritengo sterile il paragone con le versioni originali: in altre parole potremmo dire che questa riproposizione non è altro che un tentativo di tracciare il proprio futuro partendo da un’abile reinterpretazione del passato.
In conclusione possiamo ben dire che questa raccolta è un chiaro punto di arrivo da parte dei Riverside che testimonia la chiusura di un ciclo evolutivo che li ha visti partire dalle tipiche sonorità progressive metal fino ad una lenta è progressiva transizione verso lidi più riflessivi e onirici. I polacchi rimangono tuttavia sempre riconoscibili nel suono, anche se ormai, come avrete capito, hanno semplicemente cambiato approccio nella stesura dei brani. Che questa sia però la strada giusta da seguire è ancora da dimostrare con materiale inedito più abbondante, anche se le premesse per fare bene messe in campo dai quattro inediti ci sono tutte.
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6
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Al terzo ascolto mi si et aperto un mondo!!!! |
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5
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Gia il precedente Love, Fear and the Time Machine era risultato noioso e mieloso, come avevo accennato in un mio commento al disco. Qui, addirittura la cosa viene dilatata alla grande e quindi risulta ancora più mielosa, noiosa e aggiungo anche pallosa, data la lunghezza. Ve bene, l'operazione avrà i suoi risvolti di rispetto e ricordo per il compagno scomparso, la riedizione di brani scartati (appunto: scartati!) in precedenza in "veste nuova" ma l'ascolto è veramente difficile e arrivare in fondo, un'impresa. Non ci penso neanche ad ascoltarlo di notte con le cuffie: dovrei fare un'altra impresa per restare sveglio... Au revoir. |
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4
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album di fine ciclo, un tributo a Piotr fatto col cuore, da avere assolutamente ed ascoltare di notte con cuffie. Solo per fans devoti |
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3
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li avevo visti circa 10 anni fa in un pub vicino como ,all'epoca erano al loro secondo disco,c'erano almeno.......30 persone.bravi,ma dopo i primi 3 cd si sono un po persi e ripetuti,erano visti come il fututro del new prog |
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2
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Da ascoltare la notte in cuffia. Grandi. |
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1
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Disco affascinante e forte. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Where The River Flows 2. Shine 3. Rapid Eye Movement 4. Night Session - Part One 5. Night Session - Part Two
CD 2 1. Sleepwalkers 2. Rainbow Trip 3. Heavenland 4. Return 5. Aether 6. Machines 7. Promise 8. Eye Of The Soundscape
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Line Up
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Michal Lapay (Tastiera) Mariusz Duda (Basso) Piotr Kozieradzky (Batteria)
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