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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Semiramis - Dedicato a Frazz
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( 7102 letture )
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Un altro dei gruppi facenti parte dell’epopea del prog Italico che, pur producendo un solo disco, ha lasciato una certo ricordo tra gli appassionati del genere è quello dei Semiramis, e chi ha voglia di sapere cosa vuol dire il nome può approfittare per rinverdire i suoi studi di storia antica. La band va ricordata sia perché ha prodotto un lavoro interessante per l’epoca, sia per questioni , per così dire , contingenti. Prima che a qualcuno di voi venga un colpo nel leggere la line-up posta come sempre dopo la recensione vera e propria ve lo dico io: si, è lui. Esatto, non si tratta di un caso di omonimia o di una parentela, è proprio lui, quel Michele Zarrillo che, solo pochi anni dopo, avrebbe cominciato ad ammorbarci l’esistenza assieme ad una carrettata di suoi colleghi Sanremesi con simpatiche cosine come “Una rosa Blu”, “Cinque giorni”, e che, a tutt’oggi, è ancora uno dei più affermati autori della musica leggera Nazionale. Se poi tra di voi si annidasse anche qualche lettore dalle panteistiche conoscenze musicali, allora devo aggiungere che si, anche lui è lui, anche Giampiero Artegiani è “quel” Giampiero Artegiani. Qui probabilmente è necessaria qualche conoscenza in più dell’ambiente musicale “ufficiale”, vi basti sapere a questo proposito che il tizio in questione, dopo l’esperienza Semiramis , ci regalerà nell’ordine: “Acqua alta in Piazza S. Marco”, Sanremo 84, anno dell’esordio di Ramazzotti; “E le rondini sfioravano il grano”, Sanremo 86; scrive “Perdere l’amore” per Ranieri – primo posto - ed “A casa di Luca” per Silvia Salemi; vorrei sottolineare che le informazioni che avete appena letto le ho reperite in rete, dato che le biografie dei due dopo i Semiramis non sono mai state in cima alla lista delle mie preoccupazioni. Date queste informazioni di servizio e considerando qualche secondo di tempo per farvi riprendere dallo shock e da eventuali allergie fulminanti a certe manifestazioni direi di passare alla recensione vera e propria. “Dedicato a Frazz” , (dalla bella cover firmata Gordon Faggetter), era, come quasi obbligatorio per l’epoca ed il genere , un concept, basato sulla storia del clown Frazz, (il nome è composto dalle iniziali dei cognomi dei componenti della band), e sulle sue difficoltà nel conciliare la sua esistenza fantastica dietro la sua maschera e la realtà oggettiva che lo circonda. Musicalmente parlando invece, se da un lato era un lavoro abbastanza canonico per il movimento prog, ed in parte limitato dalla vocalità di un giovanissimo e per questo acerbo Michele Zarrillo, (in formazione anche il fratello), dall’altro conteneva numerosi cambi di tempo di un certo pregio ed impostati sul lavoro elaborato e dal sapore a tratti mediterraneo delle tastiere che ne fanno risalire parecchio la qualità, ma anche delle aperture Hard Rock che rivelano un certo talento alla sei corde da parte dello stesso, peraltro già notate al Festival Pop di Villa Pamphili del 72, e che, sfruttate adeguatamente nel tempo, ci avrebbero probabilmente consegnato un chitarrista in grado di dire la sua anche nel nostro settore, (se anche quest’altra notizia vi ha sconvolto potete anche farvi un goccetto, ma di solito molti di voi lo fanno in ogni caso), del resto Zarrillo fu valente musicista anche con un’altra formazione prog importante: “Il rovescio della medaglia”. Il secondo LP, pur già delineato, non vide mai la luce ed il gruppo si sciolse, il resto lo sapete. Rimane tra gli appassionati il ricordo per un disco che annunciava sviluppi importanti e che invece avrebbe fruttato nel tempo “Perdere l’amore” e “Cinque giorni”, Mah……
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dal minuto 4.00 Michele Zarrillo con Elio E Le Storie Tese |
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E' morto Maurizio Zarrillo. RIP. |
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15
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Conosco da un bel po' di anni questo disco...Che dire,considerando l'età di Zarrillo c'è da rimanere a bocca aperta...Aperture proto metal,distanza di semitoni,richiami jazz..In"Uno zoo di vetro"c'è una cattiveria chitarristica immane(e addirittura un pioneristico blast beat)..Michele è un valido musicista che si metterebbe in tasca parecchi"guitar hero"moderni,pocp da dire... |
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13
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album fantastico, veramente bello e evocativo. |
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Nino, se conosci il settore aspetto i tuoi commenti anche nell'articolo sul prog e su quelli che seguiranno. |
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11
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...bella recensione.. potevi anche mettere "Il sogno di un buffone" ...un'altro capolavoro |
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10
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bhe in futuro potreste pensare di fare qualche recensione di rock italiano, non sarebbe affatto male  |
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NO! Quello che sto cercando di fare non è la storia del rock italiano, ma quella del prog italiano, che tanto ha da insegnare a quello inglese. Ciò non toglie che potrei considerare qualche altro disco di particolare valore, ma Vasco non rientra tra questi, almeno x me. ps. ricordo bene i Cafè Caracas, ma nella cover di "Tinterella.." Renzulli già non c'era. Bye. |
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8
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buon disco, e buona recensione , per chi non lo sapesse anche Raf(si quello di battito animale ,infinito ecc..) all'inizio aveva un band(i cafè caracas) insieme a Ghigo Renzulli poi chitarrista(?)dei litfiga, facevano punk rock ma purtroppo non è rimasto niente di inciso, tranne una cover esilarante di Tintarella di Luna. Visto che state rivisitando la storia del rock italiano, avete intenzione di fare anche una recensione di uno dei primi album dell'ormai (ahimè)andato vasco rossi? |
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7
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Ho comprato l'album e devo dire che è veramente ottimo!c'è anche da direche i componenti del gruppo avevano tutti la media di 16 anni!peccato che con il tempo si siano persi!la copertina ricorda molto in the court of th crimson king! |
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6
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Hai capito Zarrillo! Complimenti Franz per la minuziosa cronistoria. Bella rece. "Io sono l'elefante e mi nascondo..." |
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4
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Meglio, niente mezze misure in questi casi, ma se ti sorprendi a canticchiare "Una rosa bluuuu" fatti ricoverare subito. |
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No, ho vomitato direttamente. |
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Si, ma lavati le mani adesso, potrebbe esserti rimasto addosso qualche bacillo Zarrilliano |
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1
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Grande Francè, mi hai illuminato. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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La bottega del rigattiere Luna Park Uno zoo di vetro Per una strada affollata Dietro una porta di carta Frazz Clown
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Line Up
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Paolo Faenza batteria, percussioni, vibrafono Marcello Reddavide basso, campane Giampiero Artegiani classica Di Giorgio, 12 corde Ovation, sintetizzatore Michele Zarrillo chitarre acustiche, elettriche, canto Maurizio Zarrillo Eminent, piano a coda, elettrico, cembalo, sistro, sintetizzatore
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