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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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18/05/2017
( 2353 letture )
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Diffido sempre da chi calca, millanta e abusa del temine Death Metal. Ancor più se affiancato a termini stilistici poco convenzionali come “conceptual” o “inventive”. Il quintetto di Liverpool debutta nel mondo discografico con sponsor olimpionici come Avocado Booking (stakanovisti nell'organizzazione live internazionale) o Nuclear Blast (che segue le fasi promozionali della release), dopo un'incredibile scalata di palchi – tra cui la partecipazione nel 2016 all’Ozzfest Meets Knotfest negli States.
Il termine inglese Loathe fa trapelare sentimenti di disgusto, avversione, odio materiale, che poco si addicono all'act di turno, se non altro nel confezionamento di un fil rouge, nelle lyrics, di profondo stampo post-apocalittico ed intimista. Di Death Metal neanche l'ombra: piuttosto, un Metalcore tecnologico e adulto, con inserti di synth e voci melodiche, inserti elettronici, cori e controcanti a tre ugole. Tra una versione oscura e progressiva dei Mudwayne e le deviazioni più industriali dei Gojira. In barba alle soglie digitali, le mastodontiche chitarre sono spinte al limite dei decibel, a serrare composizioni appiattite, costruite senza troppo eccedere né dal lato dell'orecchiabilità, né tantomeno sul versante della violenza. The Cold Sun accenna a travalicare la soglia del Djent solo in alcuni passaggi, spesso vincenti e concentrati nelle tracce It's Yours e Dance On My Skin. Non ci troviamo di fronte a neofiti e nemmeno a sfaccendati cloni senza idee: il sound e la vision dei Loathe sono compatti, ben determinati e ancor meglio commercializzati.
Nonostante le buone premesse, nonostante la perizia e le atmosfere prodotte, in termini di “sorprendevolezza”, questo esordio ci lascia affamati e distaccati. E per le nuove generazioni di gourmet ingordi e onnivori dell'estremismo sonoro, gli esigui 34 minuti della piece sono meno che un aperitivo analcolico molecolare.
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2
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Non ho MAI letto così tante puttanate in una recensione.
Ma avete ascoltato il disco con i paraorecchie o cosa ?
Questo disco nella scena nu metalcore/djent, non ha niente da invidiare a gruppi come sworn in, youth forever, darke complex e vctms. |
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1
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Sono chiaramente Metalcore, forse tendenti al Nu Metalcore per alcuni tratti. Per me sono un'interessante scoperta: non sono originalissimi, ma confezionano una proposta da cui possono solo che migliorare. È vero che forse vanno col freno a mano tirato e che l'album è fortemente squilibrato tra prima e seconda metà, ma come esordio meritano la sufficienza. In un periodo stagnante per il genere, hanno un potenziale |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Cold Sun 2. It's Yours 3. Dance On My Skin 4. East Of Eden 5. Loathe 6. 3990 7. Stigmata 8. P. U.R.P.L.E 9. The Omission 10. Nothing More 11. Never More 12. Babylon
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Line Up
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Kadeem France (Voce) Erik Bickerstaffe (Chitarra, Voce) Shayne Smith (Basso, Voce) Connor Sweeney (Chitarra, Voce) Sean Radcliffe (Batteria)
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RECENSIONI |
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