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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Black Country Communion - BCCIV
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22/09/2017
( 6477 letture )
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Ammettiamolo, quando nel 2013 Joe Bonamassa decretò la fine della sua partecipazione al progetto Black Country Communion, la band californiana sembrava essere giunta al capolinea dato che veniva a mancare uno dei due pilastri. Una fine inevitabile, quasi annunciata considerate le dirompenti ed esuberanti personalità dei leaders: il virtuoso chitarrista appunto e l'esplosivo rocker inglese Glenn Hughes. È anche per questo che la notizia di una reunion con tanto di nuovo album in studio ha lasciato i fans abbastanza stupiti. Uno stupore trasformatosi ben presto in gioia, in quanto il ritorno sulle scene dei BCC ci permette di apprezzare all'opera un quartetto fenomenale, formato dai nomi succitati, ai quali si vanno ad aggiungere il batterista Jason Bonham, figlio d'arte del grande "Bonzo" e l'ex Dream Theater, Derek Sherinian alle tastiere.
Partiamo col dire in maniera abbastanza semplicistica e banale che il livello qualitativo di BCCIV è alto, sia per la capacità esecutiva degli artisti impegnati, sia per il valore effettivo delle tracks. Questo però sinceramente era abbastanza prevedibile, più difficile invece spiegare il metodo col quale i Black Country Communion abbiano raggiunto tale risultato. Essenzialmente ruota tutto attorno alla produzione "rock contemporanea" di Kevin Shirley, decisiva ai fini del quadro generale sonoro. Innanzitutto l'hard rock dalle forti tinte blues del gruppo è messo maggiormente in evidenza dall'amalgama dei vari strumenti piuttosto che dalle singole prove dei musicisti, perciò i pochi virtuosismi di Bonamassa vengono relegati in un angolo, lasciando il guitar hero completamente al servizio della band e conferendo a costui la possibilità di essere risolutivo nell'elaborazione delle composizioni. Se il disco è ottimo in fase di scrittura è soprattutto merito suo. In seconda analisi nel corso dell'album i suoni sono volutamente resi meno nitidi dal producer; chi beneficia di questa minor pulizia del sound è sicuramente il sessantaseienne Glenn Hughes. Il suo basso sarà poco protagonista durante l'LP ma dal punto di vista canoro il singer tira fuori prove sopraffine (ascoltare per credere l'uno-due The Cove-The Crow). Terzo punto: rispetto al passato si sente la mano di Sherinian, il quale in alcuni brani può apportare inserimenti interessanti e distanti dal bagaglio musicale dei colleghi (vedi Sway). Infine la volontà di privilegiare strofe adrenaliniche, bridge e passaggi ridondanti fra i vari strumenti rispetto ad episodi solisti porta ad una perfezione ritmica assoluta, con la batteria di Bonham che non patisce il benché minimo cedimento né sui pezzi melodici, né su quelli maggiormente movimentati. L'avvio è affidato a due brani di impatto potenzialmente da classifica (una prassi del gruppo): il singolo hard rock Collide, che a tratti ricorda fin troppo i riff potenti e distorti degli Audioslave e l'orecchiabilissima Over My Head, la quale contiene un chorus ruffiano, ma conturbante. Con The Last Song for My Resting Place i BCC iniziano a fare sul serio. La song è una ballata atipica, dove la chiave di lettura è da ricercarsi nei continui arpeggi e nell'uso prolungato del violino, mentre il climax si ha sul ritornello a due voci. Il bridge sui 4 minuti con tanto di assolo sorretto alla grande dalle tastiere ricorda i Rainbow. Sway è la song insospettabile del platter: i ritmi sono sostenuti, i riff sempre puntuali e taglienti, sul ritornello la voce di Hughes esplode come un fucile a pompa, ma sono soprattutto le magiche invenzioni di Sherinian a donare quell'imprevedibilità di fondo insita nel pezzo. Con The Cove i ritmi divengono lenti, i suoni tetri ed oscuri, il blues primordiale regna sovrano e non è un caso che salga in cattedra Mr. Hughes. Il brano risulta caldo, drammatico e, prima del finale, estremamente potente grazie alla prova sopraffina del singer. La sua esibizione è talmente clamorosa da far passare in secondo piano lo splendido solo "hendrixiano" di Bonamassa, sorretto in maniera egregia dalle raffiche di colpi della batteria di Bonham; stessa situazione si genera sulla successiva The Crow: altra prova disumana di Glenn Hughes sulle parti heavy della roboante song, bridge che pare un chiaro omaggio ai Deep Purple e finale tutto all'insegna della voce penetrante del britannico e dei refrain, quest'ultimi in verità un po' troppo simili a quelli operati da Tom Morello su Bulls on Parade. La susseguente Wanderlust potenzialmente è una song eccezionale: le parti di accompagnamento sono grandiose, con un monumentale Sherinian a mantenere le redini del pezzo. Sulle strofe le sue armonizzazioni, unite ai riff ciclici di Bonamassa, creano assuefazione; purtroppo il ritornello è un tantino debole a causa dell'estrema ricercatezza melodica, inoltre il minutaggio risulta eccessivo. Il discreto numero di variazioni inserite nel pezzo (il cambio di rotta sul bridge e le digressioni finali) non giustificano lo scollinamento degli otto minuti. Più scorrevoli invece la funzionale e professionale Love Remains - ottime le tastiere ad effetto sullo sfondo e la corroborante sezione ritmica - e la movimentata Awake. Questa è una scorribanda fra il funky e il classic rock dove si scaglia pesantissimo Hughes sul ritornello disarmante. Riscontrabile sul solo una bella sfida fra tastiera e chitarra, vinta abbondantemente dalla prima. La conclusione affidata a When the Morning Comes si dilunga leggiadra su un rock settantiano dalla produzione moderna e dai richiami "zeppeliniani", ma non fa gridare al miracolo.
Meglio comporre che passare il tempo a litigare: l'ennesimo lavoro eccellente della band di Los Angeles ne è la prova. I due mesi passati al Cave Studio di Malibu si fanno sentire eccome su questo prodotto. Il fatto poi che i Black Country Communion abbiano fatto passare un anno dall'inizio della lavorazione del disco alla sua uscita la dice lunga sull'attenzione messa in atto dalla band per realizzare un disco che sia fruibile ad un'ampia gamma di appassionati del genere. Essi potevano riuscirci ancor meglio riducendo la durata di alcuni pezzi, in particolare The Last Song for My Resting Place e Wanderlust, che comunque rimangono due dei brani più significativi di BBCIV. Qual gradito ritorno!
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22
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Il disco è buono e gli darei un voto alto come per il live ma c'è sempre il problema che dove mette le mani Shirley rovina tutto ogni sua produzione è un disastro personalmente lo detesto. Quindi il voto si abbassa anche se mi spiace perché artisti di questo calibro non capisco perché si affidino a questo tizio sarà una moda ....Martin Birch (RIP) avrebbe saputo valorizzare al massimo il disco |
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21
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forse non l'ho ascoltato abbastanza. per ora di tutti e 4 il mio preferito è Afterglow |
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20
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Senza far gridare al miracolo finalmente i BCC hanno concepito un album degno dei loro nomi. The last song for my resting place è una canzone che vale una carriera con un assolo di Bonamassa che sembra preso pari pari dal libro "crea l'assolo perfetto di Ritchie Blackmore"; The cove mi ha regalato emozioni come solo i Free sapevano fare e Wanderlust è un brano sublime dove finalmente si ricordano di avere anche un bravo tastierista tra le loro fila. Belle anche la vorticosa Awake e When the morning comes in cui Hughes indugia con i toni caldi rendendo al meglio. Alla fine i brani che mi colpiscono di meno sono proprio i primi due. Per il resto anche i rimandi agli Zeppelin di Sway e Love Remains sono più che azzeccati. 80 |
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Poche ciance, grande ritorno, complimenti a Hughes & soci. |
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Onestamente lo trovo un buon album non un capolavoro. I brani più riusciti sono quelli citati dalla recensione piò over my head e when the morning comes. Questi brani per me innalzano di molto il livello dell'album che altrimenti sarebbe soltanto discreto. Non so bonamassa mi piace di più nei suoi album solisti o in altri contesti. 72 |
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17
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Quarta fatica e quarto centro per il super combo!!! Intanto godiamoci questo che mi sembra effettivamente esattamente niente di più di ciò che ci si può aspettare dai BCC però sempre ben fatto.....mettere insieme due teste come Glenn e Joe non è facile....speriamo che duri ancora a lungo il progetto.....per me al primo ascolto voto 75.....stay metallized👊🎸 |
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16
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A me piace. E anche tanto. |
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15
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Mi ero ripromesso di non cascarci di nuovo dopo le prime tre cocenti delusioni alle quali insistetti nel dare fiducia acquistando i cd alla loro uscita nonostante tutto.....ma qui ci sono tanti tentatoricordi vedo.... |
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14
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Grandi...come (quasi) sempre! |
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@Rob Fleming: in realtà penso che attualmente anche Geoff Tate vorrebbe cantare come Todd La Torre! |
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Grandissimo disco ..... Tutti e 4 al Top . |
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@TheDisturbeďPriest: passami la battuta. Ma magari Robert Plant fosse in grado di copiare Lenny Wolf! Per il resto condivido il tuo pensiero |
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Uei. Ho provato a riascoltare qualche brano pensando che cantasse Chris Cornell.. riesco a capire il punto di vista di freedom. Però è tutto al contrario.. è come dire che non riesco ad ascoltare Geoff Tate perchè copia Todd La Torre o Robert Plant perchè imita Lenny Wolf |
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9
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A me il disco sta piacendo e, soprattutto grazie a un 2/3 brani che alzano il livello, lo trovo decisamente ispirato e ben riuscito. I riferimenti all'hard rock classico anni 70 sono indubbi.. quella è la loro storia, trovo invece un po' forzati i paragoni con altri artisti più recenti. Poi vabbè ognuno ci sente quello che per affinità di genere conosce meglio.. è normale dai. Sono invece d'accordo, purtroppo, sul fatto che nel panorama musicale odierno questa uscita possa passare inosservata. Anni fa sarebbe stato diverso ma oggi può eccome. |
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8
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Quindi i BCC copiano gli Audioslave che a loro volta copiavano band degli anni 70`, dove militavano o Glenn o il padre di Jason: geniale!!!! Se poi un take disco e` irrilevante nel panorama msicale, lo sono il 99% delle uscite dei tempi moderni!! Almeno Freedom aggiungi che e` un tuo pensiero, confutato dagli altri!! |
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7
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Chi dice che degli artisti "vecchi" non possano prendere spunto da band più moderne? Capita molto spesso a dire il vero, non capisco per quale motivo negarlo con tanta tenacia. Glenn è un grande artista (come anche gli altri coinvolti) e tutto il disco è ottimamente suonato e piacevole da ascoltare, eppure certi riferimenti sono palesi. Troppo per i miei gusti. Album valido ma assolutamente irrilevante nel panorama musicale odierno. |
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6
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Io l'ho preso ieri pomeriggio ed ho ascoltato i primi 3 brani. Il primo mi sembra banale come ne abbiamo sentiti a milioni (e se i BCC copiano gli Audioslave questi ultimi chi hanno copiato? Quel riff è puro zeppelin style). La seconda è un buon hard rock. La terza mi ha piallato. Finalmente Hughes non urla e Joe impugna anche il microfono. Assolutamente magnifica. Se nel corso del cd Glenn non esagererà con i suoi acuti Derek avrà più spazio forse è la volta buona che hanno sfornato veramente ottimo album |
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5
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Pretendere originalità nel senso comune del termine da questo progetto, fra l'altro nato qualche anno fa e dalle coordinate ben note, è semplicemente assurdo; fra questi signori c'è chi nei Purple ci ha militato quando buona parte di chi commenta qui non era ancora nato e credo quindi che chiunque conosca anche sommariamente la storia dei musicisti coinvolti dovrebbe avere ben chiaro da dove provengano certe influenze. Chi non li conosce dovrebbe invece documentarsi prima di spararle, perché affermare che i BCC copiano gli Audioslave è davvero risibile. |
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4
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Originalita` proprio zero qui: proprio vero, questi quattro artisti potevano fare qualche cosa di nuovo, magari un disco di synth pop che va` tanto di moda......ahahahah! Ma che stiamo a dire???? Ma che cosa ci si puo` aspettare da simili fuori classe se non un grande disco di hard rock??? Copiano gli Audioslave e Soundgarden?????? Ahahah!!!! Se mai queste due band, che adoro, hanno preso da Led Zep e Purpke dove hanno militato Hughes ed il padre di Bonham!!!! Senza considerare che il riff di Collide, simile a Cochise, l`avro` sentito decine di volte nell`hard rock!!!! Parlando del disco, devo dire che mi ha sorpreso e non poco: i BCC li ho ascoltati ed ho i loro dischi ma non mi hanno mai coinvolto fino in fondo, invece questo disco e` belliissimo ed il loro migliore nettamente: The last song..... e` straordinaria e si candida a pezzo dell`anno e oltre. Hughes e`uno dei pochi "vecchi" cantanti che ha una voce pazzesca ed il resto del gruppo suona alla grandissima. Un disco da 90 minimo!!!!! |
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2
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E' un album meraviglioso, probabilmente il più bello che hanno inciso. |
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Tutto il disco è un plagio di Audioslave, Soundgarden e Cornell solista, con una spruzzata di Deep Purple e Zeppelin. Bello si, ma originalità pari a zero. La prima traccia è costruita su Cochise degli Audioslave. Sufficiente, ma se ne poteva fare anche a meno. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Collide 2. Over My Head 3. The Last Song for My Resting Place 4. Sway 5. The Cove 6. The Crow 7. Wanderlust 8. Love Remains 9. Awake 10. When the Morning Comes
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Line Up
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Glenn Hughes (Voce, Basso) Joe Bonamassa (Chitarra, Cori) Derek Sherinian (Tastiere) Jason Bonham (Batteria)
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RECENSIONI |
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