|
27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
|
|
|
08/11/2017
( 3005 letture )
|
Un supergruppo plana sulle nostre teste inermi e scatena miasmi hard di magica rilevanza. Ecco sotto le luci della ribalta piombare gli Sweet & Lynch, patrocinati dalla Frontiers, con 4 e dico 4 stelle di prima grandezza, con un’esperienza di palco da far impallidire chiunque; quasi da non crederci ma rieccoli qui tutti insieme. Di solito le superband annoverano un paio di grandi nomi e alcuni portatori d’acqua efficaci ma di contorno, qui invece troviamo gente che ha fatto la storia dell'hard a vagonate negli anni ottanta e non solo. Pronti? Ok, si parte da Michael Sweet degli Stryper, singer dalla voce siderale, il mitologico George Lynch ex dei Dokken, chitarrista che ha influenzato almeno una decade di nuovi musicisti e fan, James LoMenzo bassista dei White Lion e poi ancora con Megadeth e Black Label Society e infine il dotatissimo drummer Brian Tichy già con The Dead Daisies ed ex-Whitesnake. Una bomba a partire dalla line-up, ecco deflagrare Unified, seconda fatica dopo il debutto fortunato del 2015 denominato Only To Rise. L’album qui presente è stato prodotto dallo stesso Michael Sweet mentre Danny Bernini, è colui il quale ha curato la registrazione avvenuta presso gli Spirithouse Recording Studio negli Usa. Il quartetto è nato da un’idea di Serafino Perugino, presidente di Frontiers, il progetto ha preso forma sulla figura di George Lynch, mentre Sweet avrebbe dovuto solo cantarci sopra, con le song scritte dal ex Dokken, con i due titolari di basso e batteria chiamati in seguito a completare lo schieramento. Poi il destino ci mette lo zampino, ed è nato un combo vero e proprio come conferma il cantante:
La miscela musicale è una classica combinazione di rock 70 e 80”, racconta Michael Sweet. “Ci sono sentori di Journey, Bad Company, Dokken, Van Halen, Stryper. James e Brian sono musicisti fantastici e i loro strumenti spiccano come lo fanno le chitarre, l’immediatezza della proposta è reale, anche se non abbiamo suonato tutti insieme nello stesso studio.
Il processo di scrittura dei pezzi ha punti fermi: Lynch ha composto i riff, Sweet ha messo giù i testi e le melodie, poi la coppia ritmica, gli arrangiamenti e le aggiunte chitarristiche, insomma un processo snello e devo dire che le track girano, sin da subito, solide e brillanti. E allora via con l’analisi degli undici magli borchiati che riserva questo CD. Si parte subito con la valvola a farfalla completamente aperta, Promised Land distilla un attacco all’arma bianca ma con tanta classe grondante, la voce magnifica, incattivita con gli anni, di Michael domina la scena, il binomio basso-batteria semina miasmi positivi e le chitarre smazzano un gran lavoro, con cori laminati, mentre il singer farcisce la song con vocalizzi unici e il solo di George Lynch da il kick ass: grande partenza. Walk, in tempo dispari, vive su coralità incrociate ed evocative tipiche dei Queen, l’inciso è di assoluto livello e si rivela incalzante, atmosfere rallentate e fantastiche, così suonerebbero probabilmente May e soci se fossero ancora in vita a livello discografico, non parlo dei tour con Adam Lambert: il solo di George si getta a piene mani tra le braccia di Brian May, mentre Sweet fa il fenomeno dietro il microfono: pezzo capolavoro! Da ascoltarsi subito, in fretta, ora. Afterlife scava le coscienze, parte oscura e con tastiere tempestose in sottofondo, 4/4 sul rullante, le chitarre avvolgono filo spinato incandescente, cori infernali, gusto di zolfo sulla lingua, poi la track viene spaccata in due da un intermezzo melodico squassante a livello di vocalità, semplicemente sensazionale, mentre le onde dello Stige si intravedono tra nebbie purpuree palesemente metal, altro pezzo con otto palle pressofuse in acciaio e musicisti di razza e pedigree superiore. Eccezionale! Make Your Mark è più disimpegnata e piroettante anche se sa mostrare gli artigli grazie a chitarre taglienti come lame di scure e voce, al solito, di un impatto devastante, Tried & True vede una sei corde dai toni caldi svisare verso il blues, cori profondi, un solo di guitar che fa accapponare la pelle, insomma non sarà una song da annali ma questa line-up sa fornire cibo per le orecchie di altissimo livello e godimento. Unified, la title track, è ennesima stoccata di ottima levatura, suddivisa tra arrangiamenti, incastri melodici e iniezioni di energia mista a bellezza pura, Find Your Way è strana in partenza, ricorda i Winger di Pull, sfoggia un rullante che pietrifica e un lavoro di armonizzazioni che sbocciano lasciando a Lynch un solo zampillante; Heart Of Fire è ritmata, basso in forte evidenza con LoMenzo che si fa i muscoli e ritornello trionfante di coralità eteree dai toni gospel, mentre il solismo dell’ascia ricorda, in sede di distorsione, qualcosa di Steve Vai al servizio di David Lee Roth. Bridge Of Broken Lies sgattaiola via tra il lentone classico e una costruzione corale, con un chorus molto accattivante dominato dalle corde vocali in titanio e acciaio di Sweet, poi arriva il gran finale. Better Man prende abbrivio da pennate chitarristiche e batteria solida, la voce entra quasi di soppiatto adattandosi alla costruzione strumentale e lanciando un intermezzo vocale quasi doo-woop, poi la conclusiva Live To Die sviluppa un andamento tra il noisy e la cristallinità hard, i cori leniscono le alabardate strumentali che scarnificano il pezzo con saldo al comando il frontman: da applausi l’armonizzazione chitarristica sul finale con la base ritmica che pesca soluzioni jazzy, mentre George Lynch prorompe in un solo pirotecnico.
Uno dei migliori dischi di quest’anno nel genere: gli Sweet & Lynch non sono mai banali, sanno usare perfettamente il loro immenso bagaglio esperienziale per certificare trame, situazioni e soluzioni di un gusto strepitoso e una perizia estrema. Sweet ha una voce matura, esplosiva e lavica che raggiunge picchi incredibili e di gamma, di George Lynch che volete che si dica, è migliorato nel tempo acquisendo coloriture sullo strumento che ai tempi dei Dokken non aveva, Tichy e LoMenzo formano un doppio team alla dinamite. Unified vi sorprenderà, è un Cd da urlo, impossibile tralasciare un ordigno di tale livello! Buy it or listen to Candy Candy.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
6
|
Non ho ancora letto la recensione, spero solo ci siano poche ballad strappapelidelculo, lo ascolto presto. |
|
|
|
|
|
|
5
|
Voto dei lettori 30? Ma quanto male4 state messi? |
|
|
|
|
|
|
4
|
Segno e domani ascolto, ma penso che mi piacerà! |
|
|
|
|
|
|
3
|
Lynch spettacolare per gli assoli, per il tocco, per il gusto, il resto è tutto nella media, album da sei. Con una voce che a me personalmente non esprime molto. |
|
|
|
|
|
|
2
|
Porca miseria Franco, sei la mia rovina. Ascolterò e ripasserò come al solito, raramente sbagli...😉 |
|
|
|
|
|
|
1
|
la frontiers e'ormai un marchio consolidato di qualita'....voglio dargli un ascolto....poi i nomi dei musicisti coinvolti nel progetto sono di primissimo piano.... |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. Promised Land 2. Walk 3. Afterlife 4. Make Your Mark 5. Tried & True 6. Unified 7. Find Your Way 8. Heart Of Fire 9. Bridge Of Broken Lies 10. Better Man 11. Live To Die
|
|
Line Up
|
Michael Sweet (Voce, Chitarra) George Lynch (Chitarra) James LoMenzo (Basso) Brian Tichy (Batteria)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|