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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Joy Division - An Ideal for Living
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08/11/2017
( 2714 letture )
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Prima pubblicazione a sfoggiare il nome Joy Division sulla copertina, An Ideal for Living è essenzialmente un lavoro di transizione, un ponte tra gli esordi punk sotto il nome di Warsaw e i capolavori Unknow Pleasure e Closer degli anni successivi. Se le influenze punk sono innegabili, è possibile intendere qua e là alcuni neri sprazzi, che anticipano il suono della produzione futura della band. Iniziamo dalla copertina: opera del chitarrista Bernard Sumner, essa ritrae un tamburino della Hitlerjugend e il logo in carattere gotico della band. L’immagine fu oggetto di polemiche all’epoca, soprattutto a causa del nome scelto dalla band. Le “divisioni della gioia” erano infatti i gruppi di prigioniere incaricate dell’intrattenimento sessuale degli ufficiali nei lager nazisti. L’interesse di An Ideal for Living oltrepassa però la sua copertina e le sterili accuse di neonazismo che l’accompagnano. L’EP contiene infatti quattro dei brani più rappresentativi dei Warsaw: si tratta di un’istantanea dello stato della band giusto prima di iniziare il progetto Joy Division, il punto di partenza della loro nuova incarnazione.
L’opener Warsaw sfoggia il lato più energico del punk delle origini. Uptempo retto da un paio di riff diretti e indovinati, il brano in questione sfoggia un ritornello lugubre e marziale. Benché visceralmente punk, l’atmosfera inizia già a farsi malsana. No Love Lost è aperta da una lunga introduzione strumentale, dove su di un monotono tappeto ritmico la chitarra effettua delle rapide incursioni, fugace presagio dei suoni futuri. La traccia vera e propria si rivela essere ancora una volta un punk più canonico e sostenuto, non scevro da una tintura angosciante e ossessiva. Questi caratteri sono amplificati nella successiva Leaders of Men, il nero cuore di questo EP. Il punk si sfalda e finalmente appaiono il basso pulsante, la batteria chirurgica e la chitarra gelida che hanno fatto la fortuna di Unknow Pleasure. Benché ancora primordiale, si tratta di un brano al cento per cento Joy Division: la base ritmica in evidenza, la chitarra asettica che tesse una progressione ansiogena sostenuta da un Ian Curtis cupeggiante, anche se ancora lontano dagli abissi di disperazione dei lavori futuri. L’ultima canzone, Failures, ritorna nel territorio più tradizionale del punk settantiano, lontano dalle inquietanti premonizioni del brano precedente.
La produzione grezza e essenziale rende il suono diretto e viscerale, una pasta spigolosa nella quale spuntano tutte le esitazioni e le imprecisioni dei musicisti coinvolti, come vuole la tradizione punk. Si tratta però della migliore produzione per un prodotto di questo genere, che brilla di tutta la sua urgenza e spontaneità. Siamo ancora lontani dalle sensazioni asettiche e nerissime dei due monumentali successori, ma questo primo assaggio a nome Joy Division contiene già tutti i germi di quello che verrà, solo pochi anni dopo. Un lato fugace e poco conosciuto della band, ma non scevro di interesse.
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5
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Di gran lunga superiore a qualsiasi altra cosa Punk inglese abbia mai sentito in vita mia. Faranno ancora meglio con i due successivi (purtroppo solo due) capolavori Post Punk Darkwave. |
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4
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La copertina è stupenda! Ascoltatevi la cover "Walked in Line" per mano di Blood Axis. |
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3
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Quattro brani..quattro gemme. |
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2
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disco fondamentale per la piu' grande punk-dark band di tutti i tempi! |
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1
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Bellissimi questi quattro pezzi, per me Warsaw è stata per anni l'incarnazione del momento in cui nasce il Post Punk; tra gli altri brani spicca per forza di cose Leaders Of Men, ma davvero sono tutti validi esempi della transizione dal punk a qualcosa di nuovo.
Voto: 79 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Warsaw 2. No Love Lost 3. Leaders of Men 4. Failures
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Line Up
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Ian Curtis (Voce) Bernard Sumner (Chitarra) Peter Hook (Basso) Stephen Morris (Batteria)
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RECENSIONI |
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