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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Harakiri for the Sky - Arson
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04/03/2018
( 4874 letture )
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Con quella massima precisione temporale solitamente imputata ai loro elvetici vicini di casa, fanno il loro sulle scene gli Harakiri for the Sky. Retti dai due inossidabili fondatori e mastermind Michael "JJ" V. Wahntraum e Matthias “M.S.” Sollak e coadiuvati da un ospite d’eccezione e d’eccellenza come il batterista Kerim "Krimh" Lechner, già membro di Septicflesh e Decapitated, gli austriaci presentano al loro pubblico l’atteso Arson, quarto album della loro carriera e quarto album a venire licenziato dalla Art of Propaganda.
Nell’ora abbondante che ci accompagna lungo l’evolversi di questo Incendio Doloso, costeggiato dalle sempre più strazianti e massicce parole dell’inossidabile J.J., moderno bardo dell’umana disperazione e del più intimo dolore, delle soffocate confessioni di disperazioni quotidiane e delle più angosciose lacerazioni dell’animo, si susseguono sette capitoli dal -deterrente- minutaggio minimo di nove minuti, ad eccezione del solo Tomb Omnia, che si accommiata dal pubblico ‘solamente’ dopo onesti minuti otto. E, fin dai primi ascolti, la nuova release di casa Harakiri for the Sky appare migliorata rispetto alla prova che l’ha preceduta, delineandosi come un platter dove quasi nulla è stato lasciato al caso, sia dal punto di vista strumentale, che dei testi, che della ben più nitida produzione globale. La proposta dei due giovani salisburghesi non viene stravolta, in quanto il loro sound distintivo e mood tormentato permeano tutto Arson con facilità disarmante, ma è fuori dubbio che il duo d’oltralpe abbia operato qualche preciso perfezionamento, qualche giusta correzione nel tiro e qualche studiata limatura per migliorare il proprio post black e mantenere alta la varietà e capacità di accattivare dei diversi elementi che costituiscono i 65 minuti proposti in questo gelido inizio di 2018. La voce di J.J., come da tradizione saldamente ancorato al suo riconoscibile screaming salvo qualche digressione clean, ci accompagna dunque lungo un Arson ricco di riffing sfaccettati, occhiatine allo shoegaze e trame inaspettate che possono sia sorprendere, sia confondere soprattutto l’ascoltatore meno esperto (vedasi ad esempio Tomb Omnia e le sue sfumature post rock o Stillborn e la sua anima quasi folkeggiante, per non parlare dell’inaspettata bonus cover di Manifesto degli indie rockers statunitensi Graveyard Lovers), ma che mantengono alto il livello dell’album e gli permettono di non scadere in facili monotonie e ripetitività, qualora gli venga accordato quel molteplice numero di necessari ascolti per esplorarne a fondo sentimenti e visioni. Nonostante la durata, infatti, il talento dei musicisti coinvolti fa sì che le emozioni, dalla Lynchiana opener Fire, Walk with Me, fin nei meandri della suggestiva ma tagliente You Are the Scars o della furiosa e tossica Heroin Waltz, e giù fino alla melodica ed evocativa Voidgazer, siano assicurate.
Il diverso e più maturo approccio scelto da J.J. e M.S. rende dunque questo Arson ulteriore conferma del loro talento, nonché indubbio passo avanti nella giusta direzione rispetto al precedente, già convincente III: Trauma. I due austriaci, pronti a calcare i palchi del Belpaese tra pochi giorni, si mantengono dunque tra i più fini cesellatori europei di quella oscura materia che è il post black metal, intarsiando sette solide tracce che sanno restare eleganti e con mordente, senza perdere la loro più tipica graniticità legata all’elevato minutaggio che mantiene anche in questa sede la creatura Harakiri for the Sky indigesta a molti palati.
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9
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Li ho conosciuti con questo album aspettando il prossimo che uscirà nel 2021 sperando di poterli vedere un giorno live grandissimi!!!!! |
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8
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Vero @replica !! Tecnicamente ottimi e l'innesto finalmente di un batterista in carne e ossa ha aggiunto valore alla proposta visto anche la sua prova magistrale, ma.....ma nonostante sembra esserci un sacco di melodia, in realtà non c'è quasi mai un tema portante accattivante, trascinante, che tenga alto l'interesse e porti i brani da qualche parte....no, ci ho messo un bel po' a capire cosa non funzionasse malgrado la oggettiva bravura e il genere che personalmente piace, e ho capito che in mezzo a tutti questi arpeggi intercambiabili tra loro e urla strazianti non c'è un momento memorabile che faccia sì che alla fine del disco ti resti qualcosa in testa. È ciò che invece trovo in band quali paradise Lost o borknagar.... giusto per citarne due eclatanti |
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7
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Niente,non mi convincono,c'è qualcosa che che non va,è come lanciarsi dall'ottavo piano sapendo che al sesto c'è un confortevole materasso e poi vado a fare la spesa,tecnicamente bravi ,ma non basta. |
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6
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gli harakiri for the sky. i tecnicismi non mi competono perchè non li conosco, non ho nemmeno mai suonato uno strumento, mi sarebbe piaciuta la batteria. sarebbe stata perfetta per una come me che "fa tanto rumore". non so un cazzo di come descriverli musicalmente c ome fate voi così lo faccio a parole mie. loro sono il caos e la perfezione di un cuore in pezzi, ascoltarli è come sbattere forte la testa, come esplodere su una mina, come lanciarsi dall'ottavo piano, ottavo piano come ottavo giorno. un giorno che non esiste ma in cui sono stati creati i diversi, che però esistono invece. ottavo piano, so esattamente cosa si proverebbe. volo di pochi istanti, tonfo muto dello schianto, in una frazione di secondi dentro senti solo...imploderti. è come inciampare e cadere in terra ma al massimo del volume possibile. loro li sento suonare così e poi ancora sono melodici, aggressivi, struggenti, carnali, rapidi, supersonici, massacranti, ipnotici, amari, dolci, commoventi, carezzano come una lama contropelle, sono fiammeggianti, sbranano mentre suonano. li ascolto così. li amo così. fuck. |
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5
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Ad oggi, tra le migliori uscite dell'anno corrente. Lavoro senza punti deboli, ennesima riconferma del duo austriaco. Forse il più melodico, etereo e sognante della loro discografia, riprende li dove si era arrestato Trauma. Ovviamente non adatto alle orecchie di tutti, sopratutto dei puristi del Black, ma allo stesso tempo va a completare ed arricchire il filone Black-Gaze/Post Metal giocando una partita di tutto rispetto. L'intermezzo acustico in Stillborn (brano in parte influenzato da ritmiche Hardcore Punk) e il cambio di passo in Voidgazer sono da considerarsi a mio avviso le gemme dell'intero album. Voto: 83 |
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2
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Secondo il precedente Trauma era un po' meglio ma anche questo è un grandissimo disco! Grandi! |
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1
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Ma perchè non si suicidano. Voto 45 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Fire, Walk with Me 2. The Graves We've Dug 3. You Are the Scars 4. Heroin Waltz 5. Tomb Omnia 6. Stillborn 7. Voidgazer
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Line Up
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J.J. (Voce) M.S. (Tutti gli strumenti)
Musicisti Ospiti Bernth Brodträger (Chitarra in traccia 4) Kerim "Krimh" Lechner (Batteria)
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