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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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23/04/2018
( 2792 letture )
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Questi sono i regali improvvisi che ogni recensore vorrebbe trovare dentro o fuori l’ovetto di Pasqua. Album sorprendenti, di livello e requisiti astrali, pur essendo delle opere prime. I Perfect Plan giungono da una terra prolifica e fertile come non mai per il genere, quella Svezia che immette a piè sospinto fior di band ogni giorno da oltre una ventina d’anni, e quasi tutte di qualità superiore, il nuovo Eden per la musica dura, anche se i restanti paesi scandinavi non scherzano affatto in tal senso. Il quintetto si forma nel 2014 a Örnsköldsvik, città pressoché impronunciabile, e giunge oggi a questo debutto luminescente, attirando le attenzioni dell’etichetta, per il loro equilibratissimo mix di Hard nordico, AOR e perizia compositiva e tecnica, il quesito si pone subito, la band suona Hard Rock AORizzato, o AORhardrockizzato? Pura questione di gusti e idee, la cosa più considerevole è che le 11 canzoni rapprese tra i solchi sono delle gemme pure e affascinanti, dominate da varie influenze come il rock duro degli anni ottanta e perlacei modelli tipici del AOR, universalmente conosciuto, una sagace amalgama che farà strabuzzare pupille, orecchie e le casse del vostro stereo. La line-up conta su musicisti preparatissimi, precisi, puntuali, esecutori sfavillanti, compositori di livello, capaci di arrangiamenti de luxe, ma il vero campione è il singer Kent Hilli, una scoperta eccezionale, dotato di una vocalità strepitosa, capace di calarsi in ogni composizione, con la giusta attitudine e la performance più adatta a disegnare sogni e desideri a sette note.
Non un filler contenuto, ma tanti pezzi dai requisiti sopraffini, via si parte. Bad City Woman apre le ostilità e lo fa al meglio, un chorus fantastico che non potrà farvi rimanere fermi, le chitarre segnano il territorio, la voce di Kent Hilli raggiunge picchi altissimi, i cori “sbadilano” quintali di melodie, le key riempiono ed evidenziano, il solo guitar di Rolf Nordström sottolinea con il fuoco, una song perfetta: abbiamo ancora nella testa le linee vocali di questo cantante con una gamma espressiva pazzesca. La cosa da rilevare è che tutti nella band si adoperano ai cori, unendo e impastando così ben 5 voci, e il risultato si sente, altroché. L’inizio tipicamente AOR di In And Out Of Love confluisce in una strofa americana e in un ritornello fenomenale, da applausi a scena aperta, mentre il frontman fa ciò che vuole con le proprie corde vocali, rasentando l’Olimpo e facendo ciao-ciao con la manina a tanti cantanti blasonati e conosciutissimi. Ciò che sorprende del singer è la capacità di alternare registri, con salti di ottava, mantenendo una corposità vocale e un groove d’eccellenza, senza per forza diventare uno screamer. Qualità di pochi, in effetti. Le chitarre metal di Stone Cold Lover sono serratissime, le key ammorbidiscono gli orizzonti, per lo sviluppo di un pezzo che vola verso l’inciso in maniera possente, con un lavoro autorevole della sei corde capace di sprigionare potenza, ottimo l’intervento solistico ipnotico, mentre Gone Too Far spazza il cielo con un riff di hammond, il rullante è secco, le atmosfere sono puro hard settantiano, con qualche matrice alla Deep Purple: insomma altre influenze acide nel calderone di questi musicisti, capaci di disimpegnarsi in maniera ottimale. What Goes Around strizza l’occhio agli anni ottanta, regalando una mazzata chiodata che nel incedere ricorda tantissimo gli immensi Hardline del fantasmagorico debutto a nome Double Eclipse: il ritornello, l’uso delle chitarre taglienti, i cori, tutto rimanda a quella proposta suprema, con le tastiere a caratterizzare, il solo delle key si rivela ottimale, in duetto con un’ascia da vertigini, tutto sensibilmente da libidine, con Kent che abbraccia idealmente il mito di Johnny Gioeli. Too Late la amerete subito per alcune increspature alla Coverdale e un ritornello sincopato che si stampa in istantanea, sulla fronte, liberando coralità che il mondo attendeva. Ok, abbiamo capito: ora basta con gli elogi altrimenti qualcuno potrebbe pensare che siamo prezzolati. Can’t Turn Back scorre che è una favola, in bilico tra hard e trame setose, e con qualche “scodata” importante, le tastiere AOR di Never Surrender ricordano parecchio i Whitesnake di Slip Of The Tongue con la voce che assume coloriture da Serpente Bianco, mentre il guitar-man ci dà dentro di brutto, senza mai risparmiarsi. Anche le due seguenti tracce, 1985 e What Can I Do rispondono ai canoni qualitativi mostrati sino ad ora dal CD, poi la finale Heaven In Your Eyes regala l’ennesimo colpo di classe, immortalato da un ritornello di grande presa ed emozioni diffuse a cui non ci si può sottrarre.
Un disco da avere subito, una delle più belle e sorprendenti realtà di questo primo scampolo di 2018, e il fatto che All Rise sia un debutto, fornisce ancora più curiosità verso la band e la loro proposta. Un “piano perfetto”, quello degli svedesi, e musicalmente amiamo già alla follia Mr. Kent Hilli, segnatevi il nome di questi ragazzi e circolettatelo in rosso, i Perfect Planfaranno molto parlare di loro negli anni a venire. No doubt about it!
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3
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.....disco splendido....di gran classe.....musicisti preparati e songs una piu' bella dell'altra......brava frontiers.... |
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2
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io sono un estimatore di questo genere....ci sento un po westcoast AOR e un po scandinavian rock alla europe di prisoners in paradise...ecco...preferisco i brani in stile scandi.... stone cold lover...in and out...too late...never surrender....what can i do e heaven in your eyes fanno di questo platter una grandissima e piacevolissima scoperta!....bravo anche kent hilli che al frontiers festival si e' sparato anche alcune stecche memorabili!!!...forse non si sentiva al meglio in cuffia...ahahah |
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1
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Mai stato un amante dell'Aor ma ultimamente mi sto' avvicinando a queste sonorità e questo disco mi ha conquistato. Cantante meraviglioso che sublima una serie di canzoni favolose. Basta In and out of love per rendere bene l'idea di cosa vuol dire classe. Album da 90. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Bad City Woman 2. In And Out Of Love 3. Stone Cold Lover 4. Gone Too Far 5. What Goes Around 6. Too Late 7. Can’t Turn Back 8. Never Surrender 9. 1985 10. What Can I Do 11. Heaven In Your Eyes
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Line Up
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Kent Hilli (Voce) Rolf Nordström (Chitarra, Cori) Leif Ehlin (Tastiere, Cori) P-O Sedin (Basso, Cori) Fredrik Forsberg (Batteria, Cori)
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RECENSIONI |
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