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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Construct of Lethe - Exiler
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31/05/2018
( 1719 letture )
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È un nome che a molti potrebbe suonare nuovo quello dei Construct of Lethe, trio death metal attivo dal 2010 e con alle spalle due validissime uscite; il full Corpsegod del 2016 e l’EP The Grand Machination, pubblicato lo stesso anno. Gli ascoltatori più attenti invece, è probabile che non vedessero l’ora di sentire qualcosa di nuovo, specialmente dopo i lavori pubblicati, che avevano gettato le basi per qualcosa di veramente interessante.
Exiler, pubblicato dalla nostrana Everlasting Spew Records, è quindi il secondo full length degli americani, che in quest’uscita rimescolano un po’ le carte in tavola e dimostrano una maturità stilistica non trascurabile. Non si parla di grandi stravolgimenti, ma specie grazie ad alcuni momenti, è evidente che i tre inizino a trovare una forma più personale. Lo conferma l’iniziale Rot of Augury, pezzo che fa da presentazione a tutto quello che troveremo nel lavoro: assoli, armonici, riff sempre vari e che spesso sono caratterizzati da ritmi tutt’altro che banali, un taglio epico in linea con i lavori precedenti ed una produzione sicuramente particolare e che mette molto in risalto l’operato al basso di Tony Petrocelly. Le influenze di maestri come Morbid Angel ed Hate Eternal sono sicuramente evidenti, ma a dispetto dei lavori precedenti, questa volta i nostri riescono a personalizzare la proposta in modo più marcato; ci sono ad esempio degli innesti melodici che sottolineano la qualità della scrittura e dell’abilità alle chitarre dei musicisti (notevoli e riuscitissimi gli arrangiamenti delle chitarre), la voce di Dave Schmidt, incredibilmente azzeccata per lo stile proposto e che si lancia in momenti più evocativi con l’utilizzo di un registro piuttosto variegato. Restando sui pezzi, non aspettatevi un lavoro incentrato tutto d’impatto, tutt’altro; tra i brani da segnalare c’è infatti A Testimony of Ruin, costruito principalmente su tempi lenti, con grande attenzione per gli arrangiamenti ed in cui la forza della produzione dona al brano un tocco molto suggestivo. Spazio anche a due brani dalla durata di sette minuti circa, Soubirous e Fugue State; pur essendo entrambi ottimi pezzi, di cui segnaliamo il lavoro delle chitarre nella prima, a farsi notare è sicuramente la seconda, costruita su ritmiche più lente in grado di dare al pezzo un taglio atmosferico/ritualistico grazie sia alla scelta dei riff, degli arpeggi e degli onnipresenti assoli che alla curiosa interpretazione di Dave Schmidt al microfono. Pur essendoci qualche lieve calo sul finale, Exiler offre comunque quaranta minuti di ottimo death metal, e anzi, mette curiosità sul futuro del gruppo. Lo stile scelto e le soluzioni che ne caratterizzano il suono infatti, dimostrano come il trio sia intenzionato a crearsi un’identità molto marcata e che si discosti maggiormente dalle influenze stilistiche.
Exiler è innegabilmente un ottimo disco, uno di quelli da non perdere. Lo stesso vale per i Construct of Lethe, che pur essendosi mossi un po’ sordina rispetto ad altri, hanno ora la possibilità di esser considerati, meritatamente, una delle realtà più interessanti in ambito estremo.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Rot of Augury 2. A Testimony of Ruin 3. The Clot 4. Soubirous 5. Fugue State 6. Terraces of Purgation 7. Fester in Hesychasm
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Line Up
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Dave Schmidt (Voce) Tony Petrocelly (Chitarra, Basso) Patrick Bonvin (Chitarra)
Musicisti ospiti:
Enrico H. Di Lorenzo (Voce sulla traccia 6) Kévin Paradis (Batteria)
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RECENSIONI |
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