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Ribspreader - The Van Murders Part 2
17/07/2018
( 1219 letture )
Bravo ma non si applica. Se siete stati un po’ svogliati a scuola o se siete genitori di figli che non vanno d’accordo con lo studio allora immagino che vi sarete sentiti ripetere questa frase fino allo sfinimento. Ora vi starete chiedendo il perché di questa breve digressione. Perché quella frase rispecchia alla perfezione la situazione di Rogga Johannson. È difficile restare indifferenti di fronte alla quantità industriale di progetti musicali nel quale egli è/è stato impegnato: spesso però la quantità non va troppo d’accordo con la qualità. Ciò lo si può notare nei lavori del polistrumentista nordico, il quale dimostra di avere le carte in regola per poter far bene ciò per cui si sente nato ma non riesce mai ad emergere realmente, complice, a mio avviso, una volontà di strafare senza curare bene la sostanza.

Questo voler esagerare si ripercuote in modo piuttosto evidente su The Van Murders Part 2, ammazzando sul nascere quello che sembrava essere uno spiraglio di miglioramento per una band che ha sempre rilasciato lavori banali e di poco conto: il precedente Suicide Gate – A Bridge to Death aveva in qualche modo stupito, trattandosi infatti di un album piacevole all’ascolto e con diversi spunti interessanti. Purtroppo con The Van Murders Part 2, ottavo album in studio per i Ribspreader, si ritorna indietro ai livelli assai mediocri dei precedenti lavori. L’ottima produzione non basta a salvare un full-lenght privo di idee di qualità, che scade nei classici clichè del genere e più che emozioni genera sbadigli; come sound la band si orienta verso un death principalmente influenzato dalla scuola svedese (Edge of Sanity e Grave su tutti), con qualche rimando alla scena floridiana. Tutto l’album suona come un grande esercizio di stile fine a sé stesso, i riff e le canzoni in generale si assomigliano troppo, anche a distanza di diversi ascolti. Alla fine della fiera ci ritroviamo ad ascoltare un disco poco impegnativo, dove a non far scadere il tutto nel pattume più totale sono la durata relativamente breve, un po’ di sano mestiere qua e là e, come già detto, una produzione niente male che avrebbe sicuramente meritato un songwriting migliore.

Purtroppo Rogga si è comportato come un gambero, ha fatto un passo in avanti con l’album precedente e con questo è tornato indietro di tre. La speranza è che il precedente lavoro gli abbia fatto capire che se vuole riesce a produrre della musica di qualità in grado di distinguersi dalla grande massa di band mediocri che c’è al giorno d’oggi. Mi raccomando Rogga, non obbligarci a doverti riprendere nuovamente con "sei bravo ma non ti applichi"!



VOTO RECENSORE
50
VOTO LETTORI
94.5 su 2 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2018
Xtreem Music
Death
Tracklist
1. Departure LA
2. Flesh Desperados
3. Back on Frostbitten Shores
4. Equipped to Kill
5. Meat Bandit
6. The Cleaners Theme
7. The Cleaners Theme 2
8. Come Out and Play Dead
9. Travelling Band of the Dead
Line Up
Rogga Johansson (Voce, Chitarra, Basso)
Kjetil Lynghaug (Chitarra)
Brynjar Helgetun (Batteria)
 
RECENSIONI
62
 
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