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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Alphakill - Degrees of Manipulation
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04/01/2019
( 918 letture )
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Il thrash canadese vanta una lunga tradizione in campo technical/progressive, avendo espresso negli anni nomi di assoluto prestigio quali Voivod e Annihilator. Anche la più recente esperienza degli assai meno noti Sacred Ally, tanto per fare un nome, conferma che il fuoco è ancora acceso. Justin Stear, Jon Warren e Derrick Kroll, pur orfani del bassista Jesse Skoleski, che aveva partecipato alla stesura dell’album d’esordio Unmitigated Disaster (2012), timbrano un secondo passaggio in studio di buonissimo valore.
Degrees of Manipulation, anch’esso autoprodotto e rilasciato ad ottobre scorso, vanta uno stile personale, risultando scarsamente sovrapponibile a quanto presente, a oggi, sotto i riflettori sulla scena technical/progressive. Senza dubbio, i Vektor, più di ogni altro gruppo della nuova scuola, marcano visita anche in questo caso tra i riff dei canadesi, che risultano però meno claustrofobici rispetto a quelli targati DiSanto e accompagnati, inoltre, da una maggiore pulizia delle linee vocali. In altre parole, meno contaminati dal black e dal death. L’album si compone di dieci tracce e vanta un minutaggio di oltre cinquanta minuti, spaziando dai 3:36 di Bow To No Man ai 6:30 di Morality Blurred. In linea con il predecessore e stilisticamente omogeneo, l’album riesce a non annoiare mai e a mantenere alta l’attenzione dell’ascoltatore lungo tutta la sua durata. Oltre alle due tracce già citate, si segnalano l’opener The Straw Man e Monumental Hypocrisy. Deadly Inaction e Insomnia, poi, nascoste al centro del disco, sono altre due perle di assoluto valore.
In conclusione, gli Alphakill bissano il buon esordio di sei anni prima, confermando la necessità di tenere il gruppo sotto stretta osservazione. E per chi stesse già lamentando la scarsa prolificità del terzetto, a oggi di nuovo quartetto grazie all’arrivo di Jordan Gosselin alle quattro corde, si segnala il side-project, più orientato su sonorità heavy metal classiche, noto come Dyrewolf, cui partecipano Stear, Kroll e lo stesso Gosselin, e che ha pubblicato il primo dicembre scorso l’omonimo album d’esordio.
Buon ascolto e che il metallo sia con voi!
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1.The Straw Man 2. Thrashbringer 3. Bow to No Man 4. Morality Blurred 5. Insomnia 6. Monumental Hypocrisy 7. Deadly Inaction 8. In Hell 9. Dominion 10. Ghost
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Line Up
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Justin Stear (Voce, Chitarra, Basso) Jon Warren (Chitarra, Cori, Basso) Derrick Kroll (Batteria, Cori)
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RECENSIONI |
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