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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Avenged Sevenfold - Avenged Sevenfold
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16/02/2019
( 6495 letture )
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Dopo City Of Evil la critica musicale aveva notato la band di Huntington Beach e il nome del quintetto californiano cominciava ad essere notevolmente chiacchierato. Formatosi inizialmente come gruppo metalcore che nell’anno della formazione, il 1999, stava riscuotendo un buon successo anche mediatico, l’etichetta che era stata affibbiata loro è sicuramente mutata dopo il rilascio dell’album citato in apertura. Il parziale accantonamento della tecnica dello scream, gli assoli virtuosi di Synyster Gates e le sezioni di batteria di chiara ispirazione portnoyana, hanno dato un notevole cambio di rotta al sound della band. Da qui nasce l’idea dell'album omonimo, a cui, oltre gli indiscussi punti di forza del precedente City Of Evil, si aggiungono elementi orchestrali, come archi e strumenti a fiato, e un grande numero di voci che vanno a comporre i cori di sottofondo. Conosciuto anche come "The White Album" per la copertina con il deathbat su sfondo completamente bianco, il qui recensito Avenged Sevenfold rappresenta il massimo livello compositivo raggiunto dai californiani, assieme al successivo Nightmare. La data originale di rilascio fu rimandata di due settimane per avere il tempo di terminare il materiale bonus ma soprattutto per concludere l'iconico video di A Little Piece Of Heaven. Si tratta, purtroppo, dell'ultimo disco inciso con il batterista Jimmy Owen Sullivan, noto ai più con il soprannome di The Rev, a causa della prematura morte avvenuta nel 2009 a soli 28 anni. Dal making of dell'album apprendiamo come quasi tutte le tracce siano state ideate proprio dal polistrumentista che, oltre ad essere batterista, è stato anche cantante, compositore e pianista nei meno noti Pinkly Smooth. La sua perdita è stata davvero incolmabile e, a 10 anni di distanza, l’eco di quel tragico avvenimento è udibile ancora oggi per i restanti membri.
L’orchestra ci dà il benvenuto con le note dell’organo, il grido di Matt Shadows ci aggredisce subito dopo. Critical Acclaim picchia forte e il messaggio, per nulla velato, è di matrice politica. Lo stile è effettivamente molto differente dai lavori precedenti, che ci avevano abituato a repentini cambi di genere e a una grande varietà. L’idea della melodia, che doveva essere semplice, diretta ed incisiva, viene dal cantante mentre la scrittura dei testi è principalmente opera di Zacky Vengeance. The Rev, che ha cantato tutti i ritornelli, l’ha definita la canzone più pesante e pazza dell’intero lavoro. Un inizio con il botto. Più orecchiabile Almost Easy, il cui testo è dedicato ai casini che si combinano nella vita e di come a volte sia semplice perdonare e di come altre volte invece sia impossibile farlo. I cori sono cantati da tutti i membri e per questo motivo viene eseguita molto spesso dal vivo, mostrando la coesione e la forte unione tra loro, ed è un nuovo approccio alla musica rispetto al passato. I ritornelli sono cantabili, la durata è breve e la struttura radiofonica; è una delle canzoni più semplici ed immediate del lotto. Il grido di Valary Sanders, moglie del frontman, ci proietta nel modo migliore dentro Scream, più dark e rallentata di ¼ rispetto alle altre, un ritorno ai loro primi lavori. Le urla rendono perfettamente l’idea del brano: sebbene possano sembrare teatro di uno strupro, in realtà il testo narra del piacere che si prova nell’uccidere le persone. Molto tecnico e virtuoso l’assolo che troviamo poco prima del terzo minuto, grazie al quale si apprezza l'indiscutibile abilità di Synyster Gates. Nella loro ricerca di nuovi stili gli Avenged Sevenfold esplorano il mondo dell’aldilà e le migliori canzoni di questo disco omonimo sono proprio basate su questo tema, caro a Dante e al mitologico Orfeo, tra gli altri. Afterlife nasce dalla mente di The Rev e il suo ritornello è simile a quello della traccia iniziale. Il testo è toccante, parla di una persona defunta che, accortasi di aver ferito emotivamente i suoi cari, vuole scappare dal mondo dei morti per chiarire i litigi che ha causato e lasciare un ricordo migliore della sua esistenza. L’inserimento dell’orchestra è un punto a favore e anche qui troviamo un assolo eseguito con la tecnica dello shredding, davvero molto rapido, ritenuto il più difficile della sua carriera proprio dallo stesso chitarrista. L'intro di Gunslinger, dolce e melodico, concede un attimo di tregua dal metallo pesante dei precedenti quattro brani, per poi esplodere nel ritornello. L’allontanamento è l’argomento principale, e l’intento è quello di trasmettere il distacco dei soldati in guerra lontani migliaia di chilometri dai propri cari, ma più in generale parla della separazione di due persone. È molto emozionante e pertanto mantiene la struttura di una ballad. Completamente diverso il discorso per Unbound, eclettica sotto ogni punto di vista, addirittura western secondo le parole della band stessa. Inizialmente si sarebbe dovuta chiamare "Disneyland Acid Trip" ma poi la scelta è ricaduta verso un titolo più politically correct che trasmettesse l’idea di una cavalcata libera e selvaggia, slegata e senza vincoli. E così è, anche musicalmente, in un brano che abbraccia stili e generi molto differenti. Il coro è di stampo religioso e l’outro è affidato alla voce di bambini. Metaforicamente rappresenta il ciclo della vita e il tema della crescita. Brompton Cocktail è decisamente controversa, una delle ultime canzoni scritte da The Rev che si è occupato anche della stesura delle parti di chitarra. La sua morte è avvenuta proprio dopo l’assunzione di un cocktail letale di farmaci e alcol, durante la sua malattia cardiaca, di cui forse non era nemmeno a conoscenza. Il titolo quindi suona come una sentenza, una premonizione di ciò che sarebbe accaduto. L’introduzione, quasi tribale, e le parti di basso sono del tutto inedite nella discografia di una band mai ripetitiva o banale. Anche per Lost vale lo stesso discorso fatto in precedenza, il titolo sarebbe dovuto essere un altro, "Fast Melodic", che rende perfettamente l’idea di ciò sentiamo durante l’ascolto, un rapidissimo susseguirsi di riff accompagnato dalla voce alterata di Matt Shadows. Il tema è di nuovo incentrato sulla guerra, sugli uomini che nonostante bramino la pace finiscono sempre per scatenare guerre sanguinose e cruente. Quasi giunti al termine troviamo la traccia più lunga dell’album e forse la più unica di tutta la discografia degli Avenged Sevenfold fino ad oggi: A Little Piece Of Heaven. Altro viaggio nel mondo dell’Ade, una storia d’amore tormentata che attraversa i regni dei vivi e dei morti, dai connotati horror, perfetta per Halloween. Di nuovo il merito di questi otto minuti di orchestra, organo, pianoforte e cori, in un’atmosfera da opera lirica, è della mente e dell’estro del batterista che ha avuto l’idea in una delle sue sessioni di pianoforte. Un rapporto in cui l’uomo uccide la donna che ama, ma lei, con tutta sorpresa del marito ancora in vita, ritorna dall’oltretomba per portarlo con sé nell’aldilà. Il video è assolutamente da vedere, il ritornello strappalacrime da cantare e ricantare. Siamo al cospetto del loro pezzo più ambizioso di sempre e probabilmente, vista la complessità, meglio riuscito in assoluto. La conclusione avrebbe dovuto essere country, secondo le idee iniziali di Synyster Gates, ma successivamente durante le registrazioni si è tramutata in una ballad acustica dal titolo Dear God, un’intima conclusione con un immaginario dialogo con Dio riguardo alla donna amata. Perfetta da ascoltare durante un lungo viaggio in macchina, quando si è lontani dalle persone care. Rappresenta un momento di pausa dell’album, così come lo era stato Seize The Day per City Of Evil, e i nostri dimostrano di avere un’ottima affinità anche con i brani più calmi e lenti.
Negli anni il così definito White Album è diventato sacro, come un oggetto di culto, ultimo atto del defunto e amatissimo batterista e membro fondatore, una sorta di addio. I momenti di maggiore pathos, climax dell’album, sono rappresentati da Afterlife e A Little Piece Of Heaven, particolarmente care ai fan in quanto nelle esibizioni dal vivo i cori originali di The Rev vengono cantati da ogni membro del pubblico rendendo i concerti molto più emozionanti. Sicuramente parliamo del disco più bello della loro carriera, al pari del successivo Nightmare. Qual è quindi lo stile identificativo del quintetto californiano? Metalcore, heavy o magari alternative? Oppure semplicemente una decina di generi diversi, o forse nessuno. In due parole: Avenged Sevenfold.
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Album fantastico che ascolto da anni e mi stupisce, gasa e emoziona ogni volta che lo riascolto. M Shadows sa plasmare la sua voce in base al contesto del brano passando da vocalità potenti e distorte a dolci e tenui. Gates e Vengeance hanno creato riff heavy ricchi di groove che con la batteria creano una sezione ritmica da paura; l'album è permeato di melodie e layer di chitarra più nascoste nel mix in grado da rendere le canzoni più ricche ampliando atmosfera e profondità: Gates sa scrivere assoli adatti ad ogni contesto di ogni brano, fulminei e adrenalinici (Afterlife e Scream) o dolci e melodici (Gunslinger e Lost). Le parti di batteria di The Rev sono semplici ma fenomenali, basti pensare alla doppia cassa e ride di Almost Easy o al groove iniziale di Scream e inoltre permea il disco di fills e passaggi che servono le canzoni alla perfezione. L'utilizzo di archi, percussioni varie e ottoni (A little piece of heaven e Brompton Cocktail) è ben dosato e aggiunge ancora più gusto e varietà alle canzoni. Inoltre, ogni canzone ha un suo scopo e identità all'interno del disco e ogni brano aggiunge una nuova dimensione, creando un disco mai scontato, costantemente qualitativo e vario dall'inizio alla fine. Voto 85 (personalmente 90) |
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Bellissimo album con strepitose song ed assoli. |
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Gran disco, decisamente più commerciale del precedente ma anche più "concreto".
La perdita di Rev per loro è stata come perdere un arto e questo lo si sente nei dischi successivi, tralasciando Nightmare che comunque era stato composto insie a lui.
Ad ogni modo grande Band, ce ne fossero di band così! |
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Ho sempre odiato l'etichetta Alternative Metal (o Alternative Rock), dice tutto e niente. A questo punto meglio Alternative Metalcore. |
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@Silvia, ha già risposto qualcuno dopo di me dicendo in sintesi ciò che volevo dire io e cioé che tutte le cose tipo Nu, Alternative Metal e Metalcore erano Pop nel senso che comunque avevano melodie e ritornelli accattivanti e di facile presa, quindi commercialmente proponibili alle masse. Poi ovviamente si trattava di musica di gran qualità a prescindere dai gusti.
Quando dico che Iron e Metallica sono commerciali, anche lì intendo dire che é proprio il loro grande successo transgenerazionali a renderli "Pop" (il successo dei più grandi tipo Beatles e Queen)... non intendo certo Pop come Rihanna, che poi fa R&B contemporanea ma va beh... |
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Sì InvictuS anche x me commerciale non è dispregiativo e concordo con la tua ultima frase. Però credo che il termine pop sia abusato oggi o meglio, usato in senso troppo lato. Non è detto che tutto ciò che è orecchiabile sia pop. X me negli Avenged e in molti gruppi nu metal non c'è niente di pop che è invece un genere preciso. Le melodie nel metalcore
(es. i primi Trivium e primi Bullet for My Valentine) spesso vengono dall'emocore ma negli Avenged sono più rock'n'roll. Di sicuro niente di pop |
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Silvia, con commerciale intendo roba che va di moda, e tutto il metal core del periodo, il crossover, il numetal erano commerciali perché facevano successo tra i ragazzini, era metal con melodie assolutamente pop, da classifica. Gli iron Maiden non sono commerciali in quel senso, sono famosi e di successo, che è diverso. Comunque il mio non era un commento dispregiativo, ci sono cose commerciali di qualità e roba difficile che fa pena. |
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#23 sì erano loro che si erano beccati le bottigliate (e i cori per cacciarli dal palco), disgustoso davvero, i maleducati di turno erano guardacaso i fan degli iron maiden. #24 hai centrato il punto, al di là del valore intrinseco del gruppo loro sono in qualche modo stati un trampolino di lancio per accedere al 'mondo del metal'. |
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Riascoltato oggi. Si può discutere su qualche punto di voto, ma è un gran bel disco, non si può negare. |
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Comprato per 4 euro un paio di anni fa
non avevo mai sentito nulla di loro ma ero incuriosito dalla loro fama e popolarità, pensavo fossero un gruppo per ragazzini per intenderci.
Invece quando ho sentito questo disco sono rimasto stregato anche io. Semplicemente un gran bel album di metal moderno.
per me è da 80/82 |
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Area se ci pensi tutti i gruppi cercano il successo in un modo o nell'altro 😉 |
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Beh ma commerciale x me significa fatto x essere commercializzato e io intendo una cosa tipo le Spice Girls (progetto costruito x le classifiche) o Hysteria dei Def Leppard (album scritto x sfondare). Gli Iron Maiden e gli Avenged sono nati in altro modo, il successo è arrivato dopo. Anch'io sono allergica agli integralismi. |
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@Silvia, gli Iron e i Metallica sono assolutamente commerciali, così come lo sono Judas Priest e Megadeth
Ma per me "Commerciale" non vuol dire "Fatto a tavolino" e "Mainstream" non fa rima con "Venduto"... io non percepisco queste cose negativamente, sono allergico agli integralismi. |
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Beh allora anche gli Iron Maiden sono metal commerciale perché fanno sold out e vendono tanti dischi? Non mi pare! Quoto Vicarious, gli Avenged si sono sempre saputi rinnovare con grande ricerca stilistica. @Area il metalcore arrivò prima con la fusione dell'hc new school e il death metal melodico e le melodie emocore che citi tu. Gli Avenged rispetto agli altri x me hanno avuto quel tocco rock'n'roll che li ha differenziati nel passato |
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@InvictuSteele, vedo che hai colto il punto... pur sempre di metal si trattava e in generale alla scena tutta faceva benissimo. |
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Mai piaciuti, così come non ho mai apprezzato il metal core e numetal, molto commerciale. Io ho ancora il cd di city of evil e non è male per niente, rimpiango fortemente i tempi in cui questo tipo di metal andava fortissimo tra i ragazzi, era pur sempre metal, musica suonata. Rispetto a quello che va di moda oggi tra gli adolescenti questo è oro. |
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Comunque intendiamoci per me gli Avenged Sevenfold erano godibilissimi, però é innegabile che negli anni 2000 era tra i più noti commercialmente (meritatamente)
Non ricordo poi se erano loro che a un Gods si prese le bottigliate... una comportamento che io ho ritenuto DISGUSTOSO!!! |
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@Silvia, il discorso in realtà é ampio perché io con "Metal commerciale" intendo anche parecchio Alternative Rock che talvolta era anche Metal e che divenne popolarissimo a metà anni 2000 mentre finivo le Superiori...
Non sò penso a Three days grace (che io adoro) e Alterbridge.
Tra questi due gruppi ci metto anche gli Avenged.
Poi sempre nello stesso periodo arrivò il Metalcore, la moda emo e tutte e 3 queste cose insieme a un certo punto si sono quasi fuse. |
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Dopo il pop metal ecco il metal commerciale.....che poi il loro più commerciale è Hail to the King uscito solo tre anni o giù di lì.... |
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Diciamo che la carriera degli Avenged Sevenfold è molto varia (fortunatamente), sono stati molto bravi negli anni a rinnovarsi continuamente. Hanno abbracciato il metalcore con il primo album, nel secondo hanno cominciato una lenta metaforfosi che li ha portati su modi di intendere la musica molto più tecnici. Ci sono piccole perle nella loro discografia che persino gli amanti del progressive metal possono apprezzare (il sottoscritto ne è l'esempio): A little piece of heaven, afterlife, beast and the harlot, save me, nightmare. E che dire dell'ultimo disco? La title track, con Exist e Higher sono ottimi concentrati di tecnica, definirlo metal commerciale è un pò riduttivo. Continuare a denigrarli è sintomo di scarsa conoscenza e molta ignoranza. O magari semplicemente non si vuole ascoltare un loro disco per paura che possa accidentalmente piacere... |
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Non era metal commerciale perché gli Avenged hanno fatto una lunga gavetta. L'album di successo è stato City of Evil nel 2005, il terzo della loro discografia e si sono formati nel 1999. Fra l'altro il loro successo resiste ancora |
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Praticamente gli Avenged Sevenfold sono stati il simbolo di quella corrente Metal commerciale che é andata di moda tra il 2006 e il 2010 (a voler star larghi)... in piena epoca Emo anche in Italia. |
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Carino, sta sotto a city of evil ma è comunque un disco godibile. Belle le tracce Almost Easy , Afterlife e Brompton Cocktail. Voto 75 |
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Ecco non dire altro, anzi non dire niente. Metti spotify e ascolta Sferaebbasta, buon divertimento |
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Una zappa in mano a costoro .... E non dico altro . |
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Io 100 lo do a dischi come Reign In Blood, Master Of Puppets, Seventh Son Of A Seventh Son o Leprosy, nonostante la bellezza e l'importanza storica di un album come Korn non riesco ad equipararlo ai dischi sopracitati. Stesso discorso vale per il disco in recensione. Come dici tu punti di vista. 😉 |
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@GRC rispetto il tuo punto di vista però io penso che un album come Korn x importanza storica e x intensità meriti il 100. Non ha solo dato il via ad un nuovo genere, il nu, che ha cambiato il volto del metal ma presenta un nuovo modo di intendere la musica (basta solo Daddy, esempio) e un cantato rivoluzionario x l'epoca. I pezzi poi sono molto intensi a prescindere dalla novità proposta a mio parere. |
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@Silvia, d'accordo col tuo commento, l'album in questione non può essere etichettato come Metalcore, effettivamente è di difficile collocazione, anche se il termine Alternative Metal (come Alternative Rock) non mi è mai piaciuto, dice tutto e niente. Probabilmente lo etichetterei come Alternative Metalcore. Ma ciò non toglie che 88 a questo album lo ritengo un esagerazione, anche i Korn (faccio un esempio), con il disco d'esordio, inventarono un nuovo genere, il Nu Metal, ma, pur probabilmente rimanendo il massimo esempio del genere, non lo giudicherei mai più di 80, questo perché, non posso metterlo alla pari di masterpierce del Metal in generale. Allora tutti coloro che fanno una cosa nuova o unica, anche se una schifezza, devono essere giudicati positivamente. Ribadisco album piacevole voto 68/70. |
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@GRC x me non è uno sproposito un voto così, l'album ha uno stile inconfondibile ed è una delle pietre miliari del genere (che poi quale genere? Visto che gli Avenged hanno uno stile tutto loro ). Anche Slaughter of the Soul (esempio) merita un votone perché è uno degli album simbolo del death metal melodico ma non si possono paragonare. . Il metalcore delle origini era un mix fra death melodico, emocore (vero), hardcore new school e groove, poi col tempo si è evoluto in un genere molto eterogeneo, dici metalcore e dici 100 cose diverse. Mio parere ovviamente 😉 |
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Tutti American Thrash ovviamente a parte Slaughter eThe Oncoming. |
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@Silvia, immaginavo una risposta del genere, per questo ho messo un album come The Oncoming Storm a paragone. Comunque tutti i dischi da me citati sono dischi di american Thrash, genere precursore del metalcore, e in buona parte di tutta la scena NWOAHM. Comunque è uno sproposito dare voti così alti ad album del genere. Detto questo rimane un album che mi piace. |
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Reign in Blood è tutt'altro genere, non si può paragonare. |
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Album "carino" ma non esageriamo con le valutazioni. Se diamo 88/90 a questo lavoro quanto dovremmo dare a dischi mitici come Reign in Blood, Ride The Lighting, Rust In Peace, Bonded by Blood, The Legacy, Slaughter Of The Soul, (potrei continuare all'infinito) oppure a dischi contemporaneai a questo come The Oncoming Storm. Ripeto album "carino" da 68/70. |
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Per me musicalmente un pelo sotto a City Of Evil ma la loro consacrazione definitiva a livello commerciale. Ogni canzone qui è un inno, quando uscì lo divorai per settimane insieme ai miei compagni di gruppo (è stato anche il nostro primo concerto tutti e 5). Fino a Nightmare grande band poi li ho persi, questo lo voto 85. |
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tanto affetto per quest'album, scoperto nel 2008 alla veneranda età di quattordici anni, ascoltato a non finire. forse voto un po' troppo alto, ma non saprei giudicare obiettivamente. |
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Mi è sempre piaciuto questo, ma trovo che il voto sia un po’ altino. |
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Anche x me sta poco sotto a City of Evil che trovo anche il lavoro più originale della band. Critical Acclaim è uno dei miei pezzi preferiti del gruppo e penso che sia giusto citare il Rev ma anche Synyster e soprattutto Mr Shadows. Proprio la resa live di Critical Acclaim dei tempi d'oro è da brivido 😃. X me ben sopra 90, gruppo che ha un suo marchio di fabbrica come non se ne sentiva da anni 🤘🏻 |
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Ho sempre snobbato la parte centrale di questo disco, ed ora dovrei tornare ad ascoltarla con più calma dopo questa recensione. Fatto sta che considero questo album poco al di sotto di City of Evil, e più o meno sul livello di Nightmare ma sono dettagli perchè contiene brani spettacolari. Critical Acclaim, Almost Easy, Dear God e la canzone che mi ha fatto scoprire (tanti anni fa ormai, sigh) la band, ovvero Afterlife. Senza dimenticare l'apice della loro discografia, ovvero A Little Piece Of heaven, canzone strana e costruita in modo particolare ma che cattura da subito. The Rev ha lasciato una grande eredità, era un signor batterista e sapeva suonare un pò di tutto, unico neo era che come cantante era sguaiato come pochi. Non che Shadows sia questo fenomeno comunque |
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Al pari di Nightmare il miglio lavoro degli americani e testamento sonoro d The Rev, batterista cantante e compositore che il gruppo non è mai riuscito a sostituire. Dieci ottime canzoni ben descritte nella recensione: la sola Critical acclaim vale tanti dischi di tanti altri gruppi.
Voto più che giusto e.....sotto ai detrattori (Obscure dove sei???) |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Critical Acclaim 2. Almost Easy 3. Scream 4. Afterlife 5. Gunslinger 6. Unbound (The Wild Ride) 7. Brompton Cocktail 8. Lost 9. A Little Piece Of Heaven 10. Dear God
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Line Up
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M. Shadows (Voce) Synyster Gates (Chitarra) Zacky Vengeance (Chitarra) Johnny Christ (Basso) The Rev (Batteria)
Musicisti Ospiti Shanna Crooks (Voce) Juliette Commagere (Voce) Annmarie Rizzo (Cori) Zander Ayeroff (Cori) Beth Andersen (Cori) Monique Donnelly (Cori) Rob Giles (Cori) Debbie Hall (Cori) Scottie Haskell (Cori) Luana Jackman (Cori) Bob Joyce (Cori) Rock Logan (Cori) Susue Stevens Logan (Cori) Arnold McCuller (Cori) Gabriel Mann (Cori) Ed Zajack (Cori) Jamie Muhoberac (Pianoforte, Organo) Greg Kusten (Pianoforte) Marc Mann (Arrangiamento strumenti ad arco) Steve Bartek (Arrangiamento strumenti ad arco e a fiato) Bruce Fowler (Arrangiamento strumenti ad arco, Trombone) Alexs Iles (Trombone) Wayne Bergeron (Tromba) Dan Foreno (Tromba) Bill Liston (Sassofono, Clarinetto) Rusty Higgings (Sassofono, Clarinetto) Brandon Fields (Sassofono) Dave Boruff (Sassofono) Joel Peskin (Sassofono) Caroline Campbell (Violino) Neel Hammond (Violino) Andrew Duckles (Viola) Cameron Stone (Violoncello) Miles Mosley (Contrabbasso) Greg Leisz (Steel guitar, Banjo) Lenny Castro (Percussioni)
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