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Ras Algethi - Oneiricon – The White Hypnotic
( 3313 letture )
Come un buon vino, per poter divenire eccellente, necessita di un adeguato periodo di invecchiamento, così certi album, passata l’indifferenza iniziale, dimostrano molto più valore di quanto stimato. È questo il caso di Oneiricon - The White Hypnotic dei Ras Algethi, lavoro di per sé già gradevole alla pubblicazione, divenuto dopo anni di maturazione un vero e proprio classico del genere. E proprio come un esperto sommelier trovo oggi estremamente intrigante andare ad analizzare un lavoro così delizioso utilizzando le tecniche e le metodologie della nobile Ars Bibendi che, pur stimolando sensi differenti, ben si sposa con la nostra occasione. Innanzitutto l’inquadramento territoriale o “ambiente”: primi anni ’90, salvo un paio di band votate al Death brutale, la scena estrema milanese indirizza i gruppi emergenti verso sonorità piuttosto Dark oriented; i Ras Algethi non si fanno pregare ed aprono nel 1993 la loro produzione artistica con lo splendido demo-tape Oblita Divinitas. Appena due anni di riflessione ed ecco la prova completa di cui andrò a descrivere le caratteristiche.

Ad una prima disamina “olfattiva”, da realizzarsi con l’ascolto dell’intro Aldebaran Crossing, si percepisce l’atmosfera intensa ed evocativa che costituisce la percezione organolettica capitale dell’intera prova.
La degustazione vera e propria ha inizio con The Bride Eternal in cui le tastiere “urlanti” dell’opener si trasformano in un ottimo organo sacrale che si propone, da subito, come cardine dell’opera. In affiancamento due chitarre che dialogano alla perfezione mischiando in continuazione riff, arpeggi e assoli ed una sezione ritmica decisamente semplice e lineare votata a dare un po’ di “corpo” al mosto. La scelta dei Ras Algethi riguardo alle vocals, non so quanto frutto del libero arbitrio ovvero di esigenze al mixaggio, accentua la loro catalogazione nell’universo (microcosmo?) del Funeral Doom: mai dominanti e spesso sopraffatte per intensità dall’amalgama sonoro, pulite (molto gravi alla Pantheist) o distorte che siano (troppo sforzate e poco potenti), sfuggono, pur senza essere totalmente rarefatte come d’uso in molti “must” del genere, dalle sensazioni primarie dell’ascolto.
Sonorità diverse per l’eccellente When Fire Is Father dove, rinunciando al respiro dell’organo in cambio di un più austero ed etereo suono sint(h)etico, si prediligono emozioni di stampo Dark-Wave. Abolita per la causa anche la voce growl.
Keys Of Urtam (A Translucent Vision) risulta essere la traccia meno coinvolgente, soprattutto se confrontata con i pezzi limitrofi.
Un po’ di Ambient nei due minuti di With A Halo Of Flames che introducono la divina Symbols (In Luce Obliqua), primo esempio esaustivo di Doom estremo italico. Due anime continuamente intrecciate e poste a contrasto: la triste melodia d’apertura con le chitarre, coaudiuvate armonicamente dal cantato “clean”, a fare da indiscusse protagoniste ed il successivo, sofferente cantato distorto che sembra duettare con il rinato organo.
Oramai a spasso nei più alti “cieli” del Paradiso dantesco (nei più infidi “gironi” dell’Inferno sarebbe meglio) non ci si può sottrarre all’ulteriore dimostrazione di arte funebre proposta con Nubes Obscura che per costruzione e profondità può facilmente essere comparata a The Bride Eternal.

Eccoci infine giunti al testamento: In White Hypnotic è l’ultima scia lasciata dalla splendida cometa Ras Algethi; essa stessa sembra preannunciare l’impensabile destino della band milanese che, proprio quando il noviziato sembrava oramai terminato, si dichiarerà sciolta per poi rinascere con intenti più “astratti” sotto il nome di Canaan. Anch’essa davvero molto positiva e più simile alla sperimentazione di When Fire Is Father che non alle altre coinquiline, paga come la precedente Nubes Obscura l’assuefazione dell’ascoltatore, oramai attestato su valori parecchio alti della scala valutativa.
Un consiglio per i più meticolosi: dividete il minutaggio in due parti, magari intervallando con un titolo dai sapori totalmente differenti; così facendo riuscirete ad apprezzare al meglio tutti i brani e le molteplici sfumature; se invece siete irreprensibili amanti del piacere carnale di dannunziana ispirazione, potete allora concedervi un’audizione completa, così da esaurire in un solo colpo l’estasi orgasmica che i vostri sensi potrebbero provocare.
8 brani per 57 minuti: questo è dunque l’assaggio che vi propongo. Mi preme sottolineare che la consapevolezza di avere tra le mani un prodotto d’autore l’ho elaborata solo dopo avere stabilito un’opportuna soglia differenziale, formatasi a valle dello sviluppo della scena Funeral Doom mondiale, sulla quale basare il giudizio. Ecco dunque svelata la necessità di invecchiamento di questa preziosa “bottiglia” della mia cantina. Per voi, ora, è tutto più semplice: non vi resta che stappare.



VOTO RECENSORE
85
VOTO LETTORI
87.21 su 128 voti [ VOTA]
Khaine
Lunedì 3 Agosto 2009, 20.59.40
6
Ho appena ascoltato Nubes Obscura, sotto consiglio del buon Giasse. Che dire... lo voglio mio. Ora sto ascoltando Aldebaran Crossing e a breve passo a The Bride Eternal: che figata. Lo voglio.
Giasse
Giovedì 25 Dicembre 2008, 11.28.39
5
Natale... ed una voglia matta di NUBES OSCURA, ovviamente soddisfatta...
L'Acrimosa
Mercoledì 29 Agosto 2007, 20.42.32
4
Fantasica recensione! Conosco il CD e sono assolutamente concorde! Aspetto la prossima...
Yossarian
Mercoledì 29 Agosto 2007, 17.31.41
3
Mi associo ai complimenti!!!
Giasse
Martedì 28 Agosto 2007, 23.09.51
2
Ringrazio sentitamente, cordiale anonimo! Alla prossima!
[...]
Martedì 28 Agosto 2007, 21.25.39
1
Complimenti, complimenti, complimenti! Una recenzione che personalmente solo a leggerla è come se mi avesse fatto già ascoltare una parte del disco senza ancor rimediato da qualsiasi fonte di distribuzione di questa "bottiglia" come tu hai definito. Mi hai colpito molto con questa race e hai reso ben nota l'anima di questo album con metafore che vanno dal vino a corpi celesti dell'immensità del nulla definita Universo come le comete. Una race che mi è piaciuta veramente e continua così. Mi appresto a cercar questa bottiglia per assaporare questo buon vino che tu ci consigli.
INFORMAZIONI
1995
Wounded Love
Funeral Doom
Tracklist
1. Aldebaran Crossing 02:12
2. The Bride Eternal 10:15
3. When Fire Is Father 08:50
4. Keys of Urtam (A Translucent Vision) 08:38
5. With an Halo of Flames 02:46
6. Symbols (In Luca Oblique) 12:12
7. Nubes Obscura 05:34
8. In White Hypnotic 06:31
Line Up
Matteo – Guitar
Huldus – Vocals, Guitar
Mauro – Guitar, Vocals, Keyboards
Silvio – Drums
Luca –- Keyboards
 
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