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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Hour Of Penance - Misotheism
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27/01/2020
( 2832 letture )
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Ricordo di aver approcciato gli Hour Of Penance per la prima volta qualche anno fa in occasione di una loro data a Torino. Della loro musica mi colpì principalmente l’irruenza selvaggia mediata attraverso un impiego di soluzioni e di una padronanza tecnica dei propri strumenti di prim’ordine, centellinata col contagocce e soprattutto perfettamente in grado di rivaleggiare con esponenti di spicco nostrani ed esteri. Capirete quindi che con grande piacere e non poche aspettative ho approcciato la nuova fatica in studio della band capitolina, Misotheism, pubblicata sotto l’ala protettiva dell’Agonia Records.
La copertina, dalle gelide sfumature bluastre, lascia intendere scenari minacciosi e apocalittici, puntualmente confermati subito dopo l’iniziale intro. Quello degli Hour Of Penance è brutal death metal nella sua forma più tradizionale. Non aspettatevi chissà quali innovazioni o sprazzi di originalità, quanto piuttosto un’ennesima riconferma di quanto i nostri siano bravi a plasmare e rielaborare in una chiave tutto sommato personale le caratteristiche del genere di riferimento. Da Blight and Conquer fino a Occult Den of Snakes si viaggia su velocità folli e con una violenza sonora costante e mai stemperata nel corso dei trentanove minuti di musica. C’è però di più: qua e là, specie dove i ritmi si fanno meno serrati, la chitarra di Giulio Moschini assale l’ascoltatore tramite un accorto impiego della melodia, dispensata con estrema parsimonia. In alternativa il chitarrista macina riff a cascata, ora più debitrici al death old school americano, ora più venati da una fugace ma disturbante dissonanza (leggasi Immolation). Le trame tessute dalle sei corde in definitiva offrono una buona panoramica di soluzioni differenti e lo stesso discorso si può fare per il drumming scatenato di Davide Billia. Dietro le pelli si susseguono randellate senza soluzione di continuità e, specie nell’alternanza tra gli i maestosi stacchi di doppio pedale e i blast beat, non mancano le assonanze assassine degne dei Behemoth. La performance complessiva è all’altezza della situazione e scandisce il ritmo senza cedimento alcuno, tra rullate secche e fills sui tom tonanti. Buona in definitiva anche la prestazione al microfono del growler Paolo Pieri, tanto gutturale e furiosa quanto declamatoria. Probabilmente la sua è una delle migliori voci in circolazione all’interno della scena italiana. Insomma, riassumendo, il tiro c’è, la cattiveria non manca e, nonostante una produzione cristallina, aleggia qua e là un odore di frattaglie fermentate ormai famigliare a chi bazzica questo genere.
Non mi soffermerei nello specifico su dei brani in particolare. Questo perchè l’album nella sua interezza è particolarmente omogeneo e presenta praticamente le stesse caratteristiche in ogni suo punto, dosando maniacalmente ogni aspetto e variandolo quanto basta di volta in volta giusto per non incappare in una fastidiosa sensazione di deja-vù. Questo porta a pensare che sicuramente dopo vent’anni di militanza nella scena gli Hour Of Penance siano ormai una garanzia che deve periodicamente riconfermarsi, talvolta anche con un pizzico di mestiere e trucchetti acquisiti con l’esperienza, anteponendoli alla sfacciata irruenza tipica per esempio di una qualsiasi band esordiente. Ciò nonostante -non fraintendetemi- siamo ben distanti da paraculaggini o palesi cadute di stile, come successo ad esempio con i Cryptopsy, e anzi, traspare comunque una certa integrità e perenne coerenza nella proposta dei capitolini.
Bentornati.
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16
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Una Bomba di disco una band che ti spezza in 2 parti assolutamente una delle migliori band Death Metal a livello mondiale 80 |
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15
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Paradogma e' davvero un capolavoro.. |
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14
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Mi piacquero con Paradogma, però negli anni mi sono sempre più allontanato da loro. Mi sembrano tutte uguali le loro canzoni... |
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13
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Platter che mi trasmette una certa tediosità al pari di alcuni spettacoli trasmessi in queste ore dalla riviera ligure. Nonostante la diversità delle proposte il senso di inedia è lo stesso. |
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12
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Anche tu guarda Sanremo..così ti passa la noia😀 |
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11
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Saró franco: visti pure dal vivo di spalla ai Malevolent creation.. Tutti a lodarli, io ho preferito la vecchia guardia. E a parte la perizia tecnica, sinceramente un po' di noia mi ha assalito |
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10
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quoto il commento sotto. chi si annoia con gli hop è bene che cambi musica. Non è una presa in giro |
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9
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Per chi si annoia e per chi si addormenta con gli Hour of Penance, un consiglio..domani sera inizia Sanremo lo spettacolo adatto a voi. Buona visione😀
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8
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Cheppalle di album.. mi sono addormentato |
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5
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Uno dei miei dischi preferiti del 2019 |
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3
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Ennesima riprova della loro grandezza. Voto 80. |
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2
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sempre stati dei grandi. Personalmente reputo l'era "francesco paoli" di questa band la più alta, ma pure con i cambi di line up si sono sempre riconfermati ad alti livelli. Questo album è meno sperimentale dei due precedenti dove c'erano soluzioni più "groove" e melodiche, ma la qualità è elevatissima. La relativamente breve durata del tutto aiuta notevolmente l'ascolto visto che siamo davanti ad una grandinata death metal in piena regola. Tra i migliori del genere |
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1
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Attualmente una delle mie band preferite, ottimo lavoro continuate così👍80 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Mass Crucifixion of Kings 2. Blight and Conquer 3. Fallen from Ivory Towers 4. The Second Babel 5. Lamb of the Seven Sins 6. Flames of Merciless Gods 7. Sovereign Nation 8. Dura Lex Sed Lex 9. Iudex 10. Occult Den of Snakes
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Line Up
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Paolo Pieri (Voce) Giulio Moschini (Chitarra) Marco Mastrobuono (Basso) Davide Billia (Batteria)
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