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Blasphemer - The Sixth Hour
26/03/2020
( 1602 letture )
Tornati ufficialmente in scena con l'ottimo Ritual Theophagy nel 2016, i nostrani Blasphemer sembrano ormai intenzionati a non fermarsi mai. Ed è un bene, perché dopo anni fatti di cambi di formazione e pause, ricordiamo infatti che il precedente album arrivava a distanza di otto anni, i brianzoli sembrano aver trovato la formazione perfetta per andare avanti. Non senza qualche cambiamento.

Ritual Theophagy mostrava un gruppo carichissimo, che pur restando in parte legato al fantastico debutto (On the Inexistence of God, 2008) mostrava un sound intenzionato a mutare. Ed è quello che appare evidente nel nuovo The Sixth Hour, che esce addirittura per la Candlelight Records. Quando il duro lavoro paga. Non si ha a che fare con chissà quale stravolgimento, ma è decisamente marcata la differenza con il precedente lavoro, per non parlare del primo; abbandonato completamente l'aspetto più “brutal” della proposta il gruppo è ora su una proposta meno irruenta, più atmosferica se vogliamo, con brani più corposi e soluzioni che avvicinano il tutto a gruppi sulla scia di Immolation (fate attenzione ad alcune ritmiche) e Dead Congregation. Basta vedere la durata del disco: quarantadue minuti per una media a pezzo che si aggira attorno ai quattro. I nostri ora rallentano e lo fanno come si deve sin dall'iniziale Let Him Be Crucified, brano che ben presenta questo “nuovo” percorso del gruppo. Abbiamo pezzi molto più dinamici, con più momenti e che non disdegnano riff più rocciosi, qualche dissonanza utilizzata a dovere e momenti decisamente epici. Tutti elementi che uniti ad un death metal sempre violento, carico di blast beat e chitarre ispiratissime danno la netta sensazione di trovarsi al cospetto di un gruppo totalmente maturo, che ha trovato molto probabilmente la sua forma definitiva, quella in cui riesce ad esprimere al meglio tutto il suo potenziale. La scrittura dei brani è quindi ancora una volta vincente, e sorprende come i quattro abbiano ancora tirato fuori vere e proprie hits; parliamo di Hail, King of the Jews!, Stabat Mater, I.N.R.I., Lord of Lies o The Deposition, pezzi che in breve tempo lasciano il segno grazie ad un ritornello o ad un riff particolarmente memorabile. Tra le altre particolarità da tenere in considerazione c'è sicuramente la presenza più massiccia delle chitarre soliste, con assoli, intrecci e altre trovate che arricchiscono il tutto e dimostrano come la possibilità di variare così tanto si possa esprimere solo attraverso brani più lunghi ed elaborati (la titletrack è un ottimo esempio i quanto detto). Era quindi inevitabile che il gruppo cambiasse qualcosa, anche perché l'entrata nel gruppo del chitarrista Nicolò Brambilla (Ekpyrosis) e del batterista Davide Cazziol (ex-Helion nel 2016 ha sicuramente portato novità a livello di songwriting. E si sente.

The Sixth Hour è in sostanza un'ottima manifestazione di death metal tanto violento e blasfemo quanto ragionato e tutt'altro che insensato. La cura per ogni singolo passaggio, strumentali comprese, le abilità tecniche dei membri, il growl mostruoso di Clod e la capacità di scrivere brani memorabili in un genere come questo, danno dimostrazione di quanto i Blasphemer meritino i traguardi raggiunti, oltre agli ascolti di tutti gli amanti della musica estrema. Ottimo lavoro.



VOTO RECENSORE
80
VOTO LETTORI
75.85 su 7 voti [ VOTA]
Spirit Of The Forest
Domenica 8 Settembre 2024, 12.37.30
4
La penso come JJ,dai testi alla proposta. Pensando anche a Ritual Theophagy.Pure graficamente si presenta molto male.
JJ
Domenica 8 Settembre 2024, 12.17.51
3
Ma siete tutti sordi? Ho letto questa recensione per caso e sono andato ad ascoltare questo album. A me sembra un mucchio di banalità, riff già sentiti mille volte e testi infantili, per quel poco che si riesce a capire. Band assolutamente inutile secondo me, e ascolto death dalla mattina alla sera da 20 anni!
Luigi
Sabato 28 Marzo 2020, 19.05.30
2
Album stratosferico, questo è il vero orgoglio o death metal italiano, pochi cazzi. Riffing dinamico, senza scadere in inutili virtuosismi o dissonanze alla moda, tempi veloci che si alternano a momenti più cadenzati, old school anche nella sana dose di attitudine anticristiana.voto 90.max supporto. Grandi
God of Emptiness
Giovedì 26 Marzo 2020, 11.33.41
1
80 voto giusto. Devo dire che continuano a stupire i Blasphemer, fare tre album e non sapere quale dei tre sia il migliore denota pura qualità e attitudine al genere, hanno dimostrato di sapere gestire il filone più brutal e anche il death più canonico senza disdegnare le influenze di band come Immolation. Spero di poterli vedere live, ripeto non molte band possono vantare una tripletta simile
INFORMAZIONI
2020
Candlelight Records
Death
Tracklist
1. Let Him Be Crucified
2. Hail, King of the Jews!
3. The Stumbling Block
4. Stabat Mater
5. Blessed Are the Wombs That Never Bore
6. Lord of Lies
7. Via Dolorosa
8. The Robe of Mockery
9. I.N.R.I.
10. The Sixth Hour
11. The Deposition
12. De Profundis
Line Up
Clod "The Ripper" De Rosa (Voce, Basso)
Nicolò Brambilla (Chitarra)
Simone Brigo (Chitarra)
Davide Cazziol (Batteria)
 
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