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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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05/06/2020
( 2751 letture )
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Negli anni 90, la stampa internazionale faceva poca selezione fra le nuove proposte musicali che uscivano dalla Scandinavia in quegli anni: sembrava tutto o quasi prezioso perché esotico o malevolo. Decadi dopo l’abbuffata di metal di ogni tipo registrato in Scandinavia, possiamo dire che parecchie di quelle pubblicazioni ne escono decisamente rivalutate, spesso in negativo: era chiaro che i gruppi stavano cominciando a scopiazzarsi a vicenda troppo facilmente, che si trattasse di scelte stilistiche, d’immagine o di produzione.
Tra i gruppi usciti con le ossa rotte in quel marasma di distorsione, troviamo i Naglfar, da sempre dediti alla frangia più generica e derivativa del black scandinavo. Già dai primi due album del gruppo, Vittra e Diabolical, era chiaro quanto il gruppo dovesse la propria esistenza allo stesso sound influenzato dal metal più classico dei vecchi Dissection: negli anni seguenti, la situazione andò ancora peggio, poiché il gruppo si ritrovò a farsi alfiere di quel miscuglio di sonorità disperatamente epiche ed incerte prive di una continuità od un filo logico. Mentre gruppi come Immortal, Dark Funeral e Marduk fecero il botto con il proprio sound preponderante (o, nel caso dei Dimmu Borgir, supportato da atmosfere cinematiche con l’uso di tastiere), i Naglfar subirono un’involuzione qualitativa che si fece sempre più evidente col tempo, con la ripetizione delle stesse idee nelle stesse chiavi musicali in ogni singolo album. I pochissimi, occasionali tocchi progressive a malapena ne aumentavano la qualità. La produzione, nel tentativo di potenziare le frequenze medie, distrugge la fruibilità del platter, rendendo le canzoni, che già non brillano per idee, ancora più caotiche e difficili da assimilare. Anche volendo analizzarle, comunque, non bisognerebbe farsi troppe illusioni. La title track si fonda su progressioni che seguono semitoni sulle stesse armonie in Mi/La minore stra-abusate nel genere, oltre che dai Naglfar stessi, e Horns segue a ruota con elementi simili: perfino i testi sono di una banalità sconcertante, a partire dalle rime forzate.
A cancerous plague begot Spreads dread and spiritual rot And the stench of cerecloth Thus follow in its wake As man succumbs to its dismal fate (Horns)
Like Poison for the Soul continua lo scorrimento dell’album con un andamento da marcetta con doppia cassa, ma ancora una volta le progressioni sono troppo semplici, perfino per i loro standard, e le tracce lead in tremolo sono ridondanti. Peggio ancora è Cry of the Serafim, il cui monotono andamento doom risulta ancora più sgradevole: Necronaut è similmente moscia, con un testo ancora più risicato, come fosse un interludio. L’unica altra traccia degna di nota, Last Breath of Yggdrasil, sembra un’accozzaglia di cliché presi dai recenti Gorgoroth, e come gran parte delle tracce nell’album, pecca di melodie memorabili o di arrangiamenti curati che avrebbero fatto la differenza. Solo negli ultimi due anni, sono usciti altri album di gruppi svedesi, tra i quali Astrophobos, Grafvitnir, Netherbird e Dödfödd, che sebbene non trascendentali, risultano comunque più ispirati di Cerecloth.
Forse a causa della scarsa attività e del gap temporale fra album in studio sempre più lungo, i Naglfar appaiono stanchi, sfiniti, e se già il loro precedente catalogo non brillava né per originalità né per validità della proposta, potete immaginare come sia quest’album. Eventuali spunti positivi (molto rari) vengono affossati da un’eccessiva ridondanza di melodie e atmosfere sempre più rarefatte e vecchie, quasi “vintage”. Un eventuale nuovo disco del vecchio side project di Marcus Norman, Ancient Wisdom, potrebbe giocarsela meglio.
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25
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Secondo me si nota già all'inizio della recensione quanto al recensore stiano sul ca**o i naglfar prendendo in considerazione i primi lorl 2 album come semplici derivati dei dissection. E infatti i commenti e il voto lettori parlano chiaro |
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Se dite che questo disco è brutto non capite una ben emerita ceppa |
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Questo album c'entra davvero poco coi primi. Stiracchiato. |
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Bomber Pruzzo (idolo), a chi ti riferisci? Guarda che potrei prenderla malissimo  |
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21
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No no, nessuna tecnica per portare più gente sul sito, quelle son cose che lascio a youtuber e siti di dubbia utilità. Semplicemente a volte, come in questo caso, succede di sbagliare la recensione. Capita, son cose che a volte sfuggono e avrei dovuto fare più attenzione, tutto qua. Resta il fatto che se lui crede che Vittra non sia un capolavoro c'è poco da fare, si resta in disaccordo. |
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20
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Diciamo che il recensore riguardo all'album ha espresso un parere (condivisibile o meno) anche sensato...a parte le pippe sulla produzione e sulla struttura armonica dei pezzi. Il problema è tutto il resto, la stampa degli anni '90, paragoni con altre band e lo sminuire un album, Vittra che piaccia o meno è da sempre considerato un disco fondamentale per un certo tipo di musica. Più che delle recensioni sembrano più una vetrina per fare discorsi snob e fare gli esperti su cose che magari per ragioni anche anagrafiche si conoscono poco. Poi nessuno ti paga per fare questo, è passione quindi lo rispetto, però magari un po' meno spocchia renderebbe tutto più credibile. |
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19
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Siete peggio dei 5 stelle |
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Secondo me il concetto non è apprezzare o meno un commento.. Io ho 43 anni e ne ho ascoltati di tutti i colori.. Vittra è un Punto fermo del Black Melodico.. Per Me.. Se si recensiscono i Naglfar si presume che si conosca la loro storia... Poi tutto è opinabile Però fino a quando la critica è posta in maniera educata, non vedo perché non possa essere accettata.. Io chiederei gentilmente al Recensore in base a quale suo bagaglio di Conoscitore della scena di quei tempi abbia sminuito i Naglfar dei Primi lavori.. |
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Sotto ai PL mi pare che i commenti siano sì unanimi, ma nel concordare il voto e la bellezza dell'album. Se poi qualcuno addirittura non apprezza i redattori che scrivono bene non è un nostro problema, sinceramente. |
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15
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Inizio a pensare che la colpa sia da attribuire al loro responsabile (tale Marco Cunato "Kriegsphilosophie") più che alla scarsa conoscenza di chi le fa. Perché tra questa e quella dei Paradise Lost i commenti degli utenti paiono unanimi. Se poi c'è un motivo dietro (tipo avere più commenti possibili) vallo a sapere. |
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Ok sono contento di vedere che non sono l'unico a ritenere una follia la pochezza con cui vengono etichettati i primi CD di questa band che nel black melodico di stampo svedese ha invece un posto molto elevato! |
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13
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Concordo sul voto, ma sul passato del gruppo urge un ripassino. |
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@paolo come faccia qualcuno nato nel 96 (cosi si evince nella scheda del recensore) a sapere come la stampa (non italiana ma addirittura internazionale) degli anni 90 trattasse i gruppi scandinavi, resta un mistero. Forse leggeva Grind Zone all'asilo. |
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11
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Recensione veramente ridicola, non per il parere espresso su questo album, piuttosto per quanto scritto sui primi. Vittra è un capolavoro del black melodico svedese e negarlo vuol dire non conoscere ed apprezzare il genere. Tra l'altro uscì qualche mese prima di Storm of... dei Dissection, quindi non capisco come possano essere i Naglfar un gruppo "derivativo", visto anche che the Somberlain c'entra poco con Vittra. Questo è il risultato quando qualcuno deve parlare di ciò che non conosce ed non ha vissuto. |
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10
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Passo, non un brutto disco ma per me non così bello da aprire il portafoglio. Ero un grande fan dei Naglfar di Jens Ryden, ho adorato i primi due - Vittra un cult del melodic black, dai non scherziamo - poi dopo Ex Inferis sempre più brutali fino a spostarsi dalle parti di Dark Funeral e Marduk senza mai raggiungere quei livelli. Comunque un ritorno degli Ancient Wisdom potrebbe essere figo, ma dubito che succederà. |
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9
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D'accordo sul fatto che i Naglfar non siano più quelli di una volta, però sminuire i Primi lavori mi pare esagerato ad essere gentile.. Dopo i Dissection per Me c'è Vittra ... |
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8
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Direi completamente fuori luogo fare passare i primi dischi come un qualcosa di superfluo quando sono tra i top del genere (logico i Dissection sono di altro spessore). Quindi riguardo al passato direi che le ossa sono tutto tranne che rotte, anzi, ancora forti. Passando invece a questo disco lo trovo di livello discreto e nulla più, un 70 restando abbondanti, quindi con il il voto sono concorde. |
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7
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"Negli anni 90, la stampa internazionale faceva poca selezione fra le nuove proposte musicali che uscivano dalla Scandinavia in quegli anni: sembrava tutto o quasi prezioso perché esotico o malevolo"...ne sei proprio sicuro?
"La produzione, nel tentativo di potenziare le frequenze medie, distrugge la fruibilità del platter, rendendo le canzoni, che già non brillano per idee, ancora più caotiche e difficili da assimilare. Anche volendo analizzarle, comunque, non bisognerebbe farsi troppe illusioni. La title track si fonda su progressioni che seguono semitoni sulle stesse armonie in Mi/La minore stra-abusate nel genere"...ahahah, fenomenale |
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5
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20 punti come dice Claudio... no. Ma un bell'80 tondo tondo ci può stare. |
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4
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69? Per ci sono 20 punti da aggiungere, disco valido.. |
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3
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Recensione secondo me che poco rende giustizia a questo album e alla band in generale. Come scrive sotto @Aceshigh diversi pezzi di questo album hanno un bel tiro, non inventano nulla ma rimanendo in ciò che sanno fare lo fanno in modo appropriato confezionando un disco che un 75-78 lo merita tutto. Inoltre due dischi come Vittra e Diabolical non posso essere liquidati in questo modo perché, soprattutto il primo, avevano dentro un'atmosfera incredibile e rimangono pezzi storici e per nulla "ridimensionati" col tempo di un certo modo di intendere il black |
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2
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A me è piaciuto. Mi è sembrato che, pur rimanendo ovviamente in ambito melodic black, rispetto a qualche prova precedente ci sia un po’ meno “melodic” e un po’ più di “black”. La cosa mi ha fatto piacere. Certo: nulla di nuovo/sorprendente, fanno quel che sanno fare senza rischiare, manca un po’ di varietà (a mio modesto parere a volte è un po’ anche il limite di questo sottogenere), ma trovo che buona parte dei pezzi abbiano un buon tiro. Penso proprio che Cerecloth possa piacere ai loro fans. Voto 80 |
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1
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correggete la tracklist e la line-up. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Cerecloth
2. Horns
3. Like Poison for the Soul
4. Vortex of Negativity
5. Cry of the Serafim
6. The Dagger in Creation
7. A Sanguine Tide Unleashed
8. Necronaut
9. Last Breath of Yggdrasil
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Line Up
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Kristoffer W. Olivius (Voce)
Andreas Nilsson (Chitarra)
Marcus E. Norman (Chitarra)
Musicisti ospiti:
A. Impaler (Basso)
Efraim Juntunen (Batteria)
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RECENSIONI |
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