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Hate Forest - The Most Ancient Ones
20/06/2020
( 1597 letture )
Un paesaggio naturale scarno e rarefatto e una strana pittura rupestre, forse simbolo della misteriosa esistenza dei “Più Antichi”, tre righe di odio e nichilismo, che non necessitano di interpretazione: “With hate and scorn, to worthless humanity, its values and ideals”. Si presenta così il primo lavoro degli Hate Forest, prima creatura di Roman Saenko, diventato poi un'istituzione nel metal estremo grazie ai “suoi” Drudkh, e non a caso affiancato da Thurios, voce del leggendario combo ucraino.

Va detto, per dovere di cronaca e per togliere subito di mezzo una questione potenzialmente spinosa, che nell'originaria versione in cassetta troviamo anche in bella mostra, sotto l'immagine feroce di un lupo, la scritta “aryan true black metal”; e certamente, per chi conosce un po' la storia dei musicisti in questione, soprattutto del mastermind, non sarà certo una grande sorpresa (Saenko non è famoso per le sue posizioni politiche moderate, per così dire, ma ciò ha, ad esser sinceri, sempre avuto un ruolo abbastanza marginale nella sua carriera musicale). In ogni caso, posto che il giudizio della recensione si limita all'opera senza allargarsi all'artista, a modesto avviso di chi scrive, questi segnali di vicinanza a idee assolutamente discutibili possono tuttavia essere archiviati come modi, certamente di cattivo gusto, di sottolineare un'attitudine di violento rifiuto della società e dei valori condivisi che più volte nella storia di questo genere hanno portato ad esempi simili. Peraltro, come pure per i Drudkh non esistono testi ufficiali di nessun disco degli Hate Forest, ma i titoli dei brani, a occhio, suggeriscono che le ideologie avessero in fondo poco spazio in The Most Ancient Ones. È la musica dunque a prendersi tutto lo spazio che si merita in questo storico debutto degli ucraini. Versione ri-registrata e riordinata di un demo del 2000, The Curse, se ne differenziava per il sound, che in questa versione primigenia si presentava come un classico demo tape black metal, chitarre ronzanti, batteria grezza, quasi da rehearsal, e, elemento curioso, il pulsare del basso in clean in bella evidenza. La versione ufficiale del 2001, ovvero proprio The Most Ancient Ones, getta invece l'ascoltatore in un clima ancor più ostile: le chitarre si fanno più possenti, avvolgenti ma allo stesso tempo più fangose, confuse, la batteria imperfetta ma efficace sostituita da un'asettica drum machine, il caratteristico growl di Saenko ancor più profondo e cupo. Le soluzioni non sono certo variegate: le voci dai timbri opposti, ma ugualmente malvagie di Thurios e Saenko si ergono su un tappeto inarrestabile di riff intensi ed aggressivi, accompagnati dall'incedere monotono della drum machine che si limita fondamentalmente all'alternanza tra blast beat e mid-tempos con la doppia cassa, e dal basso, stavolta ben distorto e comunque decisamente meno presente rispetto al demo. La sostanziale omogeneità delle composizioni viene bilanciata però con un'ottima qualità nel songwriting, che pur non inventando nulla di nuovo risulta abbastanza atipico e originale all'orecchio, grazie al sapiente inserimento di melodie vagamente death, dissonanze e riff costruiti su intervalli di semitono, oltre che con l'atmosfera opprimente ma quasi ipnotica che permea ogni attimo dell'opera. Tra le otto canzoni, come detto abbastanza simili per approccio e atmosfera, dovendo sceglierne una che spicca particolarmente per bellezza, oltre alle più dirette To the Thickets and Swamps e Black Forest, verrebbe alla mente Darkness, forse il brano in cui è messa più in risalto una certa vena malinconica che caratterizzerà molti lavori successivi dei nostri.

The Most Ancient Ones è un album ostico, di non immediata assimilazione neanche per un habitué del genere e probabilmente neanche il migliore del combo di Kharkiv, che probabilmente raggiungerà il suo apice con il successivo Purity, ma è pur sempre un must-have per gli amanti del raw black metal più oltranzista e incontaminato, che non rinuncia però alle atmosfere tetre e al richiamo ancestrale della natura e dell'antico passato.



VOTO RECENSORE
80
VOTO LETTORI
85 su 2 voti [ VOTA]
lisablack
Mercoledì 22 Novembre 2023, 20.33.02
6
Che nel black metal ci sono tante cose belle, lo so benissimo 😁...🤘Miglior genere musicale al mondo. Per me🤘
Spirit of the forest
Mercoledì 22 Novembre 2023, 18.58.01
5
Personalmente cè molto di meglio,poi a ognuno i suoi gusti.
lisablack
Mercoledì 22 Novembre 2023, 18.53.27
4
Ben detto Luca.. Gruppo spettacolare, sto disco è pura oscurità e malvagità.. Ottimo anche l\'ultimo Innermost.. Puro black metal
Spirit of the forest
Mercoledì 22 Novembre 2023, 18.19.10
3
Promosso per i contenuti antiumani, nostalgici e naturalistici,musicalmente l\'ucraino non mi ha mai convinto rispetto ad altre band dell\'est dotate di un\'aurea superiore come Algor, Poccolus o North.Per me sopravvalutato.
Federico S.
Domenica 21 Giugno 2020, 10.47.47
2
Band davvero mostruosa, autrice di un ottimo, scarnissimo debutto e che farà ancora meglio con "Purity", come peraltro segnalato. Mi fa piacere comunque che il black stia riprendendo quota all'interno del sito, negli ultimi mesi sono stati recensiti/rispolverati diversi bei dischi, anche abbastanza di nicchia. Penso ai Walknut, giusto per rimanere nella regione.
Luca
Sabato 20 Giugno 2020, 14.56.11
1
Gruppo spettacolare
INFORMAZIONI
2001
Supernal Music
Black
Tracklist
1. To the Thickets and Swamps
2. The Most Ancient Ones
3. Inmost Winter
4. Black Forest
5. The Elderrs
6. Darkness
7. The Night of Winter Solstice
8. The Curse
Line Up
Thurios (Voce, Chitarra)
Roman Saenko (Voce, Chitarra, Basso)
Khaoth (Drum programming)
 
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