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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Blind Golem - A Dream of Fantasy
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20/03/2021
( 3572 letture )
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Esplorare le infinite potenzialità dell’immaginazione del singolo accompagnandolo in intricati e complessi universi sonori con lo scopo di trascendere dalla dimensione terrena e innalzarsi oltre i confini dell’inconscio e dell’ignoto, era prerogativa dei musicisti degli anni Settanta, eccezionali e finora imbattuti sperimentatori in ambito rock. Rievocare le atmosfere oniriche di una delle decadi più colte e barocche del nostro genere preferito, percorrendo un sentiero tracciato da nomi altisonanti e indimenticati, non senza una buona dose di coraggio ispirata dalla passione per il sound figlio di quei tempi gloriosi e benedetta da perizia compositiva e tecnica eccelsa, è la sfida lanciata dai Blind Golem, quintetto veronese il cui nucleo madre si origina proprio da una tribute degli Uriah Heep (Forever Heep), band che ha glorificato il decennio settantiano cementando un’idea musicale che ancora oggi riconosceremmo fra mille. Se da un lato l’influenza del gruppo inglese è insita nelle coordinate lungo le quali si dirama la proposta dei nostri, dall’altro va sottolineato l’interesse ad abbracciare, come vedremo, molteplici altre varianti guizzanti in quel ricchissimo calderone che era l’hard rock di quegli anni, dalle tendenze heavy a quelle prog, passando per il doom.
Vale la pena spendere due parole sulla fantastica copertina, in piena sintonia con il titolo dell’album, se non altro perché è stata illustrata da un certo Rodney Matthews, uno dei più famosi artisti al servizio del rock, il quale ha collaborato nella creazione delle cover per gruppi come i Magnum, gli Asia, o ancora Diamond Head e Tygers of Pan Tang. Pura delizia per gli occhi. Ancor più gustoso è l’antipasto offerto dai Blind Golem che partono forte schiacciando subito il piede sull’acceleratore con due tracce taglienti e veloci: Devil in a Dream e Sunbreaker si distendono sinuose lungo il minutaggio alternando riff convincenti e cascate di tastiere ad alimentare un fiume di emozioni che rompe argini e indugi, catapultandoci in brani dalla struttura ordinata secondo una logica maniacale e studiata con perizia. Ogni tassello, infatti, è messo in correlazione all’altro e l’insieme regala un quadro armonioso che si lascia ammirare per la naturalezza e la purezza dei suoni, in virtù dell’egregio lavoro di mastering a cura di Fabio Serra (Røsenkreütz). I musicisti coinvolti nel progetto, ciascuno dei quali vanta un background di tutto rispetto con formazioni come il trio hard rock blues Bullfrog (Zago/Dalla Riva, peraltro masterminds dei Blind Golem), Paul Chain (Mantovanelli), Moto Armonico (Vilardo), Forever Deep (Bistaffa), assicurano alle tracce il giusto apporto in termini di qualità e misura, enfatizzando una prova corale di alto spessore su qualsiasi frequenza, tanto sull’esplosività deepurpleiana di un brano scatenato come Scarlet Eyes quanto sulle oscure suggestioni doom di sabbathiana memoria che pezzi come Screaming to the Stars e The Ghost of Eveline inevitabilmente richiamano alla mente. Il costante equilibrio fra struttura ritmica e tastiere, la cui coesistenza è un nesso imprescindibile in tutti gli episodi del disco, trova una delle sue più alte espressioni nella strepitosa e vibrante Pegasus, forse la traccia migliore del lotto, dove la magnificenza delle keys di Bistaffa si sposa con il dinamismo della sei corde di Zago in una cornice altamente melodica e seducente. L’espressività del timbro di Andrea Vilardo, accompagnata da un pianoforte lieve che sa arrivare dritto al cuore, si esalta anche sulle note soffuse e delicate della ballad Night of Broken Dreams, ove è forte l’influenza dei Magnum e dell’altra più grintosa Carousel, eseguita in chitarra acustica, brani questi ove la rinuncia o l’utilizzo in secondo piano degli strumenti principali (chitarra elettrica e tastiere) offre uno spaccato dell’estrema versatilità dei Blind Golem e del loro vocalist, arricchendo il disco di una poliedricità che il minutaggio importante richiede per far rifiatare e tenere vivo l’interesse. Ad impreziosire un lavoro senza pecche, la collaborazione con uno dei guru indiscussi del genere è la vera e propria ciliegina sulla torta che di fatto consacra l’impegno della band nostrana garantendogli la benedizione di un membro cardine dei tanto amati Uriah Heep. Parliamo del compianto Ken Hensley che partecipa attivamente in The Day Is Gone, power ballad evocativa dal sapore retro, suonando per l’occasione la slide guitar e l’hammond. Una sorta di passaggio di consegna generazionale fra il maestro e gli allievi, diremmo, ma anche testimonianza dell’ultima apparizione in studio del tastierista inglese prima della recente scomparsa: motivo in più per tenersi stretti quest’album nel quale è registrato l’atto finale della carriera di un grandissimo protagonista del rock.
Le quattordici tracce di A Dream of Fantasy regalano ben più di una soddisfazione agli appassionati del rock targato Seventies, tenendo vivo un dialogo con il passato che non sbiadisce ma esce anzi rafforzato dalla convincente prima prova in studio della formazione italiana. L’urgenza di reinterpretare e riaccarezzare le sonorità care agli Uriah Heep e alle altre band protagoniste di un decennio a dir poco strabiliante per la musica ben si confà allo straordinario revival in atto che gruppi come i Blind Golem onorano e celebrano allo stesso tempo, aggiungendo nuove pagine a quel bellissimo racconto cominciato cinquant’anni fa e che non smetterà di regalare nuovi strabilianti capitoli finché ci sarà anche solo un artista intenzionato a scriverle ed un pubblico a cui narrarle. Con la speranza di poter presto assistere in sede live alla magia racchiusa nelle note di una formazione che, alla prova del nove, non si fa trovare impreparata ma anzi sforna un piccolo capolavoro da ascoltare e riascoltare per alleggerire il peso di questi mesi difficili, che grava su noi tutti aiutandoci a volar via, sulle ali della fantasia, lontani dalle angosce del presente.
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9
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E...niente! Non ce la faccio a metterlo via. Album magnifico (e chissenefrega se non brilla per originalità; quando la qualità è così alta si passa sopra ogni cosa). I brani sono uno più bello dell'altro tra cui spiccano clamorosamente le prime sette tra cui The Day is Gone (Ciao Ken) e The Ghost of Eveline. Oltre a Star of the Darknest Night. E anche la lunghezza, per una volta, non fa calare il gusto dell'ascolto. Guardando nel libretto ho visto che la bellissima Carousel la canta Francesco Dalla Riva. 85 (solo perché prima di loro ci sono stati gli Uriah Heep, altrimenti 90-95) |
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8
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Questo album è veramente bello. In alcuni momenti mi hanno ricordato un gruppo italiano altrettanto straordinario, i Wicked Minds. Al momento lo sto divorando. |
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7
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Ascolto raramente le nuove uscite in ambito Hard Rock poiché, pigramente, se ho voglia di questo Genere mi rifugio nei Mostri Sacri.. Ammetto che è un mio limite.. In questo caso però, invogliato dalla Recensione, ho ascoltato questo Album e devo prendere atto che ne è Valsa la pena.. Lavoro notevole con una affascinante vena malinconica che ho ritrovato in quasi tutte le composizioni.. Complimenti al Gruppo... |
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6
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Cara redazione di Metallized, non sbagliate un colpo... e quando si visitano le vostre pagine occorre prepararsi a mettere mano al portafoglio Album ascoltato in rete, ordinato sul sito della molto meritoria label e già nello stereo a rendere piacevole una giornata di lavoro a casa. Che dire? Album strepitoso, ispirazioni settantiane emozionanti e 70 minuti di personalità e incantesimi. E la partecipazione-ricordo di Ken Hensley è una gemma nella gemma. Un grazie ad Altered e a Metallized per l'ennesima dritta e ad Andromeda Relix per la scoperta di questi talenti! |
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5
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Senza questa recensione non avrei scoperto questo bel disco, che mi ha incuriosito sin dalla copertina.
Mi è piaciuto molto al primo ascolto, ma prima di giudicarlo veramente probabilmente dovrò dare qualche ascolto in più. L'unica cosa, di prim'acchito, che mi viene da dire è che se alcune tracce mi hanno lasciato qualcosa fin da subito, altre sono "passate via" senza colpirmi particolarmente, come Pegasus e The Gathering, cosa che mi fa pensare che forse si sarebbe potuto rinunciare a qualche traccia e confezionare un lavoro più snello. Tuttavia, il filotto che va da Screaming to the Stars a Night of Broken Dreams è sensazionale. |
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4
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CD che ho già messo nel carrello di Amazon ed è pronto ad essere acquistato. Ho già ascoltato qualcosina e mi ha veramente preso. Grazie per averlo segnalato! |
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3
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@BlackMeOut: Ciao Alex! Sono davvero felice che la recensione abbia invogliato all'ascolto e che questo immenso lavoro abbia raccolto ulteriori pareri positivi, a mio avviso meriterebbe una diffusione capillare, perché la qualità di queste tracce è altissima.
Ritengo, senza esagerare, che ad oggi possa essere annoverato fra le migliori uscite del 2021. E personalmente fa ancor più piacere sapere che a scrivere un album di questa portata siano stati dei musicisti italiani! |
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2
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Intrigato da voto e copertina me lo sono ascoltato stamattina questo disco e... Mamma mia, che bello! Ormai non ascolto più questo genere di sonorità tanto come facevo anni fa, ma qui c'è un compendio di "storia del rock" davvero invidiabile, derivativo quanto si vuole, ma interpretato con gran gusto e intelligenza. Forse l'unico rammarico è per il suono delle chitarre distorte che, personalmente, avrei gradito maggiormente se fosse stato un po' più incisivo, ma queste sono piccolezze di fronte a brani come "Night Of Broken Dreams", che mi ha fatto sciogliere al primo ascolto. Un album da non ignorare assolutamente e bravo Alessandro ad averne parlato in maniera ottima! |
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1
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capolavoro di album.. che voce e che canzoni |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Devil in a Dream 2. Sunbreaker 3. Screaming to the Stars 4. Scarlet Eyes 5. Bright Light 6. The Day is Gone 7. The Ghost of Eveline 8. Night of Broken Dreams 9. Pegasus 10. The Gathering 11. Star of the Darknest Night 12. Carousel 13. Living and Dying 14. A Spell and a Charm
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Line Up
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Andrea Vilardo (Voce) Silvano Zago (Chitarra) Simone Bistaffa (Tastiera) Francesco Dalla Riva (Basso, Voce) Walter Mantovanelli (Batteria)
Musicisti Ospiti Ken Hensley (Slide guitar, Tastiera nella traccia 6)
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RECENSIONI |
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