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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Omen - Reopening the Gates
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17/04/2021
( 856 letture )
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Quinto album della fin lì luminosa carriera degli Omen, Reopening the Gates lasciò l’amaro in bocca a molti ammiratori della prima ora; e per precise ragioni. Interrotta con Escape to Nowhere la corsa iniziata con il basilare Battle Cry, la band ritenuta a ragion veduta come da posizionare tra quelle irrinunciabili per conoscere l’US Power si ripresentò ai nastri di partenza della seconda parte di carriera con molte novità. Tornati in pista nel 1996 con una formazione comprendente il solo Kenny Powell rispetto a quella originale, con Reopening the Gates gli Omen spostarono nettamente il focus della loro musica verso un heavy/groove molto lontano dalla proposta originale. Fatto che spiazzò nettamente la loro fan base che, difatti, non li premiò. Probabilmente oltre le reali défaillance del lavoro in questione. Del resto, già proprio con Escape to Nowhere si erano manifestati dei significativi scostamenti dal sentiero fin lì percorso.
Prodotto dallo stesso Powell, il nuovo disco presentava un gruppo che aveva rotto con gran parte del suo passato e tentava di posizionarsi sulla scena ammiccando al filone del groove, inaugurato presso il grande pubblico dai Pantera. Ovviamente con le debite proporzioni, specialmente considerando la diversa storia delle due realtà musicali. Con una line-up comprendente il giovanissimo figlio Gregg come cantante e chitarrista, peraltro impegnato anche in sede di produzione come assistente, Powell mise in fila dieci pezzi che riascoltati oggi risultano molto più interessanti di come il pubblico dell’anno di grazia 1997 volle ammettere. Basato in maniera maggiore su mid-time come Dead March e Well Fed, vie di mezzo come Uneven Plow, Reopening The Gates, Everything, Saturday e meno segnato da canzoni veloci quali Chained, Rain Down, Crushing Day, Into The Ground in cui emerge più chiaramente la componente groove, Reopening the Gates funzionava abbastanza bene. Pur senza mai assestare il colpo a effetto, ma puntando più sull’insieme e con qualche eco del passato a emergere solo occasionalmente. In particolare il gruppo di brani caratterizzati da tempi contenuti resi più frizzanti da intermezzi più nervosi era quello più riuscito, con Rain Down e Crushing Day sulle altre.
Se ascoltato come lavoro targato Omen e contestualizzato nel complesso della loro storia come sarebbe corretto fare, Reopening the Gates non regge minimamente il passo coi primi tre album. Estrapolato dalla situazione di cui sopra e considerato come prodotto singolo concepito proprio per distaccarsi da quanto fatto fino a quel momento, invece, il Cd acquista parecchi punti. Quasi nulla a che vedere col passato della band e come detto, rapporto molto più stretto col groove metal a confezionare un lavoro piacevole e professionale, ma privo di una vera hit. Il pubblico di elezione degli Omen, però, non si rese parte del cambiamento e i nuovi fan non furono sufficienti a dare vita a una nuova fase della loro storia. Del gruppo si tornerà infatti a parlare solo sei anni dopo con Eternal Black Dawn. Reopening the Gates resta quindi un album a sé stante e come tale va valutato in modo positivo, ma non certo esaltante.
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Uno di quei dischi che fanno polvere nelle collezioni. Non è scarso ma abbastanza dimenticabile |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Dead March 2. Uneven Plow 3. Chained 4. Rain Down 5. Reopening the Gates 6. Everything 7. Well Fed 8. Crushing Day 9. Saturday 10. Into the Ground
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Line Up
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Greg Powell (Voce, chitarra) Kenny Powell (Chitarra) Andy Haas (Basso) Rick Murray (Batteria)
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