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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 4777 letture )
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Dopo lo straordinario debutto Battle Cry del 1984, i californiani Omen furono chiamati alla prova più difficile: confermarsi sugli stessi livelli. I nostri non sbagliarono il colpo, proponendo, con questo Warning Of Danger (1985), un secondo album di squisita fattura, meno aggressivo e ruvido del precedente, bensì più cupo ed evocativo. Nonostante due prodotti di livello così alto, gli Omen non sono mai riusciti a sfondare davvero, restando quasi sempre una band cult e di nicchia, non così nota al grande pubblico. E’ un vero peccato, perché i nostri avrebbero sicuramente meritato maggiore fortuna rispetto ad altre band molte più famose ma pure meno dotate, oppure capaci di produrre un solo buon disco e poi sparire (per educazione non si fanno nomi, ma ognuno può farsi una propria idea).
Tornando all’album in questione, bisogna sicuramente notare che, rispetto a Battle Cry, troviamo una certa varietà di pezzi e di sonorità, partendo dal più classico heavy metal ed arrivando talvolta a sfiorare quasi il doom. Per una band comunque ad inizio carriera, il songwriting di Warning Of Danger è sorprendente per maturità: le tracce sono sempre ben approfondite, intense e mai banali e vedono alternarsi atmosfere malinconiche e riflessive ad altre più travolgenti. I membri del gruppo confermano le buonissime impressioni dell’esordio: Steve Witting svolge il proprio compito senza sbavature, assicurando, insieme a Jody Henry, una solidissima base strumentale; Kenny Powell si dimostra ancora una volta un ottimo chitarrista, capace di proporre riff taglienti ed eleganti al tempo stesso, con parecchi richiami alle chitarre maideniane che in quegli anni spopolavano come non mai; J.D. Kimball (R.I.P.) emerge come una delle voci più particolari del panorama dell’epoca grazie al timbro basso ed al pathos quasi teatrale capace di comunicare ai brani e, quindi, all’ascoltatore. Eccezionale la title-track con il suo indimenticabile intro che fa già assaporare le atmosfere oscure che percorrono l’intero disco: fin da subito si capisce che Warning Of Danger non è una sorta di secondo capitolo/fotocopia di Battle Cry (conoscete la famosa legge del battere il ferro finché è ancora caldo?), ma un album che brilla di luce propria e propone soluzioni diverse, peraltro azzeccate; tra queste nuove soluzioni possono essere citati i due episodi esclusivamente strumentali VBP e Premonition. Molto manowariana la power ballad Don’t Fear The Night, epica e malinconica allo stesso tempo; strepitosa, infine, Hell’s Gate, una semi-ballad in cui Kimball fornisce una prestazione eccezionale trovando sempre le migliori linee vocali, mentre la sezione strumentale è pesante al punto giusto; molto interessanti i vari cambi di tempo, al contrario, invece, del testo un po’ troppo banale.
Insomma, Warning Of Danger forse non riesce ad insidiare il primato di Battle Cry ma è comunque un disco pregevole, completo e ben studiato, che meriterebbe più attenzione, così come gli Omen.
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10
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Una delle migliori tracklist dell\'intera scena US metal, l\'ho sempre preferito a Battle Cry |
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9
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Signori, capolavoro totale del vero e purissimo EPIC METAL!!! Dopo il debut, gli Omen si riconfermano con un album che non ha eguali in quanto ad evocatività, pathos, oscurità, magniiloquenza... racchiude insomma tutte le sensazioni possibili e immaginabili di un album di metallo epico! Heavy metal ad alto tasso di influenze maideniane, ma con quel tocco tutto magico in più che gli Omen sapevano mettere per distinguerli (la voce meravigliosa di Kimball, e il chitarrismo di Powell). A volte non ho mai saputo scegliere tra il debut e questo, ma propendo un pò di più su questo \"Warning Of Danger\", in quanto il livello di epicità messa in musica è davvero da lacrime agli occhi. Adoratori dell\'epicità più assoluta, della sword and sorcery, ecc... lasciatevi trasportare da canzoni magnifiche come la title-track, \"March On\", \"Ruby Eyes (Of The Serpent)\", \"Red Horizon\" e \"Hell\'s Gate\" (tanto per citare le vette assolute, ma tutto il disco è un\'adrenalinica scarica di emozioni epiche a non finire). Puro heroic fantasy messo in musica, puro epic metal!!! |
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8
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Pur confermando l eccezionale bontà del debutto, questo per me è il loro album migliore, ma fino a The Curse solo grandi album, power epic davvero di ottima fattura per nulla inferiori ai Manilla Road |
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7
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Ho la fortuna di possedere tutti e tre i primi album, difficilissimo scegliere il migliore. Voto 88 |
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6
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stupendo! per me il loro migliore |
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5
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Ritirato fuori oggi ... pur non reputandolo bello come Battle Cry l’ho riascoltato per l’ennesima volta con grande piacere. Termination, Hell’s Gate e soprattutto la splendida title-track sono dei gioielli. Voto 82 |
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4
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I primi tre album degli Omen sono capolavori di epic metal. Personalmente preferisco di pochissimo il terzo, overro The Curse, ma sono tutti disco da 90 pieno. C'è poco da aggiungere. La dipartita del vocalist Kimball è stata un duro colpo per la band che si è persa pubblicando altri album discreti, ma i primi tre sono nell'olimpo del genere. Ripeto: voto 90, assolutamente! |
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3
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Stranamente, lo preferisco al precedente..non fosse altro, per la varietà di stili sciorinata nel bel mezzo delle tracce! Anche qui, son presenti delle influenze maideniane. Ma, questa volta, avendo più 'groove' risultano seminali per il futuro del "nostro" amato genere: dal power al thrash più classico! Dai Running Wild ai Metallica..e, ho detto tutto!  |
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2
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Preso. Bello, ma non come me lo aspettavo. 75 |
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1
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Eccellente album: assieme al precedente "Battle Cry" e al successivo "The Curse", gli Omen si ritagliano un posto nell'Olimpo dell'Epic Metal underground. Favolosi. J.D. Kimball, Rest In Peace!!! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Warning of Danger 2. March On 3. Ruby Eyes 4. Don't Fear the Night 5. VBP 6. Premonition 7. Termination 8. Make Me Your King 9. Red Horizon 10. Hell's Gate
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Line Up
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J.D. Kimball (Voce) Kenny Powell (Chitarra) Jody Henry (Basso) Steve Witting (Batteria)
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