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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Helslave - From the Sulphur Depths
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22/04/2021
( 871 letture )
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Secondo capitolo in casa Helslave, i romani ritornano a far parlare di loro dopo quasi sei anni dal loro disco d’esordio con il nuovo From The Sulphur Depths, edito dalla Pulverised Records. In dieci tracce (nove se si considera la prima traccia come una intro strumentale) e poco più di trenta minuti la band nostrana esprime tutta la propria furia musicale con un death metal di stampo classico che si conforma alle sonorità del death scandinavo degli anni novanta. Doveroso anticipare che non è nelle intenzioni della band “innovare” o ricercare nuove soluzioni bensì piuttosto proporre una personale interpretazioni delle lezioni dei maestri che furono e, in questo gli Helslave riescono a pieno nell’intento.
Procediamo per gradi, i suoni di From The Sulphur Depths sono di matrice moderna, pieni, grossi e “pompati”, le chitarre ed il basso suonano granitici e aggressivi, la voce utilizzata dal vocalist Diego Laino è un growl decisamente profondo e a tratti effettato (efficace soluzione), piacevoli i suoni della batteria anche se una eccessiva profondità dei fusti (casse su tutti) la rende a tratti poco funzionale cosa che è un peccato visto il magistrale lavoro del drummer Francesco Comerci. Nel complesso possiamo parlare di una scelta sonora atta ad amplificare la brutalità dell’impatto sonoro a discapito (saltuariamente) di una poca chiarezza in alcuni passaggi e riff. Passando all’ascolto dei brani dopo una breve e oscura intro si viene proiettati al centro di un uragano sonoro che risponde al nome di Unholy Graves, qui la band capitolina dimostra immediatamente la propria propensione alla più estrema ferocia sonora, un impatto davvero devastante. Nel susseguo dei brani emerge una inaspettata vena melodica da parte delle chitarre, che ricamano piacevoli linee melodice alternate a riff tecnici estremamente aggressivi, ma soprattutto, un piacevole groove generale pervade le composizioni rendendo l’ascolto sempre più coinvolgente. Ad emergere e colpire particolarmente nella prima metà del disco sono Thrive In Blasphemy e Last Nail In The Coffin dove i nostri rallentano leggermente il ritmo in favore di groove e accenni ritmici di matrice thrash, scelte per altro molto azzeccate. La furia musicale di From The Sulphur Depths procede intatta anche nella seconda parte del disco ed anzi si può dire esser ancor più accentuata, se a brillare e colpire immediatamente troviamo Desecration, non si può non rimanere sorprese dall’ultimo pezzo della tracklist: The Sentenced Of The Living. In quest’ultimo la band racchiude probabilmente tutto il proprio estro, il brano è ricco di spunti e idee veramente interessanti e formulate in maniera pressoché perfetta, la degna conclusione di un ascolto che vola. Gli Helslave sono cresciuti e si sente. From The Sulphur Depths è un disco di classico death metal, una summa delle migliori pagine del genere che sono tutt’oggi considerate pietre miliari inavvicinabili. Alcuni aspetti avrebbero potuto esser meglio sviluppati come ad esempio una scelta sonora più nitida e meno profonda, l’utilizzo di una più ampia varietà delle vocals e non il solo growl (parti dei brani chiamano spesso altri stili) che sicuramente avrebbe creato molto più dinamismo. Infine, un più ampio uso di parti basate su groove o di influenza thrash poiché, in quei momenti in cui la band esplora questi territori la risultante è davvero efficace. Non fraintendiamo però, i romani si dimostrano musicisti di grande talento tecnico e compositivo, indistintamente dallo strumento utilizzato, le composizioni si susseguono piacevolmente, il disco corre veloce e chiama molteplici ascolti. La band capitolina con questo loro secondo lavoro dimostra che non è necessario sempre ricercare talento e buona musica oltre i nostri confini. Chi è avvezzo a sonorità degli anni che furono troverà in questo album pane per i propri denti, chi invece vuole iniziare a conoscere le radici del death avrà modo di sentire una piacevolissima lezione.
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Questo secondo Me è un Signor Album.. Brani che ho molto apprezzato, soprattutto per la capacità di suonare "semplici" nella loro complessità.. Dimostrazione che la Tecnica al servizio delle canzoni dà il meglio di sé.. Quando è solo mero esercizio di virtuosismo lascia (almeno per Me) poco.. Sugli aspetti che, secondo il Recensore, sarebbero da approfondire, per migliorare in futuro la già buonissima resa, Io più che altro mi concentrerei sul Cantato.. A Me va bene anche così, ma più versatilità, effettivamente, darebbe ulteriore personalità ai brani.. In conclusione, un 80 lo metto convintamente... Bravi! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. From The Sulphur Depths 2. Unholy Graves 3. Thrive In Blasphemy 4. Perpetual Damnation 5. Last Nail In The Coffin 6. Thy Will Be Undone 7. Funereal Lust 8. Desecration 9. Rotting Pile Of Flesh 10. The Sentence Of The Living
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Line Up
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Diego Laino (Voce) Jari Sgarlato (Chitarra) Marco Benedetti (Chitarra) Luca Riccardelli (Basso) Francesco Comerci (Batteria)
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RECENSIONI |
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