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Timo Tolkki`s Avalon - The Enigma Birth
17/07/2021
( 1866 letture )
Quarto lavoro in otto anni per il progetto Timo Tolkki’s Avalon, metal opera concepita e messa in piedi da Serafino Perugino e dal team Frontiers, capaci di ingaggiare ed amalgamare nel corso degli anni praticamente il meglio delle voci di volta in volta disponibili in campo metal melodico. Se nell’esordio datato 2013 dal titolo The Land of The New Hope si schierarono nientemeno che Michael Kiske, Russell Allen, Rob Rock, Tony Kakko e le belle e suadenti Sharon den Adel e Elize Ryd, negli episodi successivi sulla passerella si sono aggiunti ed alternati anche David De Feis, Zachary Stevens, Todd Michael Hall, il rispolverato Ed Hovinga, Floor Jansen, Simone Simmons e la sempre sublime Anneke van Giersbergen. Niente male davvero, un cast di fuoriclasse e di volta in volta assolutamente degno dei migliori lavori di Ayreon e Avantasia. Peccato che proprio l’apporto di chi avrebbe dovuto essere il filo conduttore nonché maggior songwriter e regista del progetto sia andato progressivamente scemando. Per candida e recentissima ammissione dello stesso Timo Tolkki il progetto è stato sempre più controllato dal team Frontiers con Timo limitatosi a contribuire come saltuario songwriter senza alcuna voce in capitolo su selezione degli ospiti e produzione finale. Emblematico come in questo nuovissimo The Enigma Birth i brani in cui Tolkki appare nei credits risultano solamente quattro, peraltro in qualità di co-autore, mentre tanto produzione quanto la quasi interezza delle parti di chitarra siano state affidate al bravo e tenace Aldo Lonobile (Secret Sphere) e da Federico Maraucci. Un contratto firmato inizialmente per tre album che un po’ a sorpresa ha portato alla luce anche questo quarto e verosimilmente ultimo episodio della saga Timo Tolkki’s Avalon, ancora una volta ottimamente impacchettato e prodotto e con una solida spina dorsale a spiccata matrice Secret Sphere vista anche la presenza di Antonio Agate alle tastiere e Marco Lazzarini alla batteria.

Nessuna particolare sorpresa dunque nella formula proposta e nei dodici brani che compongono l’album, a partire dalla title track sparata veloce e dalle linee vocali pulite, altissime e melodiche del singer norvegese PelleK, praticamente un pezzo che richiama l’esordio dei Sonata Arctica tanto nelle melodie quanto nei duelli chitarra tastiere. L’album alterna in modo bilanciato pezzi maggiormente heavy come Master of Hell e Beauty and War (entrambe condotte dal singer brasiliano Raphael Mendes, una sorta di interpolazione vocale tra Sammet e Dickinson a marchiare un sound in puro Edguy/Avantasia style) a brani cadenzati e ben interpretati dalle voci di Caterina Nix come I Just Collapse e Memories, quest’ultima un mid-tempo che richiama da vicino alcune cose degli Stratovarius più datati sulla scia di un pezzo come Galaxy. Sulla stessa lunghezza d’onda anche un paio di brani dove troviamo come ospite la giovane Martina La Torraca come Another Day e Time, che vedono entrambi Tolkki in veste di co-autore e in cui finalmente emerge qualche sprazzo neoclassico e malinconico tipico dei suoi assoli, così come la ballad di maniera The Fire and The Sinner già sentita in sede di singolo e che vede duettare Jake E e Brittney Slayes, capace di crescere dopo alcuni ascolti. Discorso a parte lo merita la catchy Beautiful Lie, brano melodico e allo stesso tempo tagliente, moderno e di facile presa interpretato da James LaBrie sulla scia delle sonorità proposte su alcuni lavori solisti del bravo ed esperto singer canadese. La palma di migliore interprete spetta a mio avviso a Fabio Lione che ho tenuto volutamente in coda alla carrellata dei brani in questione, capace di esprimersi su livelli impeccabili tanto in Dreaming (probabilmente il lavoro migliore anche in tema songwriting e alternanza di atmosfere power-prog di matrice chiaramente Stratovarius, Vision Divine e Secret Sphere) e la conclusiva tiratissima Without Fear, in cui Fabio conferma ancora una volta di essere sul podio dei migliori cantanti metal attualmente in attività.

Un lavoro dunque molto manieristico ma che ha saputo confermare la qualità del casting di primissimo ordine esso in piedi e di superare le tutto sommato basse aspettative in partenza in termini di songwriting da parte del sottoscritto, grazie soprattutto all’ottimo Aldo Lonobile che si è impegnato a fondo nella stesura e realizzazione del progetto. Probabilmente insieme all’esordio The Land of the New Hope questo quarto album rappresenta il lavoro migliore tra i quattro Avalon. Pecca principale come detto e candidamente ammesso un ruolo assolutamente di secondo piano di Tolkki e tante/troppe scelte prese a tavolino senza alcuna dinamica da vera e propria band. Ma perché dunque insistere e tenere il suo nome nel moniker? Una scelta certamente discutibile e purtroppo in linea con altre scelte recenti forzate e di dubbio gusto da parte della Frontiers come quella di tenere forzatamente in piedi i Sunstorm con un songwiting mediocre anche senza Joe Lynn Turner o insistere a spremere Geoff Tate nei piattissimi e scialbi Sweet Oblivion. Guardando il bicchiere mezzo pieno almeno questa volta a livello di songwriting e realizzazione complessiva siamo di fronte a un lavoro godibile, perfettamente eseguito e interpretato dal citato casting di primissimo ordine, utile per rimpolpare il conto corrente di Timo e per tenere alta la sua motivazione in un momento certamente difficile della sua vita personale (divisa nell’ultimo periodo tra Finlandia e Messico) prima ancora che di artista. Ma è importante che Timo sia rimasto in contatto – anche se in modo tutt’altro che interattivo e convenzionale – con questa serie di illustri cantanti e musicisti e con il giro più generalmente, in attesa di un suo vero e proprio ritorno sulle scene. Dopo il funesto progetto Infinite Visions (forse fortunatamente vista la scarsa qualità di alcuni demo ascoltati) abortito dopo solo pochi mesi dal concepimento lo scorso anno, pare infatti che Timo sia finalmente tornato in uno stato mentale e di salute assolutamente accettabile e si stia dedicando proprio in questi momenti alla composizione di nuovi brani con motivazione e con una nuova band che vedrà verosimilmente coinvolti Ralf Scheepers e l’amico bassista ex-Stratovarius Jari Kainulainen alla luce il proprio esordio entro la fine di quest’anno. Speriamo sia la volta buona che Timo Tolkki torni veramente in pista come leader e songwriter e che magari torni ad avere quella costanza mancata dal suo abbandono degli Stratovarius, con i quali si sta peraltro rumoreggiando in merito a un possibile riavvicinamento dato dai recenti passaggi di Tolkki a Helsinki.



VOTO RECENSORE
74
VOTO LETTORI
62.61 su 13 voti [ VOTA]
Roberto
Domenica 1 Dicembre 2024, 10.56.45
13
Concordo col recensore...si sente la mancanza del songwriting di Timo e questo album suona poco \"suo\"...scelta di tenere il nome nel moniker assolutamente commerciale.
Keyzer
Lunedì 2 Agosto 2021, 11.21.11
12
Nel complesso piacevole e ottimamente eseguito. Concordo sul voto 74.
Dark_Nebula
Giovedì 22 Luglio 2021, 18.10.53
11
Ho ascoltato questo album ancora poco e seppur non ci sia nulla di trascendentale, trovo che sia un buon prodotto, con buone e alcuni casi ottime interpretazioni dei vari cantanti e musicisti della line up.
Radamanthis
Domenica 18 Luglio 2021, 1.27.57
10
Painkiller quoto il tuo pensiero anche se a mio avviso una Reunion, prima o poi ci sarà anche qui...poi tutto sarebbe da verificare e valutare da parte di koti e jens (loro sono i proprietari del marchio stratovarius) ma probabilmente una Reunion con tolkki e jari frutterebbe qualche introito in più (magari a discapito della qualità musicale)
Painkiller
Sabato 17 Luglio 2021, 20.23.14
9
@Rada: mi tengo stretti gli attuali Strato, gli ultimi dischi sono ottimi.
Adrian Smith
Sabato 17 Luglio 2021, 15.41.06
8
Risentito ora…come canta Lione!
Transcendence
Sabato 17 Luglio 2021, 14.58.30
7
@ Vitadathrasher: Walking in the Shadows è visibile col moniker Steve Grimmett`s Grim Reaper.
Vitadathrasher
Sabato 17 Luglio 2021, 14.53.42
6
Lo stesso problema citato nel commento n2 si ha con i grim reaper, dove è sparita la recensione dell'ultimo album recensito dal gallina e il penultimo scollegato dalla discografia.
Adrian Smith
Sabato 17 Luglio 2021, 12.56.46
5
Ottima recensione, forza Timo
Radamanthis
Sabato 17 Luglio 2021, 11.29.14
4
Figurati!
Lizard
Sabato 17 Luglio 2021, 11.25.55
3
Corretto, grazie Radamanthis
Radamanthis
Sabato 17 Luglio 2021, 10.28.45
2
Segnalazione: probabilmente c'è un errore nella catalogazione del disco. Non va a rientrare con collegamenti al resto della discografia.
Radamanthis
Sabato 17 Luglio 2021, 10.26.47
1
Album che ho ascoltato volentieri e si assesta sul livello degli altri degli Avalon. Sono sostanzialmente in linea con il recensore anche se gli ascolti dati da me sono stati una manciata mentre credo che DJ ne abbia certamente fatti di più. Detto ciò è di pochi giorni fa una lettera di scuse a firma Tolkki destinata a Koti...che sia il primo step verso una Reunion? Staremo a vedere...Per ora mi ascolterò ancora questo bel dischetto di cui del buon Timo c'è praticamente poco più del nome. Voto 70
INFORMAZIONI
2021
Frontiers
Symphonic Metal
Tracklist
1. The Enigma Birth
2. I Just Collapse
3. Memories
4. Master of Hell
5. Beautiful Lie
6. Truth
7. Another Day
8. Beauty and War
9. Dreaming
10. The Fire and the Sinner
11. Time
12. Without Fear
Line Up
Timo Tolkki (Chitarra)
Aldo Lonobile (Chitarra)
Federico Maraucci (Chitarra)
Antonio Agate (Tastiere e orchestrazioni)
Andrea Arcangeli (Basso)
Marco Lazzarini (Batteria)
PelleK (Voce nella traccia 1)
Caterina Nix (Voce nelle tracce 2, 3)
Brittney Slayes (Voce nelle tracce 3, 10)
Raphael Mendes (Voce nelle tracce 4, 8)
James LaBrie (Voce nella traccia 5)
Jake E (Voce nelle tracce 6, 10)
Marina La Torraca (Voce nelle tracce 7, 11)
Fabio Lione (Voce nelle tracce 9, 12)
 
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