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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Teitanblood - Seven Chalices
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14/08/2021
( 1055 letture )
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Qual è il suono dell’Apocalisse? Che rumore fa la Fine dei Tempi? Tante sono le risposte che si potrebbero dare. Una delle più papabili è “la musica dei Teitanblood”. Seven Chalices, primo LP della formazione madrilena, è emanazione dell’Armageddon e dei tormenti che affliggeranno l’uomo secondo il testo di San Giovanni. I sette calici del titolo riecheggiano le sette trombe, i sette sigilli e, soprattutto, le sette coppe dell’ira di Dio di cui parla l’evangelista nel libro della Rivelazione.
L’apertura di Seven Whores stabilisce la direzione intrapresa dalla band relativa all’atmosfera dell’opera. I cori che introducono il pezzo sembrano in preda ad un’estasi mefistofelica e riflettono il prosieguo dell’intero disco. Ciò che è qui contenuto è la perversa progenie della furia blasfema del war metal e dell’oppressione death/doom. Seven Chalices è un rigurgito infernale che, articolandosi attraverso undici brani per un totale di quasi 60 minuti di durata, inonda l’ascoltatore e lo trascina verso il basso, verso gli angoli più oscuri e mortiferi dell’abisso. La grande varietà nel minutaggio dei singoli pezzi (si passa dal minuto e cinquantacinque secondi di Interlude (Arabian Title) agli oltre dodici di The Abomination of Desolation), fornisce all’intera opera una sensazione di creatura che respira, emanando nel mondo tutto il proprio veleno. L’alternanza di brani brevi e brani più corposi suggerisce un andamento ora di dilatazione ed ora di riduzione, ulteriormente evidenziato dalla trasformazione messa in atto dal duo spagnolo degli stilemi war metal. Pur essendo, infatti, innegabile la parentela con i migliori esponenti di questo genere come Blasphemy ed Archgoat (basti sentire Infernal Dance of the Wicked), esso viene digerito ed espulso da NSK e J in una forma nuova. I riff fangosi e, spesso, indecifrabili hanno più di frequente un ritmo dilatato proveniente dal death/doom. La combinazione di queste due mostruose entità sonore dà vita a pezzi come la disgustosa The Abomination of Desolation, la cui importante durata di dodici minuti è il letto di un solforico fiume che scorre incessante e che, in certi istanti, arriva anche ad inondare la musica dei Teitanblood con la terrificante fanghiglia del funeral doom. In questo pezzo, indubitabilmente tra i migliori del lotto, i due madrileni mettono in mostra tutta la loro abilità nel cambiare repentinamente marcia: il secondo prima la batteria di J scandisce un ritmo lento ed inquietante, quello dopo parte alla carica con tutta la furia più selvaggia di cui sia capace. I vocalizzi di NSK sono tra i motivi di maggior lode del disco: il growl è così cavernoso ed acido da corrodere i timpani, perfetto contraltare delle distorsioni sporche e fangose delle chitarre, e trova forse la propria miglior espressione nell’abominevole Seven Chalices of Vomit and Blood.
Insomma, Seven Chalices è l’opera che ha ufficialmente aperto in maniera definitiva un profondo solco -l'ennesimo- nella storia del metal estremo, un importante cambio di direzione all’interno di una nicchia assai ristretta. Un ascolto fondamentale per gli amanti dei suoni indecifrabili ed un disco che, pur non essendo il migliore dei Teitanblood, è probabilmente quello per il quale la band merita maggiormente di essere scoperta, ascoltata e ricordata.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Whore Mass 2. Domains of Darkness and Evil 3. Interlude (Arabic Title) 4. Morbid Devil of Pestilence 5. Interlude (Sanskrit Title) 6. Infernal Dance of the Wicked 7. Interlude (Cuneiform Title) 8. Seven Chalices of Vomit and Blood 9. Qliphotic Necromancy 10. The Abomination of Desolation 11. The Origin of Death
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Line Up
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NSK (Chitarra, Voce) J (Batteria)
Musicisti ospiti Juan Carlos Deus (Chitarra)
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RECENSIONI |
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