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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Teitanblood - The Baneful Choir
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10/01/2020
( 1072 letture )
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Il precedente Death (2014) aveva conquistato tanti ascoltatori amanti della musica più estrema e demoniaca, ed è normale che per il torno in scena dei Teitanblood, avvenuto piuttosto in sordina ad esser sinceri, ci fossero un po' di aspettative. The Baneful Choir è quindi il terzo lavoro degli spagnoli, che ancora una volta sono editi dalla Norma Evangelium Diaboli, etichetta che i fanatici di queste sonorità dovrebbero tenere d'occhio.
Se già di per sé non è facilissimo approcciarsi o anche solo essere il più chiari possibile con quello in cui si cimentano questi figli del Demonio, ancora più difficile è aspettarsi qualcosa di ben preciso. Come alcuni sapranno, il gruppo è tra le massime espressioni di quel black/death che gioca molto sull'atmosfera e la, se vogliamo così definirla, “scomposizione del riff”. Non è infatti uno stile che tende a costruire brani quadrati o riconoscibili dal primo ascolto. Quindi, come si può misurare la qualità di un'uscita che ne segue un'altra altrettanto complessa? È difficile rispondere e probabilmente a saperlo sono solo gli amanti di queste sonorità, ma ciò che è evidente è che quest volta i nostri hanno apportato dei cambiamenti molto riusciti e che probabilmente permetterà loro di ampliare il pubblico di ascoltatori. Rispetto ai lavori precedenti infatti, le chitarre si fanno più concrete, riconoscibili se vogliamo, e questa piccola caratteristica va naturalmente a rendere I brani meno caotici. Se i dischi degli anni scorsi vi avevano spaesato, è probabile che questa volta vi troviate a vostro agio. Non è un grosso cambiamento, ma è evidente che The Baneful Choir sia quasi di facile ascolto nonostante la sempre presente produzione che tende ad enfatizzare i riverberi su chitarre e voce. Si ha sempre la sensazione di essere persi in un labirinto, con una batteria che picchia in modo costante a velocità molto sostenute, delle chitarre che tra un riff e l'altro si arricchiscono di dissonanze e di arrangiamenti che sembrano quasi urla disperate. Come se non bastasse, i quattro musicisti puntano ad enfatizzare e rendere ancora più bestiali questi momenti mediante l'utilizzo di effetti/tastiere. Si tratta ovviamente di un utilizzo di queste volto solo ed esclusivamente a rendere più pesante il muro sonoro che si abbatte sull'ascoltatore per tutti i cinquanta minuti di durata. Sì, anche questa volta si avrà a che fare con un disco massiccio sia nella proposta che nella durata, ma le soddisfazioni che regala di ascolto in ascolto sono appaganti e non deluderanno affatto. Difficile scegliere dei brani in particolare, ma se proprio dovessimo dirvi quali sono i pezzi che più rappresentano il gruppo al giorno d'oggi, diremmo senz'altro Black Vertebrae, Ungodly Others (incredibile come siano riusciti a dare un tocco vecchia scuola ad un pezzo così), la titletrack e Sunken Stars. Quello che potrebbe sembrare un disco monotono si rivela invece essere un album composto da brani che se paragonato ai precedenti dimostra più varietà e dinamismo. Si è sempre in balia di momenti che vagano tra il black ed il death più estremo, ma l'attenzione per le trame di chitarra fa sì che alcuni brani possano piacere più di altri. Che dire poi della voce? Indecifrabile, sì, ma il continuo cambio di registro da parte di NSK è qualcosa di molto apprezzabile, dato che si muove, frase dopo frase, verso ogni tipo di stile vocale passando anche per i sussurri (qui l'effettistica aiuta molto). Sempre parlando del cantante, è apprezzabile l'impegno profuso per creare testi particolari ed evocativi avvalendosi anche di un linguaggio molto azzeccato e che ben si lega all'immaginario dipinto dai brani.
Ungodly others Prohibited nightmares erupt in awful howls Chanting to Azatoth their litanies
Come detto ad inizio recensione, gli spagnolo sono tra le massime espressioni di quel black/death caotico e mostruoso che potremmo definire come un'ulteriore degenerazione nata da Blasphemy, Portal e, tanto per restare in Spagna, i Proclamation. Più concreto rispetto agli altri due ottimi lavori, The Baneful Choir merita di stare nelle classifiche di fine anno di ogni ascoltare della musica estrema che si rispetti. Apocalittici.
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1
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Anche superiore ai già ottimi precedenti. Un dipinto dell'Apocalisse. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Rapture Below 2. Black Vertebrae 3. Leprous Fire 4. Ungodly Others 5. Inhuman Utterings 6. Insight 7...of the Mad Man 8. The Baneful Choir 9. Sunken Stars 10. Verdict of the Dead 11. Charnel Above
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Line Up
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NSK (Voce, Basso, Chitarra) Javi Bastard (Chitarra) J (Batteria) CG Santos (Effetti, Tastiere)
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RECENSIONI |
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