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Aeon - God Ends Here
15/10/2021
( 953 letture )
“Che fine hanno fatto gli Aeon?”. Sarà stata questa la domanda che i fan degli svedesi si saranno fatti più volte nel corso degli ultimi nove anni. Questo il tempo passato da Aeons Black, album che di fatto segnava un periodo di stallo e di quasi silenzio che ha visto gli ex-Defaced Creation avere a che fare con dei ambi di lineup e con la pubblicazione di un box set per la Mutilation Records.

Nonostante la lunga assenza, la Metal Blade Records ha comunque deciso di mantenere nel proprio roster il gruppo, forse essendo a conoscenza del materiale su cui stavano lavorando e anche perché a conti fatti, si parla di musicisti con vent’anni d’esperienza e che con l’ultimo disco aveva tutto sommato convinto. Possiamo dire fin da subito che le idee non sono cambiate, tanto da poter considerare il nuovo God Ends Here come il successore più naturale e spontaneo dello scorso disco. Il tempo e i cambi di formazione non hanno quindi intaccato lo spirito degli svedesi, che ancora una volta ripropongono un corposo album di circa cinquanta minuti fatti di un death metal (sempre) di stampo Floridiano; i nomi a cui i cinque si ispirano sono quindi gli stessi da vent’anni, con la particolarità di voler puntare ancora una volta a voler creare delle vere e proprie “hit”. Il disco si compone quindi di brani molto gradevoli, alcuni più di altri grazie ad un piglio che in alcuni momenti è anche invidiabile; le parti vocali e più in generale i ritornelli di Tommy Dahlström sono un marchio di fabbrica certificato e quasi ogni canzone non smette di ricordarlo, partendo dall’iniziale Liar’s Den passando per Church of Horror o la titletrack. Così come una delle caratteristiche è la già citata ispirazione al death Floridiano, in particolare Deicide e Cannibal Corpse. Chiunque sa quanto importanti siano stati per gli svedesi e di certo non gli si può chiedere di cambiare, ma è innegabile che per quanto si possa apprezzare e per quanto i cinque possano tentare di dare al tutto un’impronta più “catchy”, ci sono momenti in cui la somiglianza è più che netta. Let It Burn è sicuramente tra i casi più eclatanti, con un riff principale che sembra uscire dai Cannibal Corpse post-The Bleeding (stesso discorso per Let the Torture Begin), così come Forsaker e Despire the Cross sembra composta dai Morbid Angel tra il 2000 ed il 2003, ma in generale si tratta di sensazioni che nel corso delle sedici canzoni diventano più o meno intense. Dove però i cinque continuano a non convincere appieno è nella durata del disco; quasi cinquanta minuti diventano infatti piuttosto ridondanti, ed è purtroppo una pecca che fa perdere ai pezzi la loro forza trascinante fatta di blast beat, riff d’ogni tipo e le già citate parti vocali. Certo, abbiamo ancora quelle piccole trovate che in qualche modo provano a rendere il tutto più scorrevole come intermezzi, tastiere, qualche coro e qualche sezione che rallenta drasticamente i ritmi, ma si tratta sempre di soluzioni tutto sommato ininfluenti e che non trasformano certamente il disco. Esempio più chiaro lo danno la titletrack, completamente diversa se vogliamo da tutte le altre e con un massiccio uso di tastiere, cori, riff meno irruenti e la conclusiva Queen of Lies, considerabile come il suo proseguimento.

Un disco che va detto, è lontano dall’insufficienza e propone tutto quello che ci si può aspettare dagli svedesi: canzoni con buon piglio, linee vocali che diventano più che travolgenti quando all’aumentare dei bpm si sovrappongono scream e growl, un certo dinamismo dato non solo dalle ritmiche ma anche dalla più che discreta presenza di assoli e una produzione che esalta voci e basso. Ritorno quindi positivo e che sostanzialmente continua quanto fatto fino ad ora da un gruppo che non ha mai puntato a rinnovarsi o cambiare, ma che ha trovato nei suoi limiti un punto di forza che convincerà tutti quelli che nel corso di questi nove anni si sono chiesti “che fine hanno fatto gli Aeon?”.



VOTO RECENSORE
70
VOTO LETTORI
78 su 1 voti [ VOTA]
bradipo666
Martedì 19 Ottobre 2021, 22.39.20
2
Lo sto ascoltando da qualche giorno e devo dire che era quello che mi aspettavo da loro, sia per la qualità proposta…sia per la ridondanza dei pezzi. Nonostante questo ultimo punto lo ritengo un buon album
The Outsider
Sabato 16 Ottobre 2021, 14.13.50
1
Mi trovo in sintonia con buona parte di ciò che ha scritto Marco. Penso inoltre che se fossero stati accantonati intermezzi inutili e inserimenti di cori e tastiere all'interno di alcuni pezzi il disco sarebbe risultato più snello e diretto. D'altronde cazzomene della sinfonia, dagli Aeon voglio solo mazzate. Considero sempre Rise to Dominate il loro lavoro più riuscito, pochi fronzoli e tante legnate. Li aspettavo da anni e onestamente ho un po' di amaro in bocca anche se, ovvio, spaccano comunque i culi alla grande.
INFORMAZIONI
2021
Metal Blade Records
Death
Tracklist
1. The Nihilist
2. Liar's Den
3. Let It Burn
4. Opheus Indu Inferis
5. Church of Horror
6. Deny Them Eternity
7. Forsaker
8. Into the Void
9. God Ends Here
10. Severed
11. Just One Kill
12. Mephistopheles
13. Let the Torturing Begin
14. Despise the Cross
15. Overture: Magnum Reginae
16. Queen of Lies
Line Up
Tommy Dahlström (Voce)
Daniel Dlimi (Chitarra, Tastiere)
Zeb Nilsson (Chitarra, Cori)
Tony Östman (Basso)
Janne Jaloma (Batteria)
 
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