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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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( 3482 letture )
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Svedesi per caso, gli Aeon sfornano il loro terzo full lenght a coronamento di una carriera iniziata dalla fine degli anni novanta, all'insegna del brutal death metal che più brutal non si può. Devo essere sincero, Path Of Fire è un'uscita che mi ha convinto appieno, nonostante molti abbiano storto il naso accusando il quintetto di Ostersund di essere riuscito nel salto di qualità che ci si aspettava. Ma d’altra parte ciò è quanto ci si deve attendere da chi sceglie di perseguire uno stile in tutti i suoi crismi e le sue peculiarità, fregandosene di innovare e sperimentare: non credete? Non fosse così il rock non avrebbe continuato il suo successo, com’anche il blues e molti altri generi cosiddetti “canonici”. A fronte di gruppi che provano strade nuove, con ostinazione ed esiti talvolta anche discutibili, vi sono infatti (fortunatamente, dico io) band che hanno già ben chiara la linea da tenere. Gli Aeon, che spero sinceramente non cambino mai idea, fanno parte di questa schiera di Men in Black volti ad ammutolire l’innovazione sterile, riportando in auge il true brutal death!
Svedesi per caso, appunto: il sound è americanissimo anche se talvolta qualche traccia di matrice europea (diciamo pure swedish) è ravvisabile all’interno del songwriting, soprattutto in fase di "rallentamento" dal riffing (Liar In The Name Of God). Gli ovvi paragoni con band americane partono (su tutti) dai Cannibal Corpse, passando per gli Hate Eternal, Morbid Angel e Deicide, sopratutto nelle tematiche. Detto questo, fermarsi ai raffronti coi nomi blasonati sarebbe alquanto ingiusto, dato che lo spessore di tutti gli undici brani rende Path Of Fire un album che farà piacere ai molti amanti del genere. Sugli scudi Niel Fjellstrom che con un drumming chirurgico apporta vigore a tutti i pezzi, arricchendo in ogni momento, persino negli assoli, la forma degli stessi; il suo modo di suonare, principalmente nei tempos schiacciasassi, è chiaramente di derivazione Mazurkiewicz-iana anche se, a differenza del “cannibale”, egli introduce sviluppi decisamente più ricchi e originali che non passano dunque inosservati. Così come non può passare in secondo piano il convincente lavoro di Tommy Dahlstrom al microfono, per quanto questo possa assomigliare al buon Corpsegrinder: qualcuno potrebbe fargliene una colpa? Non io, dato che la profondità vocale dimostrata eleva la potenza e la cattiveria dei brani ad un livello davvero notevole. L’operato delle chitarre e del basso è decisamente corposo e senza tentennamenti, dall'inizio alla fine. Non c'è un attimo di pausa e a livello di songwriting tutto è chiaramente frutto di uno studio capillare e minuzioso sin dalla bellissima ed efficace opener Forgiveness Denied, nella quale il quintetto sfodera tutto il proprio repertorio fatto per lo più di compattezza, forza, brutalità.
Ragazzi cosa cercate? Volete il brutal death metal? Eccovelo servito su un piatto d' argento, saziatevene.
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4
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ottimo disco davvero, anche se un po' statico sulle ritmiche. credo che i livelli a cui sono giunti gli ultimi dischi brutal deathcore di beneath the massacre e job for a cowboy siano difficili da superare. forse solo i necrophagist e i faceless potrebbero farlo |
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3
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Io sto nettamente con Mika.L'album in questione l'ho trovato corposo e ben suonato.Dal primo all'ultimo brano non c'e' un attimo di pausa e l'ascolto scorre tranquillo fino alla fine.Certo i Morbid Angel fanno capolino piu' di una volta,ma sicuramente non e' un danno.Ottima prova per questa band svedese,(svedese?).Insieme al nuovo dei Severe Torture e' un acquisto che consiglio agli amanti del genere. |
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2
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Assolutamente piatto, un passo indietro rispetto a quanto fatto sinora. Col precedente stavano cercando di distaccarsi dal ruolo di simil cover band e con questo ne sono tornati in possesso con una padronanza in negativo che ha dell'incredibile. Deicide e Cannibal a go go. Disco da suffieciente per la produzione buona ma che ha dei pezzi che definire stantìì e privi di soluzioni degne di vivere in questo 2010 e dir poco. Speravo nel salto di qualità invece sono riusciti nell'eseguire ottimamente il passo del gambero. |
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1
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A mio parere questo album è uno scempio; noiosissimo, privo di idee che mi siano piaciute un minimo. Gli Aeon, per me, si son fermati al primo album che, seppur monotono, risultava abbastanza divertente da ascoltare. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Forgiveness Denied 2. Kill Them All 3. Inheritance 4. Abomination To God 5. Total Kristus Inversus 6. Of Fire 7. I Will Burn 8. Suffer The Soul 9. The Sacrament 10. Liar In The Name Of God 11. God Of War
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Line Up
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Daniel Dlimi - Rhythm Guitar, Bass Tommy Dahlström - Vocals Zeb Nilsson - Lead, Acoustic and Rhythm Guitars, Bass Nils Fjellström - Drums
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RECENSIONI |
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