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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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28/10/2021
( 1222 letture )
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È ancora una volta la Svizzera ad accogliere in grembo una nuova promessa nella vivace scena hard rock che da anni anima il paese elvetico, vedesi l’operato di ottime band quali Krokus, Gotthard, Burning Witches o Shakra. Parliamo dei King Zebra, compagine già attiva dal 2017, arrivata al sospirato traguardo del primo full-length, preceduto da un EP rilasciato nel 2019, dopo una lunghissima gavetta che li ha portati in giro per l’Europa a farsi le ossa nei festival fino a guadagnarsi la fiducia della Crusader Records, label dal fiuto eccezionale sempre a caccia di nuovi talenti che dimostra ancora una volta di averci visto bene. Sì, perché questo Survivors è un disco divertentissimo senza filler, con tracce brevi e dirette cucite su un sound debitore degli Eighties a tutto tondo, diluito in un mixaggio d’impatto estremamente moderno e fresco. La musica dei King Zebra, infatti, è nitroglicerina allo stato liquido pronta a detonare nelle casse e va ascoltata a volume rigorosamente alto per coglierne appieno l’ebbrezza dinamitarda.
Si parte forte, anzi fortissimo, con l’opener Under Destruction che galvanizza sin da subito l’ascolto risvegliando i bollori che questo genere, se suonato così, porta inevitabilmente ad attizzare. L’incendio lo appiccano chitarre boombastiche, ritornello anthemico ed una combo ritmica di basso e batteria inarrestabile e cazzuta: impossibile desiderare qualcosa di diverso! She Don’T Like My R’n’R si apre con riff grintosi che vanno a confluire in un verso ragionato, quasi AOR, almeno prima del ritornello catchy e malizioso interpretato alla perfezione del vocalist Eric St. Michaels, decisamente più a suo agio se si tratta di ‘’giocare’’ con la voce piuttosto che graffiare la timbrica o esasperare gli acuti. Non sempre il cantato dell’ex frontman dei China si è rivelato all’altezza delle aspettative e dell’allegro trambusto sonoro evocato dai compagni, risultando forse il punto debole in svariate occasioni dove ci saremmo aspettati un apporto più grintoso e tagliente. Poco male, visto che l’energia della band non viene mai meno e lo testimonia Desperate, pezzo che galoppa veloce e impetuoso con le sei corde che fischiano, si distorcono e sembrano voler trascendere dai canoni del genere in cui si ritrovano a meraviglia andando a lambire territori heavy (come d’altronde succederà più avanti). Wall of Confusion è una delle canzoni migliori del lotto e mi si perdonerà l’accenno al fatto che a renderlo tale è Guernica Mancini, vocalist delle acclamate Thundermother, la quale sale in cattedra nel secondo frangente e va ad alzare l’asticella prendendosi la luce dei riflettori con una facilità disarmante, a riprova della fame di musica e della voglia di spaccare che la contraddistinguono, bello anche l’assolo di Roman Lauer sul finale e la scelta di alzare di un tono l’ultimo ritornello per raggiungere alte vette di espressività. On The Run ci accompagna al giro di boa garantendo l’ennesimo chorus vincente che sa stamparsi in testa e farsi cantare. Rush si apre con un groove di basso in pennata e svela l’anima heavy dei King Zebra accennata in precedenza, picchiando con forza lungo tutto il minutaggio con l’apice raggiunto sul finale in un tripudio orgiastico di voltaggi in sovratensione. Il dosaggio della componente ‘’malefica’’ è comunque ammorbidito con eleganza nella struttura del pezzo che è coerente con quanto apprezzato fin qui. L’ Hard ‘n’ heavy di Hot Cop Lady è un’autentica martellata sui denti mentre la successiva We’re The Survivors carezza sfumature AOR con delicatezza e classe. Con We Are One i toni si inaspriscono e l’andatura del brano è quasi sleaze con le asce affilatissime che menano rasoiate a dritta e a manca senza accennare a diminuire d’intensità. Chiude Be the Hunter, ottime melodie, cori da stadio e piglio azzecatissimo.
In conclusione Survivors è un disco certamente meritevole di attenzione, vista la bravura degli svizzeri nel saper comporre canzoni di qualità. I King Zebra pescano dal cilindro dieci tracce convincenti che testimoniano un gran gusto per gli arrangiamenti, volti a edificare un sound che arrivi dritto e senza filtri, con tracce da gustare tutte d’un fiato vista anche l’estrema scorrevolezza dell’album, depurato da ballad o momenti introspettivi. Puro e granitico hard rock, dunque ed un salto di qualità già nelle corde dei nostri che sono sulla strada giusta per un cammino ricco di soddisfazioni.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Under Destruction 2. She Don't Like My R'n'R 3. Desperate 4. Wall of Confusion 5. On the Run 6. Rush 7. Hot Cop Lady 8. We're the Survivors 9. We Are One 10. Be the Hunter
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Line Up
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Eric St. Michaels (Voce) Roman Lauer (Chitarra solista, Cori) Jerry Napitupulu (Chitarra ritmica, Cori) Manu Judge (Basso) Ben Grimm (Batteria) Musicisti Ospiti: Guernica Mancini (Voce nella traccia 4)
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RECENSIONI |
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